Al posto del pascolo alpino ai Ronche ora c'è uno strato di due metri di ghiaia
    

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Al posto del pascolo alpino ai Ronche ora c'è uno strato di due metri di ghiaia

Associazione Comitato Civico Cortina

15/10/2021

Il Notiziario delle Regole d’Ampezzo n. 192 del settembre 2021 racconta la vicenda del pascolo dei Ronche in località Socol a Cortina d’Ampezzo. Una storia allarmante per chi ha a cuore la tutela del nostro territorio. L’abbiamo tradotta dall’ampezzano (1).

«Su quello che il Presidente ha taciuto (nell’Assemblea del 5 settembre 2021, ndr), più che altro per non incendiare gli animi, sono i terreni dei Ronche che le Regole non hanno acquistato: a dirla tutta, i proprietari dei terreni erano venuti alle Regole per vendere i 51.000 metri dei prati fuori al Prato di Acquabona e hanno chiesto 600.000 euro e niente di meno per vendere tutto. Le Regole sarebbero state interessate ad acquistare quei prati, ma ad un prezzo ben più basso. Così, i proprietari hanno pensato bene di farsi autorizzare un progetto che consente di scaricare sopra tutti i prati 2 metri di ghiaia, progetto che hanno poi dato da fare alla ditta E.Ma. Pri.Ce. e che, in sostanza, distrugge il pascolo per chissà quanti anni: i prati dei Ronche erano così belli e fecondi perché il terreno è fatto di strati di terra rosa del “Raibl” (un tipo di roccia): sarà molto difficile che sopra i 2 metri di ghiaia che hanno usato per coprire tutto possa crescere di nuovo un buon pascolo, e che un domani possa essere utilizzata dal bestiame della stalla lì vicino… Su questa situazione, le Regole non hanno potuto fare niente e possono solo stare a vedere che “bel” lavoro che è stato autorizzato e fatto».

Ciò che fa riflettere non è l’iniziativa privata, la quale con pieno diritto persegue il proprio interesse e si industria di valorizzare al massimo la sua proprietà (fosse anche per costruire un grattacielo). Se stendiamo uno spessore di 2 metri di materiale su 50.000 metri quadrati, fanno 100.000 metri cubi di materiale che possono costare al conferente anche 10 euro al metro cubo, per un introito totale di 1 milione di euro (cui vanno tolte le spese delle ruspe).  

Il punto di domanda è come sia possibile – in un ambiente tutelato come quello ampezzano – che l’Amministrazione comunale, gli Uffici, gli Enti di controllo possano autorizzazione un simile intervento (permesso a costruire/D.I.A. 13/2018) su un pascolo storicamente usato a inizio e fine stagione dell’alpeggio.

Aggiungiamo che l’area interessata di 55.292 metri (terreno più strada di attraversamento) è attraversata in centro da un strada sterrata di proprietà regoliera; ebbene, la strada non sarà ovviamente ricoperta per cui, alla fine del lavoro, avremo un piano solcato con una sorta di trincea. Gli esperti dicono che la consistenza del terreno a pascolo non sarà recuperata per decenni.

È interesse di tutta la collettività capire le ragioni, l’utilità, la legittimità di questa “ricomposizione ambientale”, anche per eventualmente difendere il nostro territorio da altre operazioni simili cambiando i regolamenti.
Chiediamo urgenti spiegazioni al Sindaco e alla Soprintendenza.


(1)
Su chel che el Presidente ‘l à tajù, pìche see par no inpizà cridore, ‘l é i tares de i Ronche che ra Regoles res non à cronpà: a ra dì duta, i paroi dei tares i èa vegnude a ra Regoles par vende i 51 mile metre de i prade fora al Pra del Gabona e i domandàa 600 mile euro e no de manco par vende duto.
Ra Regoles res sarae štades interesades a cronpà chi prade, ma a un prezio ben pì bas. Cošì, i paroi i à pensà polito de se fei autorişà un projeto agnoche i bicia sora dute i prade doi metre de jera, projeto che i à pó dà da fei a ra dita E.Ma.Pri.Ce. e che, in pratega, el deštruje ra monte par cisà cuante anes: i prade dei Ronche i èa cošì biei e pašude parceche el taren ‘l é fato de štrate de tera rosa del “Raibl” (un tipo de croda): sarà asei difizile che sora i doi metre de jera che i à dorà par seporì duto pode creše danoo una bela monte, e che un doman ra pode ese dorada dal bešteame de ra štala là pede…
Su chešto, ra Regoles no in à podù nuia e res pó solo štà a vede ce un “bel” laoro che ‘l é štà autorişà e fato.