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CODIVILLA-PUTTI: SCADE IL 30 GIUGNO LA SPERIMENTAZIONE, MA SUL FUTURO C'E' ANCORA INCERTEZZA

Marina Menardi

01/06/2009

Primo luglio 2003: parte la sperimentazione di gestione pubblico-privata dell'ospedale Codivilla Putti, che vede la costituzione di una società mista, l'Istituto Codivilla-Putti S.p.a., con il 51% di proprietà della Ulss n. 1, e il 49% del partner privato, la società GIOMI S.p.a. Questo nuovo modello rappresenta un'alternativa alla gestione tradizionale dell'ospedale, fino a quel momento totalmente pubblica: la maggioranza è sempre in mano pubblica, e fissa gli indirizzi strategici e fa da garante e da controllo sulla gestione, mentre il privato porta un'organizzazione più efficiente delle risorse.

Alla chiusura del primo triennio di sperimentazione (giugno 2006), la Regione, dopo aver considerato buoni i risultati, ha prorogato la gestione mista per altri tre anni.

Siamo ora alla scadenza del periodo di proroga, e le incertezze sul futuro dell'ospedale sono ancora molte. Due sono le indagini - una penale e una amministrativa - che ruotano attorno al Codivilla.

La prima vede indagate 13 persone per le cartelle cliniche «gonfiate» in seguito ad un'ispezione della Guardia di Finanza partita nel 2007. La magistratura sta cercando di capire se le schede di dimissioni ospedaliere (Sdo) sequestrate sono state alterate al fine di ottenere maggiori rimborsi da parte della società di gestione.

La seconda riguarda il doppio ruolo di direttore generale della Ulss e di presidente del Cda della società mista Codivilla-Putti dei tre direttori generali che si sono succeduti dal 2002 ad oggi. La Guardia di Finanza di Belluno ha segnalato alla Corte dei Conti il conflitto di interessi per il doppio ruolo e doppio stipendio dei dg e un danno erariale stimato dal 2003 ad oggi di 600mila euro.

La Regione dovrà a breve decidere su cosa fare ora che la sperimentazione è giunta al termine. L'assessore regionale alla sanità Sandro Sandri ha confermato che ci sarà un periodo di proroga, per permettere ai tre esperti nominati il 5 maggio dalla Giunta regionale di valutare la sperimentazione.

Nel frattempo a Cortina è sorto un «Comitato per la Sanità di Cortina», presieduto da Valeria Antoniacomi, già dipendente del Codivilla nel settore amministrativo per oltre trent'anni. Il Comitato si è costituito come Onlus l'8 maggio scorso, con lo scopo di «salvaguardare e tutelare il diritto alla salute della cittadinanza di Cortina d'Ampezzo e della Valle del Boite». In questi giorni il Comitato sta raccogliendo le firme dei cittadini con tre specifiche richieste alle istituzioni: far tornare l'Istituto Codivilla Putti un ospedale pubblico nella proprietà e nella gestione ULSS n. 1 come garanzia per il futuro; garantire a tutti i malati di tumore e non la terapia del dolore e le cure palliative a domicilio; riportare i servizi ambulatoriali sul territorio.

Quest'ultimo punto, come confermato dalla vice presidente Maria Luisa Pustetto, è quello più sentito dalla popolazione.

«La gente sente la necessità di avere i servizi ambulatoriali sul territorio, come avveniva prima della gestione pubblico-privata.

Il riscontro che abbiamo avuto con la raccolta firme è tantissimo.

La sanità è un problema che ci tocca tutti». Alla fine di maggio il Comitato per la Sanità aveva raccolto già oltre 1000 firme.

 

INTERVISTA A CARLO BRUSEGAN, DIRETTORE SANITARIO DEL CODIVILLA PUTTI

 

Il dott. Carlo Brusegan, direttore sanitario dell'ospedale, non sembra allarmato dalla situazione in cui si trova oggi il Codivilla. Carlo Brusegan è direttore sanitario della struttura ospedaliera di Cortina dal 2004, quando la sperimentazione era già avviata; è quindi dipendente della società mista Codivilla Putti S.p.a., come il personale assunto dal 2003 in poi, circa 100 dipendenti. Una parte dei dipendenti (una cinquantina), invece, continua ad avere un contratto pubblico con il Servizio Sanitario Nazionale, però in una situazione di comando:

dipendono ora dalla società di gestione dell'istituto.

Dott. Brusegan, esiste il conflitto d'interesse per la doppia carica di direttore generale dell'Ulss e presidente della società mista?

Secondo me non c'è conflitto d'interesse tra la carica di direttore generale della Ulss e la presidenza del Cda della società mista Codivilla Putti. Questa struttura è dell'ULSS al 51%, quindi a maggioranza pubblica, ma con una gestione di tipo privato. E' normale che il socio di maggioranza faccia parte del Consiglio d'Amministrazione di una società, e di norma ne è proprio il presidente. Non vedo i termini per il conflitto d'interesse.

