Ricco di calore umano e quanto mai stimolante l'incontro di giovedi 23 aprile con Paolo Crepet all'Alexander Hall, promosso molto opportunamente dal Soroptimist Club di Cortina d'Ampezzo, con la collaborazione del Comune, sul tema Educare, dentroâ. La sala era gremita di oltre 500 persone, in prevalenza studenti di Cortina e del Cadore.
Convincenti e suadenti i relatori, insieme con il noto psicoterapeuta e scrittore, don Davide Fiocco, Parroco di Cortina, e Luciana Sergiacomi, avvocato e giurista di chiara fama. L'incontro, durato piu di due ore, si e rivelato quanto mai opportuno perche sempre piu evidente si manifesta oggi tra i giovani un malessere psichico e spirituale che li conduce, a volte, a gesti inconsulti, se non addirittura orrendi, come quello recente di un giovane studente che, dopo aver presentato un compito all'insegnante, convinto di meritare un voto superiore a quattro, si e suicidato.
I tre relatori sono stati concordi nel sostenere che cio che conta nella Scuola, come nella vita, e il concetto di una educazione e di una cultura che arricchiscano l'interiorità dei giovani sulla base di un dialogo costante con i genitori, i sacerdoti , gli insegnanti. Riferire i concetti espressi nel corso del lungo incontro richiederebbe la scrittura di un libro.
Personalmente mi limito ad esprimere una mia idea che purtroppo non vedro mai realizzata: quella, cioe, che nella Scuola venga abolita la consueta configurazione della classe, che vede i banchi in fila l'uno dietro l'altro, sottomessi di fronte ad una cattedra elevata e incombente. Ricordo che nella Scuola Normale Superiore di Pisa noi alunni eravamo seduti, ascoltando e dialogando, intorno ad una áTavola rotondaâ, insieme con il Docente che aveva il ruolo di áprimus inter paresâ.
Nella Scuola, insomma, io ricordo, l'insegnamento era teso ad arricchire l'animo e la mente dei giovani, non senza l'attento ascolto, da parte dei professori, dei problemi, delle esigenze, dei sogni giovanili. Ricordo anche con gioia la lettura e il commento, fatti insieme, delle pagine dei giornali. Un reciproco scambio umano e culturale ravvivava e riscaldava, in realta, le lezioni scolastiche, non senza il ricorso anche alla recitazione teatrale (ho sempre pensato in proposito che ciascun edificio scolastico dovrebbe essere fornito di un palcoscenico) e di testi letterari, in prosa in poesia.
In definitiva, il rispetto di norme che abbiano solo un valore teorico e astratto, e contrario ai principi educativi e formativi che presuppongono il rispetto reciproco, la comprensione, da parte degli adulti, dei problemi che rendono, oggi piu che mai, i giovani incerti ed esposti a pericolose crisi di ogni sorta. Occorre, insomma, una "educazione, dentro", che lasci tracce profonde nel cuore e nella mente dei giovani.