«Per località come la nostra ci vorrebbero nidi più economici in grado di venire incontro alle esigenze delle famiglie monoreddito e di quelle dove lavorano entrambi i genitori e hanno più figli con età ravvicinate» aveva dichiarato l’assessore Paola Coletti lo scorso mese di marzo, in seguito ad un suo intervento in streaming durante una conferenza sul tema della natalità in Italia.
Frase che ha messo in allarme la Minoranza consiliare sul futuro del Centro Montessori, unica realtà a Cortina che offre un servizio di asilo nido per le famiglie di Cortina. «Avendo appreso dalla stampa la dichiarazione dell’Assessore Coletti, vorremmo conoscere lo stato dell’arte della trattativa tra Comune e associazione “Facciamo un nido” - spiega il capogruppo Giorgio Da Rin -. Negli ultimi anni non si è mai riusciti a risolvere il problema inerente all’Associazione, nonostante vari proclami di volontà da parte di questa Amministrazione. Potremmo dire anzi che si sono aggravati».
I rapporti tra Amministrazione comunale e Associazione “Facciamo un nido” sono stati in parte risolti per quanto riguarda la mancata erogazione dei contributi comunali degli ultimi due anni, ma non ancora per la questione dello stabile di proprietà del Comune dove ha sede la scuola.
«Dal momento che l’Associazione “Facciamo un nido” sostiene solo spese inerenti all’educazione, servizio mensa, utenze ecc, e che il consiglio di amministrazione è composto da volontari, l’unico modo per abbattere i costi è l’aumento di contributi pubblici e/o l’abbattimento dei canoni di locazione. Riguardo al canone di locazione, siamo a conoscenza del fatto che l’intenzione sia di spacchettare l’affitto in due parti in base all’utilizzo: un affitto calmierato per la parte utilizzata per asilo e nido; un affitto con prezzo commerciale per la parte utilizzata per la scuola primaria. Troviamo questa soluzione del tutto inefficace vista la situazione e la volontà espressa da parte dell’Assessore nel cercare di offrire servizi basilari più accessibili».
LA QUESTIONE DELLO STABILE
Ancora non è stato emesso un bando per l’uso dello stabile dove risiede il centro, mentre la concessione da parte del Comune di utilizzare l’immobile di sua proprietà scade il 30 giugno 2021. «Il nostro gruppo non vuole entrare nel merito del metodo educativo, che in ogni caso garantisce il pluralismo scolastico. Sapendo che a breve l’affidamento dell’immobile in cui opera l’Associazione verrà a scadere, vorremmo avere certezze rispetto ad un leale comportamento da parte di questa Amministrazione, aprendo un bando o qualunque altra forma di affidamento dell’immobile ritenuta opportuna. Questo al fine di garantire la continuità di servizio all’Associazione che non segue il normale calendario scolastico come l’asilo parrocchiale, ma è aperto tutto l’anno, quindi anche luglio e agosto» insiste Da Rin.
«Se il Comune ha la necessità di monetizzare in ogni sua proprietà lo può fare senza compromettere il funzionamento di un servizio per la prima infanzia come il Centro Montessori. Si può lucrare altrove. Facciamo presente che ci sono molte unità commerciali di proprietà del Comune, affacciate su Corso Italia, che hanno un canone di locazione irrisorio se non ridicolo se confrontato con i prezzi di mercato, quindi se si vuole fare cassa, si parta da queste unità, e non dai servizi».
LA RICHIESTA DI CHIAREZZA
Secondo Da Rin e i suoi, la situazione di stallo che si è instaurata tra l’associazione “Facciamo un Nido” e l’Amministrazione comunale è assurda. «Sembra che l’Amministrazione stia facendo di tutto per ostacolare un gruppo di volontari che cerca di contribuire all’interno della nostra società con dei servizi utili oltre che necessari. Teniamo anche in considerazione che molto probabilmente, nel caso in cui l’Associazione “Facciamo un nido” fosse costretta a chiudere, il numero totale di bambini attualmente iscritti sarebbe difficilmente assorbito dalla “scuola dell’infanzia Don Pietro Frenademez”, e tutti i bimbi al di sotto dei 2 anni sarebbero lasciati a soluzioni di ripiego che non garantiscono la qualità educativa richiesta dallo Stato Italiano».
Da Rin chiede all’Amministrazione comunale una risposta chiara sul futuro del Centro Montessori. «Abbiamo un numero importante di famiglie che vive con ansia questo lungo periodo di incomprensioni e di poca volontà di risolvere i vari problemi connessi alla situazione qui delineata. Tutto questo con la conseguente difficoltà di non potere pianificare il futuro anno scolastico. Crediamo che il Comune abbia il dovere di dare certezze. Chiediamo quindi una risposta intellettualmente onesta, e non politicamente perversa».