Un conflitto che, in ogni caso, è indipendente dal danno erariale.

Esiste il danno erariale per il doppio compenso, nonostante la legge 502 del 1992, secondo quanto contestato dalla Fiamme Gialle di Belluno, affermi l'esclusività del ruolo di direttore generale?

Il compenso in qualità di presidente della società di gestione della struttura è previsto dalla normativa sulle società. Che sia il dg o qualcun altro, questo viene erogato per la funzione ricoperta ed è giusto che sia così. Il ruolo di presidente va oltre al lavoro dirigenziale nella Ulss; in termini di tempo non c'è danno erariale, e in termini di denaro, mi sembra che l'ing. Angonese, attuale dg dell'Ulss, non percepisca alcun compenso. Forse la normativa è poco chiara in proposito. Se tutti e tre i dg hanno avuto lo stesso approccio alla questione, significa che si sentivano a posto dal punto di vista normativo.

Immagino che si siano informati presso dei consulenti.

Come si finanzia la società Codivilla Putti S.p.a.?

La società Codivilla Putti viene finanziata dalla Ulss come un'azienda ospedaliera: la Ulss paga in base alle prestazioni erogate, e non con un importo pro capite per ogni abitante, come gli altri ospedali pubblici. Noi, cioè, veniamo pagati per ciò che produciamo. Nelle Sdo, le schede di dimissione, vengono sintetizzate le prestazioni erogate.

Viene apposto un codice DRG accanto al quale corrisponde nel programma computerizzato del ministero una certa cifra.

Presentiamo i conti all'Ulss di Belluno, che ci paga secondo i codici inseriti nelle Sdo; la Ulss di Belluno, a sua volta, si fa rifondere dalle Uls fuori regione, se vi sono degenti provenienti da altre regioni d'Italia.

Lei è indagato, assieme ad altre 12 persone, per le cartelle cliniche

«gonfiate» sequestrate dalla Guardia di Finanza. Ci può spiegare cosa significa?

 

L'indagine sulle cartelle gonfiate ruota attorno alla vendita del prodotto. Faccio un esempio pratico: se vendiamo Mercedes con gli accessori, addebitiamo sia la Mercedes, sia gli accessori.

Qualcuno tuttavia sostiene che vendiamo delle Skoda senza accessori, ma non è sempre così.

L'assegnazione dei codici delle prestazioni richiede un medico che conosca la procedura. Non è semplice né automatico, ed è difficile valutare. Sono in attesa di essere ascoltato in proposito.

Sono indagato, mi dispiace, ma sono sereno. Io lavoro per l'interesse dell'azienda: ho il dovere di dichiarare tutte le prestazioni.

Se ne ometto qualcuna, procuro un danno all'azienda.

Come avvengono i controlli delle cartelle cliniche?

Al nostro interno facciamo dei controlli trimestrali. Mese per mese noi mandiamo i conti a Belluno. L'azienda sanitaria effettua dei controlli mirati, non casuali: se c'è qualcosa che, secondo loro, non quadra o non corrisponde, allora viene a fare un controllo approfondito.

Inoltre l'Ulss periodicamente fa dei controlli a campione.

La sperimentazione è in scadenza.

Cosa accadrà adesso?

Gli esperti nominati dalla Regione hanno 8 mesi di tempo per valutare la sperimentazione. Al termine della verifica, ci saranno tre possibilità: un'ulteriore proroga, per permettere alle indagini della magistratura di terminare il loro corso; la conferma della società mista; il ritorno al pubblico.

Personalmente, credo che la migliore soluzione sia la conferma.

Se il Codivilla dovesse ritornare pubblico al cento per cento, non so quali sarebbero le garanzie di sopravvivenza dell'ospedale. Il pubblico qui c'è già stato, e da solo non poteva più accollarsi tutte le spese della struttura. Bisogna stare attenti ad avanzare certe richieste, forse nate in buona fede. Molti ospedali di piccoli centri hanno chiuso in questi anni. Le garanzie del pubblico non sono forti come qualcuno vuol far credere.

 

(box)

 

LETTERA INVIATA DAL SINDACO FRANCESCHI AL PRESIDENTE DELLA REGIONE GIANCARLO GALAN

 

Egregio Presidente, con la presente sono a richiedere, a nome di tutta la cittadinanza di Cortina d'Ampezzo, notizie in merito al futuro dell'Ospedale Codivilla Putti di Cortina. L'Ospedale Codivilla Putti ha sempre rappresentato un punto di riferimento importantissimo per la Sanità del nostro territorio e si è caratterizzato nel tempo per essere un polo di eccellenza per quanto riguarda l'ortopedia e la cura delle osteomieliti a livello nazionale. La trasformazione avvenuta nel 2003, con l'avvio della sperimentazione regionale che vede la partecipazione del pubblico con il 51% e del privato con il 49%, ha comportato una rivisitazione della struttura.

