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HOTEL AMPEZZO: dai ruderi alle macerie

Associazione Comitato Civico Cortina

07/09/2020

Dopo quasi vent’anni dalla chiusura finalmente la scorsa primavera sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’Hotel Ampezzo, un rudere a cielo aperto situato nel centro di Cortina, a due passi dalla zona pedonale di corso Italia.

«Finalmente si fa sul serio!» è stata l’esclamazione generale; annunci sul via infatti in questi anni si sono susseguiti più volte, senza esito.

L’Hotel Ampezzo ha chiuso nel 2003 come albergo a 3 Stelle con al suo attivo 137 posti letto. Da allora è passato di mano più volte, rimanendo in vista a turisti e passanti sulla strada che dal centro porta alla stazione delle corriere in condizioni di degrado, dando non certo una bella mostra di sé né una bella immagine del nostro paese.

L’attuale proprietario, un imprenditore russo titolare a Cortina anche dell’hotel Lajadira, dopo la concessione di una variante lo scorso anno in Consiglio comunale rispetto al progetto originale, era partito con il grosso investimento, ma la magistratura, in seguito ad una o più denunce, è intervenuta bloccando il cantiere dopo la demolizione di una buona parte dell’edificio. Motivo: in quella zona si poteva realizzare un restauro conservativo ma non una demolizione, come ha spiegato il gip Enrica Marson che il 20 luglio scorso ha disposto il sequestro preventivo del cantiere.

Il Comune era a conoscenza del procedimento penale, come emerse anche in Consiglio comunale lo scorso anno su osservazione del gruppo di Minoranza; ciò nonostante si andò avanti nella procedura di rilascio del permesso edilizio.

Il permesso di costruire è stato dato in deroga al Prg vigente, che non prevede in zona centrale l’abbattimento e la ricostruzione di edifici storici come l’hotel Ampezzo. A quanto pare, non era questa la formula giusta per il rilascio della concessione.

Agevolare il proprietario dell’Hotel Ampezzo da parte del Comune è un atto condivisibile per il grosso investimento che l’imprenditore russo sta facendo a Cortina. Se la cosiddetta agevolazione tuttavia non ha seguito un iter corretto, allora il Comune dovrebbe mettere mano ad un regolamento urbanistico-edilizio che permetta a quei pochi che hanno le possibilità di recuperare gli oramai numerosi alberghi fatiscenti (hotel Italia in primis, ma l’elenco va avanti) senza incombere nelle maglie della magistratura.

Il vantaggio allora sarebbe per tutti, senza spiacevoli intoppi e nel rispetto della legge.