In questi giorni gli abitanti di Cortina d'Ampezzo hanno partecipato ad una consultazione popolare indetta dall'Amministrazione comunale sul progetto dell'Anas che ridisegna il tracciato della statale Alemagna nel tratto in cui questa attraversa il capoluogo montano. Il risultato della consultazione è a conoscenza dell'opinione pubblica ed allo studio ponderato dell'Amministrazione stessa.
L'Associazione per il Futuro di Cortina d'Ampezzo è contraria alla realizzazione dell'opera e ritiene importante rendere partecipi tutti, residenti e non, delle sue alcune riflessioni in merito.
- Il nuovo progetto dell'Anas, che ha accolto le prescrizioni del Ministero dei Beni culturali e ambientali e le indicazioni del Comune, resta sostanzialmente invariato rispetto alla versione a suo tempo avversata da tutti i candidati a Sindaco delle scorse elezioni amministrative.
- Sebbene si sia cercato di convincere i residenti che l'opera semplicemente risolverà i problemi di traffico locale nei momenti di particolare criticità, la sua natura di strada statale di collegamento infraregionale, il soggetto attuatore (l'Anas) e il collegamento al quale la stessa è funzionale (San Vendemiano -
Dobbiaco e da qui allacciamento alla SS 49 della Pusteria che porta al confine di Stato) inducono a ritenere, e anzi dimostrano, che la strada in realtà sarà utilizzata dal traffico commerciale di puro attraversamento diretto all'Austria e che quindi, a lavori ultimati, determinerà un notevole aumento del passaggio dei camion in tutto il periodo dell'anno.
Perché l'Associazione per il Futuro di Cortina è contraria al progetto Anas:
Considerazioni di carattere ambientale
Questo progetto ha un impatto ambientale devastante ed irreversibile che interessa una zona, caratterizzata in parte da copertura forestale d'alto fusto ed in parte da residenze, che verrebbe interamente percorsa da gallerie che attraverserebbero terreni
«limo-argillosi» caratterizzati dalla presenza di accumuli di frane attive e che potrebbero inoltre intercettare le falde acquifere, compromettendone i biotopi presenti in superficie.
Non ci risulta siano stati ancora elaborati completi studi geologici che provino che i terreni, e con essi le abitazioni che si trovano sopra le zone interessate dagli scavi in galleria, non subiranno cedimenti strutturali (è di questi giorni la notizia della frana di notevoli dimensioni
-300 m di larghezza per 1 km di lunghezza- che si è staccata dalla zona delle 5 Torri e che ha in poco tempo colorato di rosso prima il torrente Falzarego, poi il torrente Boite e quindi il Piave).
L'associazione ha richiesto uno studio ad un esperto di Padova e lo mettiamo volentieri a disposizione.
Pericolo
Anche un semplice tamponamento in una galleria a due sensi, profonda circa sessanta metri per correre sotto al rischio di frana, e senza sbocchi di emergenza, può rivelarsi una trappola mortale per decine di veicoli.
Abbiamo già visto troppi esempi di incidenti di questo genere e non vogliamo certo contribuire a crearne altri.
Estraneità a Cortina
Il progetto è redatto, finanziato, appaltato ed eseguito da un'amministrazione statale (l'A.n.a.s., appunto) e non dal Comune.
Il che conferma che l'opera è funzionale a rendere effettivo il collegamento verso l'Austria, richiamando il traffico di mero attraversamento che attualmente utilizza (congestionandola) la A27 (Modena Brennero):
traffico che sarà certamente incentivato dalla nuova strada che permetterà di attraversare velocemente l'abitato di Cortina. Né si potrebbe declassare la strada:
in primo luogo perché l'A.n.a.s.
non se ne assumerebbe i costi di realizzazione, in secondo luogo per le pesanti sanzioni comunitarie che potrebbero derivare
dall'interruzione di un tale collegamento.
Paralisi delle iniziative locali
Non si parla più di piste, parcheggi, navette né di chiusura del traffico in paese per i non residenti che sarebbero felici di beneficiare di un più efficiente trasporto pubblico.