Da un lato ci sono stati dei passi in avanti, come l'apertura nel 2007 del nuovo reparto di riabilitazione cardiologica per pazienti in trattamento post chirurgico provenienti per lo più dal Policlinico universitario di Padova, dall'altro Cortina d'Ampezzo ha perso il Pronto Soccorso, il laboratorio di analisi e alcuni ambulatori importanti sopratutto per la comunità ampezzana, costituita da circa 6500 abitanti che diventano 45.000/50.000 nel periodo di maggior flusso turistico, con un notevole aggravio di tutte le problematiche sanitarie.

Un giudizio complessivo sulla sperimentazione risulta di difficile definizione per l'Amministrazione Comunale, in quanto la stessa non risulta essere né socia della società mista che gestisce la struttura, né proprietaria degli immobili. Anche i due membri del c.d.a. rappresentanti della comunità locale sono stati nominati su segnalazione del precedente Sindaco e pertanto è venuta a mancare la possibilità di disporre delle informazioni necessarie per giudicare con obiettività. Certamente ci è chiara l'insoddisfazione della popolazione per l'assenza di una vera piastra ambulatoriale, per le lunghe liste d'attesa per la riabilitazione fisioterapica e per la cardiologia non convenzionata, anche se le responsabilità di questa situazione non sono necessariamente da attribuire alla società mista che gestisce la struttura di Cortina.

Nel corso degli ultimi due anni abbiamo avuto diversi incontri con il direttore generale dell'Ussl. N°1 ing. Ermanno Angonese, con il socio privato della società mista ed in particolare con il dott. Massimo Miraglia, con l'assessorato regionale nelle persone di Francesca Martini e di Sandro Sandri, e naturalmente anche con il massimo dirigente della sanità regionale, il Dott. Giancarlo Ruscitti. Ad oggi, quando manca poco più di un mese alla scadenza della sperimentazione, il futuro della sanità di Cortina appare ancora incerto e ricco di incognite e pertanto abbiamo deciso di rivolgerci direttamente a Lei. L'Amministrazione comunale considera il problema sanitario una questione fondamentale per il futuro della comunità locale, in quanto Cortina d'Ampezzo è un paese di montagna e porta con sé tutte le problematiche dovute alla distanza e ai tempi di percorrenza dai centri più grossi.

Sulla base di queste considerazioni noi chiediamo alla Regione Veneto, indiscutibilmente all'avanguardia anche nel settore sanitario, una revisione dell'impostazione data fino ad ora a questa struttura ospedaliera al fine di rispondere alle esigenze sopra evidenziate e in particolare:

- Mantenimento, qualora venisse confermata la sperimentazione, della maggioranza pubblica e di un maggiore controllo e presenza nelle gestione da parte di quest'ultima. A tal proposito confermiamo la disponibilità dell'Amministrazione Comunale a valutare l'eventualità di entrare a far parte della società mista.

- Potenziamento del PPI (Punto di Primo Intervento) tale da poter dare risposte alle tante situazioni che si creano soprattutto durante le stagioni turistiche. Per esempio si potrebbe ipotizzare una gestione a «fisarmonica», tale da essere potenziata nei periodi di afflusso turistico.

- Previsione di una piastra servizi ambulatoriali a rotazione, per consentire ai cittadini di poter accedere ai servizi sanitari minimi in modo agevole e tale da garantire il diritto alla salute. In particolare sarebbe importante organizzare gli ambulatori di pediatria, oncologia, urologia, otorinolaringoiatria, dermatologia e di almeno un'unità per un pazienti dializzati. E' opportuno ricordare che avere dei presidi sanitari in una zona periferica di montagna rappresenta una condizione indispensabile per la sopravvivenza stessa di tutta la comunità e proprio per questa ragione il Comune di Cortina d'Ampezzo è pronto a discutere anche di un intervento finanziario diretto atto a coprire i costi di alcuni importanti servizi

- Garanzia di una standard qualitativo sia degli operatori che delle prestazioni erogate.

Negli ultimi tempi si sono fatte sempre più pressanti le richieste di chiarezza sul futuro dell'Ospedale Codivilla Putti ed è stato creato anche un Comitato Civico che si sta interessando della questione. Come Amministrazione Comunale riteniamo che la struttura di Cortina, se ben gestita, possa essere efficiente ed economica e contemporaneamente dare risposte sanitarie vere a questo territorio di confine, tuttavia allo stesso tempo riteniamo di avere il diritto/dovere di dare risposte chiare ed esaurienti ai nostri concittadini e per questo sono a chiederLe un incontro per ragionare assieme a Lei del futuro della sanità a Cortina.

Rimanendo in attesa di una Sua gentile risposta, l'occasione è gradita per porre i più distinti saluti, IL SINDACO Dott. Andrea Franceschi