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Rincorrendo il sogno olimpico

Ennio Rossignoli

04/04/2018
Incontentabile Cortina! Sta ancora preparando i Mondiali e pensa già alle Olimpiadi tra il ribollire degli entusiasmi universali, e guai a chi esita e vorrebbe magari saperne un po' di più (come quel sindaco che crede di trovare il conforto di qualche chiarimento ai piani alti della discrezionalità regionale).

Il ricordo dei Giochi del '56 è sempre lì a nutrire l'idea di una replica di cui tutti – o quasi – sembrano avere dimenticato le complessità che nel trascorrere degli anni hanno caricato l'evento olimpico di difficoltà attuative che le esperienze altrui hanno messo in evidenza: si tratta anzitutto di dimensioni, di impianti e strutture di accoglienza. Certo stavolta si chiamano in causa i dolomitici del Trentino-Alto Adige (proprio quello che sbaglia così spesso e volentieri le foto montanare), i quali, a parte qualche defezione, hanno dichiarato di voler aderire al progetto, spalmandolo su percorsi non proprio contigui.

Nell'occasione tutti forti di quel sigillo Unesco che per la verità non è servito granché a qualche recente candidatura di eccellenza. I problemi dell'impresa mondiale ne hanno già intralciato il cammino e ormai sappiamo bene quali siano le reali possibilità di realizzare in tempi generazionali i grandi Piani  ferroviari, aeroportuali, stradali che soltanto ieri avevano immerso ogni raziocinio nelle nebbie di un sogno a portata di mano.

Resta la convinzione che al di là di tutto le “magnifiche sorti e progressive” della nostra montagna debbano comunque passare attraverso gli slanci, le volontà, la fede della sua gente nelle capacità di rendere fattibile ciò che inizialmente appare lontano dall'esserlo. Scetticismo? Piuttosto salutare prudenza a scanso di qualsiasi delusione.