L’organizzazione dei Mondiali o delle Olimpiadi, così come la gestione degli impianti di risalta o i disegni dei nuovi parcheggi, sono progetti a carattere privato. A volte lo dimentichiamo.
La gestione privatistica dei beni pubblici come le acque, il territorio e l’ambiente molto spesso non offre un’adeguata compensazione al danno che viene portato alla collettività dalla iniziativa imprenditoriale. E ancora più spesso l’interesse pubblico fatica a farsi valere, anche per una certa inerzia e condiscendenza della politica, ammaliata dalle sirene dei facili e instabili consensi del “movimento terra” a tutti i costi.
Se l’interesse pubblico non riesce a farsi valere e a bilanciare le forze per un giusto equilibrio tra il business privato e il bene della collettività, allora altri attori sociali entrano in gioco, ad esempio le associazioni ambientaliste, quelle dei consumatori, o anche gli stessi cittadini.
Un grazie va a tutti i cittadini, le associazioni, i funzionari pubblici che difendono il bene comune. In questo periodo ne abbiamo ancora bisogno.