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Masterplan urbanistico: accoglienza fredda e molte perplessitą dal pubblico

Marina Menardi

20/04/2022

Accoglienza fredda ieri sera all’Alexander Hall per il sindaco Gianpietro Ghedina e l’assessore all’Urbanistica Benedetto Gaffarini durante l’incontro per la presentazione del Masterplan urbanistico, il documento che servirà per coordinare le opere territoriali e urbanistiche  da qui ai Giochi del 2026, e anche oltre. Un incontro che si attendeva dal 2018, ano in cui è stato approvato dal consiglio comunale il progetto di finanza per la riqualificazione della stazione: da allora Gaffarini aveva promesso una illustrazione pubblica, che è arrivata solo adesso.

La presentazione si è tenuta all’Alexander Hall ed ha avuto un buon riscontro tra i cittadini, che si sono presentati numerosi per capire come verranno gestiti i grandi progetti che interesseranno i prossimi anni. Sul palco, con il sindaco Ghedina e l’assessore Gaffarini, c’erano anche Carlo Breda, responsabile dell'ufficio tecnico del Comune, l’urbanista Roberto Rossetto per l'illustrazione del Masterplan, e l'architetto Ruben Verdi per il progetto di riqualificazione della stazione. Il sindaco all'inizio ha brevemente spiegato a cosa serve il Masterplan urbanistico. 

«È un documento di interventi pubblici con obiettivo Olimpiadi 2026 e oltre, redatto in accordo con provincia e regione. Non è un documento operativo, ma di programmazione. Ci dà la visione strategica di vari interventi, dalla viabilità, ai servizi, alle infrastrutture sportive». Ghedina ha ricordato come «oggi grazie alle Olimpiadi abbiamo l’occasione di rinnovo delle infrastrutture esistenti. Sono stati stanziati 600 milioni di euro, e sono soldi reali». 

«Siamo partiti dalle esigenze, da cosa manca, per fare solo ciò che è strettamente necessario, raccogliendo le istanze delle categorie economiche e delle Regole d'Ampezzo» ha aggiunto l’assessore Gaffarini, prima di passare la parola all’architetto Rossetto che ha lavorato per il Comune un anno e mezzo per la stesura del Masterplan. 

«La stesura del Masterplan si basa sugli 11 punti contenuti nella delibera comunale del novembre 2020: bypass, collegamenti intervallivi, collegamenti tra i due versanti Faloria e Tofana,  attestazioni di parcheggio, allargare la zona pedonale, percorsi storici, la città pubblica vista sotto il profilo del rafforzamento identitario, nuove strutture ricettive, il sistema grandi eventi, cioè due parcheggi polmone a nord e sud di Cortina, in vista anche della caratterizzazione dei prossimi anni, la cura del paesaggio come principio guida, nuove opportunità socioculturali». 

Ampio spazio è stato dato al project financing di riqualificazione della Stazione, illustrato per l’occasione in parte dall’architetto Breda e in parte da Ruben Verdi, progettista per conto della Pool Engineering che rappresenta il partner privato nel progetto di riqualificazione dell’area. 

«È dal 2009 che faccio studi sulla stazione di Cortina, finalmente ora siamo siamo all'approvazione dello studio di fattibilità. Il lavoro che è stato fatto ha coinvolto la Sovrintendenza, in quanto il comparto è vincolato come un unicum: lo spazio aperto deve mantenersi, per cui le nuove costruzioni sono sul bordo verso Dobbiaco per mantenere inalterato il comparto» ha spiegato Verdi.  

Alla fine dell’illustrazione, durata circa due ore, la parola è passata al pubblico con interventi che hanno finalmente scaldato i presenti strappando applausi che fino a quel momento non si sono sentiti. Molti di questi interventi erano critici sul programma delle opere dei prossimi anni, considerato sovradimensionato rispetto alle esigenze di Cortina. 

GLI INTERVENTI DEL PUBBLICO

Molte le perplessità dei cittadini sugli interventi contenuti nel nuovo Masterplan urbanistico che l’amministrazione comunale ha presentato martedì sera all’Alexander Girardi Hall.

Il primo ad intervenire è stato Paolo Ghezze, presidente della Cooperativa di Cortina, seriamente preoccupato per il progetto di riqualificazione della stazione. «Sono deluso dalla presentazione: se non avessi letto qualcosa non avrei capito» ha esordito Ghezze. «Spostare il commercio in zona stazione è controproducente. Ci abbiamo messo 150 anni (gli anni dalla fondazione dalla Cooperativa, ndr) e ora rischiamo di buttare tutto all’aria. Il futuro sarà roseo? Dividere il commercio e il consumo tra corso Italia e la zona della stazione è un collasso del sistema economico a Cortina. La presentazione del Masterplan e del progetto stazione doveva essere fatta cinque anni fa, concertata e non calata dall'alto». 

Dopo Ghezze è intervenuto Ferdinando Da Rin, già primario di ortopedia al Codivilla Putti. «Pensavo che la presentazione venisse fatta prima, non capisco il momento. Tutto è molto ovvio e condivisibile. Mancano temi molto importanti, come il parcheggio in Largo Poste, il collegamento dei versanti, il treno». 

Breve e conciso è stato l’intervento del candidato sindaco Roberto Pompanin “Bortel”: «Tutto questo a due mesi dalle amministrative mi puzza di propaganda elettorale». «Speriamo che con le opere per le Olimpiadi non succeda come per quelle per i Mondiali, la maggior parte delle quali non sono state fatte. Stiamo ancora aspettando la piscina, e al momento siano senza ospedale, dove i lavori sono fermi» ha detto Enrico Valle, ex presidente del Comitato permanente Coppa del Mondo ed ex candidato sindaco. 

Gherardo Manaigo, albergatore, ha fatto i complimenti per la presentazione. «Sull’area della stazione speravo che la  zona diventasse completamente pedonalizzata. Ad esempio interrando sia la strada che la stazione» ha aggiunto. Preoccupazione anche per l’ex sindaco Roberto Gaspari. «Condivido su quanto detto da Paolo Ghezze sul commerciale in stazione. Per i Mondiali si dovevano fare tante opere che non ci sono state. Mi chiedo dunque cosa aspettarci dalle Olimpiadi, se non una Cortina devastata dai cantieri, con il rischio di opere iniziate e non finite». 

Ha concluso gli interventi un accorato Massimo Hirschstein. «Sono preoccupato per lo sconvolgimento del paese, per i prossimi almeno dieci anni di cantieri con gravi conseguenze anche sulle nostre tasche. Abbiamo già assistito alla devastazione di alcune aree per i Mondiali. Cortina è unica, e dobbiamo mantenerla tale. Chi viene a Cortina viene perché è bella così, non dobbiamo assomigliare ai paesi vicini. Il paese poi si sta spopolando,  a chi serviranno tutte queste opere?»