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I RETROSCENA: PERCHÈ DEMENEGO È SUBENTRATO ALLA GHEDINA, NONOSTANTE IL MINOR NUMERO DI PREFERENZE OTTENUTO IN ASSEMBLEA?

Marina Menardi - Edoardo Pompanin

01/06/2011

Di molto si è parlato sull'elezione di Gianfrancesco Demenego alla presidenza delle Regole d'Ampezzo.

A memoria, è la prima volta che l’elezione del presidente viene caricata di un significato “politico”; per una duplice ragione: sia perché l’aspirante presidente non ha dissimulato l’ambizione per quell’incarico e si è dato da fare per il risultato, sia perché sono partiti chiari segnali dall’ambiente politico comunale di una presa di posizione contraria.

Sappiamo bene che nell’analisi dei retroscena tutto diventa opinabile; ciò non toglie che una lettura della realtà non possa prescindere anche dalla valutazione di manovre non dichiarate o non apparenti.   

I "pro Ghedina", in particolare,  hanno contestato il fatto che l'ex presidente, sebbene abbia ottenuto più di 400 voti, vale a dire circa il doppio di quelli di Demenego, non sia stata poi rieletta presidente dalla deputazione, la quale a maggioranza ha preferito Gianfrancesco Demenego. C'è chi ha persino  urlato pubblicamente al "golpe" nei confronti di Cinzia Ghedina: il regoliere Evaldo Constantini, infatti, ha usato queste parole ai microfoni di Radio Cortina (vedi anche l’articolo apparso sul Corriere delle Alpi in data 14 maggio 2011). L'elezione alla carica di deputato, tuttavia, non assicura l'elezione a presidente del candidato più votato (vedi box), altrimenti la competenza della nomina sarebbe assegnata ‘necessariamente’alla stessa Assemblea.

Come del resto avviene in molte aziende, enti o associazioni, è il Consiglio di amministrazione - in questo caso la Deputazione - che elegge al proprio interno il presidente. È infatti chi è delegato ad amministrare l'ente che può valutare da vicino la persona idonea a rappresentarlo, cosa questa difficile da valutare per il socio o consorte che non segue da vicino le vicende amministrative.

Cinzia Ghedina sembra non fosse sostenuta dall'organo amministrativo delle Regole da oltre un anno e mezzo. Già nell'autunno scorso parevano certe le dimissioni dalla sua carica di presidente per mancanza di fiducia della Giunta nei suoi confronti. Qualcosa, però, le ha fatto cambiare idea, fino a portarla alla fine del mandato e anche alla ricandidatura sia come deputato, sia come presidente della Comunanza. La sfiducia nei confronti della Ghedina era nata anche in seguito ai non buoni rapporti con il suo vice,  Roberto De Zanna. Al vicepresidente delle Regole, coadiuvato da alcuni deputati, erano state date alcune deleghe importanti, salvo poi tergiversare sulle questioni da questi affrontate e rinviare le decisioni in merito. Ciò ha generato un certo malumore all'interno dell'organo amministrativo, che ha poi portato alcuni membri alla ricerca di possibili alternative alla Ghedina, in scadenza di mandato. Il caso ha voluto che per il meccanismo del rodoleto (la rotazione nell'elezione della carica di marigo) cadesse sulla persona di Gianfrancesco Demenego per la Regola Alta di Lareto, e quindi che quest'ultimo avesse l'anno successivo la possibilità di venire eletto deputato. Ed è proprio nella persona di Demengo che diversi deputati  hanno visto la possibilità di un nuovo presidente; attorno a lui si è creato un gruppo di lavoro che - come dichiarato dallo stesso Demenego in conferenza stampa - andava avanti da circa un anno e mezzo. Evidentemente l'influenza del presidente uscente Ghedina non è stata sufficiente all'interno della nuova deputazione per venire riconfermata.

Una lettura in chiave di possibile cooptazione ‘politica’ nella nomina di Demenego potrebbe essere fuorviante per chi non conosce i meccanismi di funzionamento del governo regoliero. Infatti per quanto la figura di presidente sia centrale e determinante nella gestione dell’Ente, le decisioni più importanti sono comunque soggette al voto di una Deputazione di 22 persone che ruotano di anno in anno e che rivestono il ruolo per ‘chiamata’ e non per il legame ad un progetto politico (com’è il caso del Sindaco e dei suoi consiglieri). Le decisioni fondamentali restano poi in capo all’Assemblea.

Il vero banco di prova del presidente Demenego sarà dunque quello di riuscire a ricoprire un ruolo istituzionale e a portare avanti le attività dell’Ente senza poter contare sul senso di appartenenza politica dei Deputati, bensì convincendoli con buoni argomenti e guadagnandosi giorno per giorno il consenso necessario. Non sarà un compito facile, per chi mastica la politica da tanti anni ed è abituato alle sue pratiche.


DEPUTAZIONE E PRESIDENZA: COSA DICE IL REGOLAMENTO


La Deputazione regoliera è composta da 11 deputati eletti dall'Assemblea e da 11 marighi. A questi si aggiungono i tre membri del collegio sindacale, che partecipano alle riunioni senza diritto di voto.
Secondo quanto predisposto dal regolamento delle Regole, l'Assemblea vota ogni anno quattro deputati, che rimangono in carica per tre anni, e possono ricandidarsi per due mandati, o, nel solo caso del presidente uscente, per tre mandati. I Deputati non sono sempre gli stessi: ogni anno, infatti, ne escono e rientrano quattro, alcuni dei quali rieleggibili, altri non più.Ci sono poi gli 11 marighi, i rappresentanti delle singole Regole, i quali restano in carica per un anno. La carica di marigo viene attribuita a rotazione a ogni capofamiglia che sia regoliere a pieno titolo (non sono quindi compresi i fioi de sote famèa), dura un anno e non è rinnovabile; una regola posta al fine di dare a tutte le famiglie la possibilità di partecipare a rotazione alla gestione del patrimonio comune. Il marigo ha diritto, a fine mandato, di candidarsi come deputato. Ogni anno quindi, all'interno della Deputazione, cambia almeno la metà dei componenti (i marighi). La Deputazione elegge, ogni tre anni, il presidente della Comunanza regoliera. Il presidente uscente ha la possibilità di ricandidarsi per la terza volta alla carica di deputato.



CONSIDERAZIONI DEL SINDACO FRANCESCHI SULLE NUOVE NOMINE ALLE REGOLE D'AMPEZZO


«Innanzitutto il mio pensiero va all'ex presidente Cinzia Ghedina, con la quale c'è sempre stato un rapporto corretto e di totale collaborazione che ha portato il Comune e le Regole a sviluppare molti progetti assieme, non ultimo la valorizzazione della collezione Rimoldi. Ritengo che Cinzia Ghedina sia stata un ottimo presidente e che abbia svolto un lavoro prezioso con serietà e sobrietà, e pertanto le auguro il meglio per il futuro. Senza voler entrare nelle discussioni seguite alla scelta del nuovo Presidente, auguro buon lavoro a lui, alla Giunta e a tutti i componenti della Deputazione regoliera, nella speranza che si possa continuare ad operare in sinergia e nell'interesse della gente come è stato fino ad ora».


Andrea Franceschi Sindaco di Cortina d'Ampezzo