Un intervento di successo può apportare benefici immediatamente percepibili dal paziente che poi, a distanza di mesi, dopo varie sedute di fisioterapia e con il rientro alla propria quotidianità, può vivere appieno gli effetti della buona riuscita dell’operazione.
È questo il caso di un 45enne del Vajont (in provincia di Pordenone) operato all’Ospedale Cortina, Struttura Polispecialistica accreditata con il SSN, per il trattamento della lesione della cuffia dei rotatori: l’équipe di Ortopedia era intervenuta lo scorso luglio tramite chirurgia rigenerativa grazie a un’innovativa combinazione di due impianti per stimolare la rigenerazione dei tessuti lesionati.
“Avevamo deciso di adottare in maniera congiunta, per la prima volta in Italia, due impianti innovativi dal punto di vista dei benefici per il paziente – spiega il dott. Davide Paratore, responsabile f.f. dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale Cortina –. La cuffia dei rotatori è composta da muscoli e tendini che stabilizzano la spalla nei suoi movimenti. La rottura provoca dolore e non consente l’esecuzione corretta dei movimenti. La combinazione di un impianto collagenico bioinduttivo per la rigenerazione anatomica del tendine rotto in sinergia con uno spaziatore riassorbibile ci ha consentito di proteggere la zona riparata e garantire una maggiore tenuta dell’impianto”.
La riparazione della lesione è avvenuta attraverso la sutura della cuffia dei rotatori attraverso un sistema di ancoraggio e fili grazie ai quali si riporta in sede il tendine. Questo è l’approccio chirurgico standard per la riparazione della cuffia dei rotatori che comporta un recupero post operatorio solitamente lungo (5-6 mesi) e un rischio significativo di recidiva. Per questo l’équipe di Ospedale Cortina, tenendo in considerazione l’età e lo stile di vita del paziente, non si è fermata allo “standard” ma ha puntato in alto applicando i due impianti innovativi.
Il beneficio primario dell’utilizzo della chirurgia rigenerativa è dato dall’innesco di un processo di rigenerazione autonoma dei tessuti, che diminuisce il tempo di recupero post operatorio e il rischio di recidive. Per il paziente il vantaggio è subito percepibile grazie ad una riduzione immediata della sintomatologia dolorosa.
Lo stile di vita del paziente, un giovane appassionato di sport alpini e con un lavoro impegnativo dal punto di vista fisico, richiedeva un’alta funzionalità dell’articolazione post-intervento; grazie alla chirurgia rigenerativa è stato possibile un recupero più rapido dei movimenti.
“A distanza di poco più di tre mesi dall’intervento ho una mobilità completa e non ho dolori alla spalla – racconta il paziente –. Ho concluso le sedute di fisioterapia e continuerò con degli esercizi per recuperare la muscolatura. Vorrei infatti riprendere, quando i tempi saranno maturi, a lavorare (nel magazzino di una ditta di surgelati) ma anche a prestare servizio nel soccorso alpino e a praticare arrampicata e scialpinismo”.
L’ultima ecografia eseguita mostra come il tendine risulti perfettamente saldato senza ispessimenti. Il processo di riassorbimento dello spaziatore richiederà altri 3-4 mesi per potersi ritenere completo.
“Siamo stati in contatto periodico fin da subito con il fisioterapista che segue i progressi del paziente. Possiamo ritenerci pienamente soddisfatti dei risultati: rispetto a un intervento classico mi preme evidenziare, infatti, e questo caso ne è un esempio concreto, come i tempi di recupero si dimezzino grazie alle metodiche rigenerative. Inoltre le difficoltà che possono riscontrarsi durante la terapia post operatoria si riducono nettamente. All’Ospedale Cortina poniamo sempre più attenzione alla restituzione della qualità di vita, adottando tecnologie e device atti a perseguire la salute e il benessere del paziente” , conclude il dott. Paratore.