Danno al turismo per tutto il tempo necessario alla realizzazione dell'opera
Non si possono non evidenziare i notevoli disagi che certo deriveranno alle stagioni turistiche per i 10 anni preventivati per il completamento dell' opera (che si tradurranno sicuramente, in concreto, in un periodo più lungo) a causa dei lavori, del rumore (per le attività di scavo e le esplosioni delle rocce), del disturbo alla fauna ed alle persone, nonché del via vai continuo di camion per il trasporto dei materiali di scavo (terreno franoso sbriciolato e polveroso, o roccia viva da far saltare con la dinamite). I cortinesi non vedranno comunque nuove opportunità lavorative, giacché l'appalto per le opere sarà gestito in toto dall'Anas, dunque a livello centrale, e porterà in loco forze lavoro estranee alla popolazione locale, le quali non saranno certo alloggiate negli alberghi - e quindi dove? - Se queste aumenteranno il lavoro prolungando la stagione di tabaccai e bar, porteranno anche molti problemi nella tranquilla vita degli Ampezzani che - abbiamo visto sulla nostra pelle di proprietari di seconde case! - non hanno poi tutta questa disposizione a condividere la loro conca coi «foresti»...
Espropri
Nessuno ha fatto cenno al rilevante problema degli espropri dei terreni dei cortinesi interessati dagli scavi. Le lunghe gallerie comporteranno vincoli in superficie, oltre alla realizzazione di opere complementari per arieggiare i tunnel.
Patrimonio
Unesco
E' di questi ultimi giorni l'entrata di una parte della zona montuosa di Cortina - Pelmo e Nuvolau - nel patrimonio Unesco, e cioè del riconoscimento mondiale della bellezza incomparabile del nostro paesaggio.
Visti tutti questi elementi e fattori di rischio e considerati i costi dell'opera (ad oggi stimati poco al di sotto di € 500.000.000, espropri esclusi), è temibile (per non dire, ahimè, probabile) che l'opera verrà iniziata (con conseguenti scavi invasivi e deturpanti il paesaggio) e magari lasciata per lungo tempo o per sempre incompiuta: una ferita ed uno scempio nella più bella valle delle Dolomiti che allontanerà di certo, anziché attrarre, il turismo straniero! Sono tre i requisiti che per il grande architetto Vitruvio un' opera (e l'architettura in sé) deve possedere: utilitas (utilità), firmitas (solidità) e venustas (bellezza).
La «nostra» tangenziale non presenta nessuno di questi e, come la storia ci insegna, non vorremmo pagare con il tempo gli errori di una progettazione che non tiene conto della natura delle nostre amate montagne.
I nostri associati sono proprietari di abitazioni nel territorio ampezzano ed avrebbero dunque un naturale interesse a vedere approvato un progetto che si propone di consentire, in primis a loro stessi, di raggiungere più rapidamente e dunque più comodamente la città. Se ciononostante ci opponiamo a tale opera, è perché, valutandone il disegno complessivo (e lungi dal perseguire uno scopo - del quale siamo stati talvolta «accusati » - di voler mantenere Cortina ferma e chiusa al progresso), ci siamo resi conto che la progettazione, ancora allo stadio di preliminare, non ha affrontato le problematiche ambientali e di sicurezza sopra esposte e la naturale funzionalità ad asservire il traffico commerciale diretto all'Austria cui l'opera risulterà destinata una volta ultimata.
Temiamo, infatti, che in sede di progettazione definitiva e quando verranno concretamente valutati tutti questi profili, sarà troppo tardi.
Siamo inoltre preoccupati che, dati gli enormi costi economici dell'opera, i contenziosi che sorgeranno saranno moltissimi (basti pensare ai possibili fermi cantiere ogni qualvolta si verificherà un pericolo di crollo dei terreni sovrastanti gli scavi) determinando l'ennesima opera incompiuta che aggredisce, danneggiandolo irreversibilmente, il nostro territorio.
Ringraziamo molto l'assessore Etienne Maioni che ha, con grande impegno, fattivamente contribuito a modificare il primo progetto cercando di diminuirne l'impatto ambientale e di volgere al bene della sua Cortina questa «elargizione» statale.
Restano comunque troppe le incognite e le potenziali «modifiche in corso d'opera» studiate dall'A.N.A.S. e i «poi si vedrà» che rimangono.
Non vogliamo certo sostituirci agli Ampezzani nel prendere decisioni che riguardano la loro vita di tutti i giorni né dar loro «lezioni»: permetteteci però di unire la nostra voce che venendo un po' da tutta Italia - e quindi da lontano- vede forse più lontano e in una diversa prospettiva: quella dei lavori che per molti anni trasformeranno la valle più bella delle Dolomiti in un luogo in cui nessuno - né residenti né villeggianti né turisti di passaggio - avrà più voglia di venire.
Cerchiamo, tutti insieme, di aumentare la qualità dei servizi e delle presenze, di offrire qualità di vita per residenti e villeggianti, non quantità indistinta di confusione e di iniziative che non raggiungono lo scopo che si erano prefisse!
Rosanna Donà dalle Rose - Presidente Assoociazione per il Futuro di Cortina