La garbata battaglia di Elsa Zardini per la difesa del nome – e fama – di Cortina d’Ampezzo è cosa buona e giusta.
Ne è conferma il racconto di un’amica la cui figlia, vedendo in vacanza al mare tante automobili con il simbolo a quattro cerchi, orgogliosa diceva che Cortina era davvero famosa e dappertutto. Quando cinquant’anni fa era Cortina a marchiare le famose Ford.
Ed anche un giornalista è caduto in confusione travisando i cerchi olimpici – notoriamente cinque quanti sono i continenti che simboleggiano - con quelli del gruppo automobilistico tedesco che fanno mediocre mostra di sé su ponte della stazione.
A completare l’opera di persuasione il paese è storpiato da mega affissioni volte ad amplificare il binomio neve – automobili, nell’ambizione di immedesimare l’ambiente con dette, ambiente del quale diventano elemento distintivo e prevalente.
E così la forza persuasiva della pubblicità - come insegna quella bambina – stravolge l’ordine della cose.
Proprio quello cui aspira la casa automobilistica tedesca che, così operando, ha soverchiato - sicuramente nella mente dei giovanissimi - la realtà, superando la forza evocativa dei cinque cerchi olimpici oramai subordinati.
In un prossimo futuro Piazza Venezia muterà in “Q8 e – tronic”, mentre le ex Cinque Torri saranno “Quattro Torri avant”; a Pomedes la pista Olimpia delle Tofane sarà battezzata “R8 Spyder V10 performance quattro” ad evocare la massima velocità degli sciatori.
E così la comunione familiare di antica tradizione soccomberà di fronte alle “Regole d’Audi” con i nuovi statuti detti i “L’ Audi”. Mentre, per la modica cifra di 10 miliardi di euro, il Consiglio comunale delibererà la mossa finale: “Cortina d’Audi”.
La Cassa rurale si adeguerà in “Cortina d’Audi Banca”. Del resto è solo questione di soli soldi.
Anpezo requiescat in pace. Amen.
Justo Un Goto