Il settore della medicina rigenerativa continua a crescere: si stima che nel 2020 le aziende nell’ambito dell’ingegneria biomedica fossero oltre mille a livello globale. Un dato che testimonia l’interesse in questo campo, supportato dai successi dell’utilizzo in ambito sanitario. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che nel corpo umano esistono cellule, denominate staminali mesenchimali, in grado di coadiuvare la riparazione di tessuti danneggiati accelerando il processo di guarigione.
“La chirurgia rigenerativa, nei casi in cui vi siano i presupposti clinici, è da preferire alla chirurgia classica – commenta il dott. Davide Paratore, responsabile f.f. dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale Cortina, Struttura Polispecialistica accreditata con il SSN –. È sicuramente un valido presidio per far sì che si ottenga la «restituzione all’integrità», ovvero la guarigione completa della sezione anatomica interessata. Se le lesioni sono troppo importanti, o nel caso in cui la lesione sia completa, la chirurgia rigenerativa non può essere presa in considerazione: questa branca chirurgica aiuta infatti il tessuto a guarire ma il tessuto deve essere presente, è rigenerativa non sostitutiva”.
La chirurgia rigenerativa vuole essere una risposta alla crescente richiesta di alta funzionalità post-intervento da parte di una più ampia fascia d’età: consente di tornare alla cinetica pre infortunio dopo un recupero più rapido rispetto a interventi classici (tempi di recupero dimezzati). Inoltre le difficoltà che possono riscontrarsi durante la terapia post operatoria si riducono nettamente.
L’équipe di Ortopedia di Ospedale Cortina ha adottato recentemente le moderne metodiche rigenerative per trattare, ad esempio, patologie del ginocchio nei casi in cui la lesione sia contenuta attraverso terapie con cellule staminali (viene prelevato del grasso a livello addominale o dalle natiche, centrifugato con speciali apparecchiature che separano la parte con potenziale rigenerativo/riparativo; questo liquido ottenuto viene iniettato all’interno dell’articolazione interessata dalla lesione). Questa viene quindi solitamente utilizzata in pazienti giovani in cui ci sono piccole perdite cartilaginee, non in pazienti affetti da artrosi dove la cartilagine non è più presente. Un’altra tecnica rigenerativa prevede l’utilizzo di membrane (patch), ad esempio per trattare lesioni traumatiche della cuffia dei rotatori, “negli Stati Uniti centri specializzati stanno iniziando ad utilizzarle anche per trattare altri tendini, qui nell’ospedale ampezzano contiamo di farlo in un prossimo futuro” spiega il dott. Paratore.
Ed è proprio nell’ambito della chirurgia rigenerativa per il trattamento della lesione della cuffia dei rotatori che si colloca il risultato ottenuto da Ospedale Cortina che è intervenuto per la prima volta in Italia con la combinazione di due impianti particolari per stimolare la rigenerazione dei tessuti lesionati.
La cuffia dei rotatori è composta da muscoli e tendini che consentono la stabilizzazione e il movimento corretto della spalla. Quando subisce una rottura anche i semplici gesti quotidiani provocano dolore e non vengono eseguiti nella maniera corretta.
“Siamo intervenuti per la prima volta sul territorio nazionale combinando due impianti innovativi dal punto di vista dei benefici – spiega il dott. Paratore –. Si è trattato di applicare un impianto collagenico bioinduttivo per la rigenerazione anatomica del tendine rotto (disponibile in Italia da giugno 2020 e Ospedale Cortina è tra i primi centri ad utilizzarlo) in sinergia con uno spaziatore riassorbibile solitamente utilizzato per il trattamento delle lesioni massive della cuffia dei rotatori. Questa innovativa combinazione, a protezione della zona riparata, può rappresentare una maggiore garanzia di tenuta dell’impianto”.
Oltre ai benefici della chirurgia rigenerativa, le due procedure per il trattamento della lesione consentiranno vantaggi immediati per il paziente: limitando la frizione tra l’acromion e la cuffia dei rotatori, e rendendo più rapido il processo di guarigione e rigenerazione dei tessuti, si ottiene una riduzione della sintomatologia dolorosa nel post operatorio. Inoltre gli studi clinici sui singoli impianti hanno dimostrato maggiori livelli di attività motoria e migliori risultati a livello ortopedico.
Comunicato ufficio stampa GVM Care & Research