«Nel ritenere che ci sia ancora margine per una discussione improntata al buon senso, esponiamo qui di seguito i motivi della nostra contrarietà alla costruzione di una nuova pista da bob a Cortina per le Olimpiadi 2026, alla luce della riconosciuta impossibilità di utilizzare pista e tracciato esistenti.
1) L'Olympic Agenda 2020 che ha definito i criteri di sostenibilità per le Olimpiadi moderne raccomanda l'uso di strutture esistenti o comunque temporanee e smontabili (raccomandazione n.2.2). La pista da bob di Cortina sarebbe invece una struttura completamente nuova;
2) La costruzione di nuove strutture è consentita solo ove si dimostri una ricaduta positiva di lungo periodo per la loro utilizzazione. Le esperienze passate mostrano però che ovunque le piste da bob sono state dismesse perché non vi è alcun ritorno né in termini di utilizzazione né in termini di sostenibilità economica. La stessa - ormai impraticabile - vecchia pista di Cortina è stata chiusa nel 2008 perché pesava sulle casse del Comune per 330.000 euro l'anno, e quella di Cesana, costruita per Torino 2006, è stata abbandonata dopo essere stato utilizzata complessivamente per 15 giorni durante i giochi olimpici e in una decina occasioni per altre competizioni in 4 anni.
Attualmente le piste da bob omologate nelle Alpi e utilizzate per le gare di Coppa del Mondo sono due: Innsbruck, in Tirolo, e Schönau am Königssee, in Baviera, sufficienti a coprire la domanda del comparto. Perché mai costruire una nuova pista, a fronte di un bottino già scarso in partenza?
3) Non basta dire che si farà un accordo con il Coni per un’utilizzazione almeno decennale quale centro di riferimento federale per il bob: quando ci si accorgerà degli alti costi di gestione piuttosto che continuare a spendere si chiuderà. E comunque, alla scadenza dei dieci anni, cosa succederà? Sarà il Comune a farsi carico dei costi?
4) Si afferma che la spesa per la costruzione della struttura ammonterà a circa 50 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Veneto, ovvero da noi cittadini, e quindi sottratti ad altri impieghi magari nel campo sanitario, scolastico o dei trasporti, ove sarebbero assai più utilmente impiegati. Ricordiamo a questo proposito che per la pista di Cesana, a fronte di un preventivo di 60 milioni di euro, ne sono stati spesi a consuntivo 110 milioni (pari a 220 miliardi di vecchie lire!)
5) La costruzione della pista comporterebbe il disfacimento di un tratto consistente di versante per un’estensione di parecchi ettari, nonché la realizzazione di strade di accesso e di servizio, tribune ecc, col taglio di numerosi alberi (prevalentemente larici e abeti). Un ulteriore colpo inferto all'ambiente di Cortina, già pesantemente sacrificato per le infrastrutture dei Mondiali di Sci 2021.
6) La prevedibile dismissione della pista e la quantomai difficile ricomposizione ambientale sarebbe a totale carico del Comune? Per Cesana il ripristino dei luoghi era stato valutato in 15 milioni di euro.
7) Ad oggi non c’è nessuno che abbia visto un progetto, alla faccia della trasparenza tanto invocata dal CIO. Non se ne trova traccia sul sito ufficiale di MilanoCortina2026, ma si ha l’ardire di affermare che il cantiere verrà aperto entro la prossima estate.
8) L’alternativa esiste, da più parti evocata: la riattivazione della pista di Cesana in vista delle Olimpiadi 2026, che costerebbe all’incirca 10 milioni di euro, un quinto rispetto al costo preventivato per una nuova pista a Cortina. E allora perché, se non si vuole utilizzare la già esistente e vicina struttura di Innsbruck, non percorrere questa strada? Solo per l'orgoglio di avere una nuova struttura in Veneto?
Non resta che sperare che alla fine il buon senso e il senso di responsabilità prevalgano.
firmatari:
WWF – Terre del Piave
Mountain Wilderness Italia
Italia Nostra Sez. di Belluno
Gruppo Promotore Parco del Cadore
Ecoistituto Del Veneto “Alex Langer”
Peraltrestrade Dolomiti
Osservatorio delle Olimpiadi MI-Cortina 2026
Nella foto: Rendering pista da bob per i Giochi olimpici invernali Pechino 2022.
Per MilanoCortina2026 non c’è ancora un progetto