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Cortina invasa dai cantieri

Lettere al giornale

23/07/2020

Forse «sentiamo il tempo», come ci dicevano da piccoli, ma - mutuando le parole di una cadorina transitata per Ampezzo nei giorni scorsi dopo tanti anni - ci duole affermare che una «Cortina così brutta, forse non l’abbiamo mai vista».

Ci sono, è vero, numerose attenuanti a questo quadro pessimistico della valle in cui pure siamo nati e viviamo e che celebriamo ad ogni piè sospinto nelle nostre ricerche e scritti, ma la Cortina di quest’estate è quasi inguardabile.

Togliamo pure l’immobilità cui siamo stati costretti dalla pandemia, che ha fermato numerosi lavori, soprattutto pubblici; togliamo anche lo strascico della tempesta Vaia e dell’inverno scorso, che hanno lasciato danni ambientali e cambiato il volto di alcuni luoghi, comunque per la verità pochi rispetto a zone contermini più sfortunate.

Aggiungiamoci invece il furore dionisiaco legato ai Mondiali e alle Olimpiadi, e tutti i lavori avviati in preparazione degli eventi: già l’estate fatica a decollare, e in più non c’è una pubblica via libera da cantieri, si respira un caos generale, con opere ferme da anni e iniziate tutte insieme, un traffico quasi da metropoli, rumori e polvere propri di brutte periferie.

Spiace dire ma forse, se fossimo forestieri, oggi non verremmo in vacanza quassù, con code chilometriche per cinque semafori su 15 km e 500 vetture ferme ogni fine settimana in due km di strada, per salire al lago del Sorapis. Per tacer del resto!

Il centro è trasandato, poco ordinato e pulito, come invece dovrebbe apparire agli ospiti e a chi ci vive e paga per avere un paese bello e presentabile. Non ci dilunghiamo su quanto non va e si poteva, o potrebbe risolvere anche con poco, sarebbe uno «sparare sulla Croce Rossa». Sentendo spesso parlare di grandi cifre disponibili per megaprogetti a sostegno della montagna, vien da chiedersi: quei denari arriveranno anche qui, dove finiranno e quali iniziative (di welfare) sosterranno?

Soprattutto ci si chiede: se Cortina non avesse i Mondiali e una parte delle Olimpiadi, e non fosse stata varata una pingue legge olimpica, che non si sa che cosa porterà quassù, oltre forse a un fiume di denaro, tutti i lavori in corso quest’estate sarebbero mai stati fatti?

E.M.C.