Sulla costruzione della pista da bob a Cortina per i Giochi del 2026, CIO e Regione si sono sempre trovati in contrasto, ma la Regione ha tirato dritto ignorando i suggerimenti del Comitato Olimpico Internazionale e i dettami dell’Agenda 2020 sulla sostenibilità.
A svelare i retroscena tra CIO e Regione Veneto sulla tanto discussa pista da bob a Cortina è la consigliera regionale di Verdi Europa Cristina Guarda. «Già alla fine di ottobre 2020 il CIO chiede chiarimenti rispetto alla pista da bob. Afferma che la pandemia ha cambiato anche la percezione dei Giochi olimpici e che quindi è necessario assicurarsi che l’eredità che l’edizione Milano-Cortina lascerà sia in linea con quanto atteso, e che non diventi invece una palla al piede per le future generazioni. Allo stesso tempo, il CIO mette già sul piatto le opportunità che si possono trarre dal non costruire una nuova pista da bob».
Nella corrispondenza tra i due enti che Guarda ha potuto consultare nel suo ruolo di consigliera regionale, il CIO fornisce esempi di precedenti piste da bob costruite per altre edizioni dei Giochi che hanno causato deficit. Tra queste quella di Torino 2006. Le raccomandazioni sono quelle ormai a tutti note: rendere i Giochi più sostenibili e meno impattanti dal punto di vista finanziario, operativo e ambientale, cosa che, nel caso della riqualificazione della pista “Eugenio Monti”, sembra essere ignorata.
«In questa ottica il tavolo congiunto ritiene che non vi sia alcun bisogno di costruire nuove piste da bob e che si debba piuttosto pensare ad utilizzare l’esistente, anche ricorrendo a strutture esterne alla regione interessata» sono i moniti del CIO. Potrebbe tornare utile in questo caso l’utilizzo della pista di Innsbruck, distante circa 150 km da Cortina, ad oggi in funzione che necessita alcuni aggiustamenti, ma che la Regione ha scartato inseguito al documento tecnico di fattibilità sulla pista commissionato dalla Regione lo scorso autunno.
Viene inoltre messo in evidenza che il numero di atleti che ricorrono a questo genere di strutture è assai contenuto. «Nelle lettere inviate alla Regione, CIO mette in evidenza come il suggerimento di non costruire una nuova pista sia stato avanzato fin dalla fase interlocutoria: evitare di continuare a costruire strutture così complesse è uno degli obiettivi della Olympic Agenda 2020» continua Guarda.
In contrasto anche i numeri che la Regione sta sbandierando, come i costi della struttura e la perdita annua di 400.000 euro prevista per Cortina. «Il Comitato Olimpico afferma che mediamente le piste da bob sono costate tra i 90 e i 120 milioni di dollari con un successivo deficit annuo compreso tra i 500.000 e i 750.000 dollari annui, evidenziando come nessun dato al momento suggerisca che la costruzione di una struttura da bob ex novo favorisca lo sviluppo di questa disciplina nel Paese».
Alle pressioni da parte del CIO di non costruire la pista da bob avanzate ancora ad ottobre 2020, la Regione risponde ricordando la lettera di intenti firmata da Regione Veneto, Comune di Cortina e province di Trento e Bolzano circa l’impegno a garantire la gestione della pista dopo i Giochi, affermandola volontà di andare avanti con l’opera. La risposta del CIO ai funzionari regionali (gennaio 2021) rimarca la sua contrarietà a causa dei costi eccessivi e afferma a chiare lettere che questa opera rischia di mettere a repentaglio lo sforzo di CIO nel rispettare la Olympic Agenda 2020. CIO mette in guardia ed evidenza come, forse a futura memoria, questa opera sia stata indicata come inopportuna fin dai tempi della candidatura».
La Regione Veneto ha dunque tirato dritto rispetto alla ferma volontà di costruire l’opera, nonostante le richieste di chiarimento da parte del CIO, ignorando gli interrogativi sulla sostenibilità economica, ambentale e sociale dell’opera come richiesto nella fase di candidatura.
Solo pochi giorni fa Regione Veneto, Provincia di Belluno e Comune di Cortina d’Ampezzo hanno firmato un Accordo di Programma per la realizzazione ed il cofinanziamento dell’intervento. Questa dovrà essere pronta per ottobre 2024.