LE REGOLE E LE DONNE
    

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LE REGOLE E LE DONNE

Lettere al giornale

01/04/2010
Mercoledì 10 marzo 2010 «Il Gazzettino» ha pubblicato 3 volte la notizia sul contributo di studio (100 euro) erogati dalle Regole d'Ampezzo ai figli e alle figlie dei regolieri che frequentano la scuola. Purtroppo il testo firmato da Marco Dibona non era molto preciso e i relativi titoli giornalistici, come spesso accade, erano fuorvianti e tendenziosi, come se volessero animare ad arte la discussione sulla questione femenes e Regoles. È proprio vero che «non tutti i mali vengono per nuocere»: infatti questo «malinteso» aiuta a spiegare, in modo esemplare, il senso della successione nei diritti regolieri limitata ai soli figli maschi (così spesso sbandierata per denigrare le Regole). La norma del Laudo infatti è nata solo per evitare l'accumulo dei diritti regolieri in capo alla medesima persona. Nel caso in esame, per esempio, senza questa limitazione, gli studenti potrebbero pretendere dalle Regole i 100 euro due volte: una perché sono di padre regoliere ed una perché sono di madre regoliera. Ma siccome le risorse regoliere sono sempre state limitate e vengono tutt´ora distribuite secondo il (fabb)bisogno (e non secondo il diritto), i nostri avi hanno escogitato questa consuetudine a cui le odierne Regole non hanno intenzione di rinunciare. Quindi non è vero che la figlia che ha fratelli, sposandosi «perde» il diritto, viene solo evitato che vada a sommarli (a danno della collettività!) a quelli
del marito che da soli sono sufficienti per i bisogni di una famiglia. Se suo malgrado il marito è sprovvisto di diritti regolieri in Ampezzo, e non ha neppure i requisiti per acquistarli, alle Regole non può essere fatta una colpa!
Sisto Menardi Diornista