Nuovi collegamenti sciistici? Le associazioni ambientaliste dicono “No, grazie”.
    

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Nuovi collegamenti sciistici? Le associazioni ambientaliste dicono “No, grazie”.

Redazione

19/01/2022

«Solo pochi mesi fa  l'Assessore veneto al Turismo Federico Caner, parlando di impianti di risalita, assicurava che la Regione Veneto era decisa a investire le risorse disponibili solo “nella riqualificazione delle strutture esistenti, anzi prima di tutto nella loro sicurezza”. No quindi al collegamento impiantistico Cortina – Arabba ma no anche agli altri collegamenti che ogni tanto vengono portati all'attenzione dell'opinione pubblica. “Verificheremo se ci saranno tratti da completare nella rete oggi esistente, ma sarà l'ultimo step che considereremo” dichiarava in quella occasione l’Assessore.

Apprendiamo ora che, in totale contraddizione con quanto affermato, con Decreto n. 401/21 pubblicato sul BUR Veneto n.3 del 07/01/2022, (https://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioDecreto.aspx?id=466810) la Regione Veneto ha affidato l'incarico per la redazione dello Studio di Fattibilità tecnico-economica riguardante i possibili collegamenti sciistici intervallivi con fulcro Cortina d'Ampezzo - Comprensori sciistici Cortina - Civetta - Alta Badia allo Studio Plintos Ing. Diego De Carli con sede ad Alano di Piave (BL) per un importo di euro 56.400,00, a cui si sommano oneri e IVA, per un totale di euro 71.560,32. 

Questo studio di fattibilità si configura come un'iniziativa a sé stante rispetto al Piano Regionale Neve in corso di redazione. La Regione ha deciso di darvi corso “per affrettare i tempi, data la complessità realizzativa di queste tipologie di collegamenti, anche perché il loro orizzonte temporale di eventuale realizzazione deve essere più breve in quanto connesso all'evento olimpico e paraolimpico del 2026 (come precisato nella Delibera Giunta Regionale n. 1249/21); le risultanze di questo studio dovranno comunque essere recepite dal Piano Regionale Neve.”

A nostra valutazione le emergenze della montagna bellunese sono ben altre, e ben altri gli investimenti che possono darle slancio e futuro, da indirizzare in modo particolare ai settori dei servizi alla persona, della salute sul territorio, delle manutenzioni ambientali, della sicurezza, della mobilità pubblica, della formazione scolastica e del mondo del lavoro. Serve cioè mettere in atto una strategia che eviti il continuo spopolamento della montagna e il depauperamento culturale dovuto alla fuga dei giovani.

Allo stesso tempo non reputiamo accettabile che l’ente pubblico arrivi a finanziare non solo le opere di società private, ma addirittura la loro progettazione, e che simili decisioni vengano prese senza avviare un preventivo confronto con i territori interessati.

Con questa iniziativa, la Regione Veneto non solo non recepisce i principi della Convenzione delle Alpi nei suoi diversi protocolli, ma li viola apertamente. Oltre a questo non recepisce alcuna delle indicazioni previste dall’Agenda ONU 2030, che puntano a bloccare il consumo di suolo (che in Veneto è tra i più alti in Europa), all’investimento nella biodiversità, al risparmio energetico e alla riqualificazione della risorsa idrica. 

Nella sostanza, la Regione Veneto si sta muovendo nella direzione opposta rispetto a quanto si sta progettando a livello dell’intero pianeta per contrastare il cambiamento climatico in atto. 

Riteniamo sia urgente che tutto questo venga portato all’attenzione delle istituzioni internazionali come pure ci attendiamo, da subito, una severa censura da parte della Fondazione Dolomiti Unesco».

Peraltrestrade Dolomiti
per il Coordinamento delle Associazioni ambientaliste