LA LETTERA:
Egregio Presidente,
desideriamo farla partecipe delle forti preoccupazioni dei cittadini di Cortina d' Ampezzo e dei paesi limitrofi per la mancata TRASPARENZA e per l'APPROSSIMAZIONE con la quale vengono portate avanti le attività di organizzazione dei Giochi Olimpici invernali 2026.
Già il sondaggio effettuato in vista dell’assegnazione dei giochi era parso inadeguato, avendo coinvolto 2.515 italiani, di cui solo 607 veneti, e nessuno di Cortina.
I giorni scorsi abbiamo incontrato, a Cortina, una rappresentanza della Regione Veneto venuta a seguito nostra sollecitazione per informarci sullo stato della programmazione degli interventi previsti nel comprensorio di Cortina per le Olimpiadi 2026, in quanto fino a tale giorno nessun documento era stato ufficialmente presentato alla cittadinanza, che era a formale conoscenza del solo Dossier di Candidatura Olimpico e di vaghe notizie derivanti da succinti comunicati stampa.
L’incontro ha confermato le nostre più pessimistiche previsioni: sono stati confermati sia i gravissimi ritardi, sia le vistose difformità da quanto indicato nel Dossier di candidatura olimpico, con le conseguenze sociali, economiche e ambientali che ne derivano. In concreto, la progettazione preliminare del rifacimento della pista da bob (in quanto di rifacimento si tratta e non di “riqualificazione” come sta scritto nel citato Dossier, dal momento che l’attuale struttura andrà completamente demolita), è già stata portata a termine dallo studio Planingsburo Deyle di Stoccarda, ma nulla è stato reso pubblico su costi, tracciato, opere connesse, disboscamento, volumi di scavo e movimenti di terra.
La valutazione delle alternative progettuali, già prospettate dal CIO, risulta carente in quanto non è stata sufficientemente approfondita l'utilizzazione della pista di Innsbruck, che già ora è sede di competizioni internazionali, e che avrebbe potuto essere eventualmente adeguata con una spesa di gran lunga inferiore a quella per la realizzazione di una nuova struttura e con zero consumo di suolo.
Anche la prevista realizzazione del villaggio olimpico, in una zona compresa fra un corso d’acqua a rischio idraulico e un pendio con rischio geologico in località Fiames, non risponde ai criteri di sicurezza e tradisce la natura speculativa del progetto, evidenziando nel contempo la scarsa attendibilità del Dossier olimpico, tenuto anche conto dell’incertezza sul numero dei possibili utilizzatori della struttura: ad oggi non si conosce ancora il numero dei posti letto necessari per atleti e preparatori che si avvicenderanno nel corso delle gare.
Analogo discorso vale per il contiguo centro stampa, soggetto a rischio geologico in modo ancora più marcato. La medal plaza, prevista alla base del vecchio trampolino olimpico di Zuel, ove nel 1956 si svolsero le gare di salto, risulta poco funzionale in quanto ubicata in zona fuori Cortina, in località priva di parcheggi e di ogni altro servizio.
Ma le perplessità maggiori si incentrano sugli aspetti ambientali: le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) e la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nazionale (di tutto il piano delle opere e degli interventi essenziali, connessi e di contesto, funzionali alla realizzazione dei Giochi), previste dalle norme e inserite nel Dossier fra le disposizioni da attuarsi, sono in forse o saranno parcellizzate così da depotenziare la loro efficacia; in forse anche l’attuazione di uno strumento ancor più importante, indicato anch’esso nel Dossier al paragrafo 58, lo STRAIN, il bilancio del valore ecologico.
In compenso abbondano dichiarazioni di buona volontà, fino ad ora disattese, dichiarazioni che riguardano l’adozione di standard ambientali, il coinvolgimento degli stakeholders nelle fasi di progettazione, costruzione, realizzazione e ripristino delle opere, le relazioni ambientali con aspetti importanti da monitorare, lo sviluppo sostenibile, la tutela ambientale… tutte azioni ancora non definite e tanto meno attuate.
Di sicuro vi sono solo le importanti determinazioni, anche governative, che, in accompagnamento e con la scusa delle Olimpiadi (Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 7/12/2020), prevedono un lungo elenco di opere, dall’alta velocità alle autostrade agli aeroporti, che andranno a interessare un vasto territorio già ampiamente compromesso e che si aggiungono al Masterplan di Cortina 2026 presentato alla popolazione solo in data 19 aprile 2022. Un concentrato di opere e modifiche al territorio che prevede cantieri aperti per diversi anni (un milione di metri cubi di scavi per la sola Cortina!) e con lavori che si protrarranno necessariamente ben oltre il 2026.
Altrettanto certo è che Cortina e la valle del Boite si presenteranno all’appuntamento delle Olimpiadi come un grande cantiere aperto, con le immaginabili conseguenze sulla viabilità, sui Giochi e sull'immagine stessa dell'Italia e del CIO. Ci dispiace dover constatare che si ragiona ancora in termini di “business as usual”, invece di dar prova di consapevolezza e di senso del limite, abbandonando comportamenti ormai insostenibili.
Sicuri di una attenta considerazione di quanto sopra esposto cordialmente salutiamo
Italia Nostra - Consiglio Regionale Veneto Carmine Abate, presidente
Peraltrestrade Dolomiti - Giovanna Deppi, portavoce
Comitato Civico Cortina - Marina Menardi, portavoce
Gruppo Parco del Cadore - Mirta Da Pra, portavoce