Dopo l’ultimo Consiglio comunale rimaniamo spiazzati dalle dichiarazioni della Giunta, che con le sue affermazioni fa capire che chi è contro al progetto speculativo della stazione punta solo a tutelare i propri interessi. Io credo che sia naturale che le categorie economiche e la società Cooperativa di Cortina tutelino l’interesse dei loro soci, e ricordo al signor Gaffarini che le persone che sono socie e che sono rappresentate da coloro che lui ora accusa, sono le stesse che più di un anno fa ringraziava per la fiducia data.
Ci tengo a precisare che a parere mio il primo compito di un’amministrazione sia proprio quello di tutelare gli interessi dei propri imprenditori e non quello di creare ulteriori difficoltà. Ma forse oggi il motto di tutela è decaduto e spira un nuovo vento: quello di sacrificare il locale e inginocchiarsi agli interessi esterni.
Sembra che la maggioranza per l’ennesima volta stia cercando di fare qualcosa in fretta e furia con l’unico obbiettivo di essere ricordati, senza pensare bene né al presente né al futuro. Noi invece ci teniamo al futuro, e facciamo una proiezione di questo tipo: con l’arrivo di tutta quella nuova metratura commerciale, all’inizio ci sarà una perdita di fatturato per le aziende affacciate su Corso Italia e vie limitrofe, che, già soffocate dalla crisi, saranno obbligate a chiudere, e di conseguenza i nuovi commercianti della stazione, affascinati dallo struscio del centro, si sposteranno al posto dei vecchi commercianti che avranno ceduto l’attività. Avremo così una zona in stazione nuova, ma abbandonata. L’ennesima cattedrale nel deserto frutto di amministrazioni che non guardano oltre il proprio naso.
La dimostrazione di fretta e superficialità la si vede nella mancanza nel progetto della stazione di un ingresso per coloro che arrivano da Alverà, che saranno così obbligati a rifare la circonvallazione; i sottopassi non accessibili da coloro che non fruiscono del parcheggio; e non in ultimo le volumetrie commerciali e residenziali che mettono in grave difficoltà gli imprenditori locali.
In più, ora vado a memoria, ma mi pare ci sia anche un altro progetto sempre vicino alla stazione già protocollato in comune: il progetto Bianchi. Mi domando cosa si farà a questo punto. L’unica cosa certa in tutta questa ombrosità è che per l’ennesima volta la volontà di pochi comprometterà il futuro di molti.
Giorgio Da Rin, capogruppo
di Cortina Presente e Futuro