Sono passati solo quattro mesi dalla prima apparizione sulle pagine di Voci della rubrica dello sport e i giovani atleti a Cortina, e dopo aver ascoltato le storie di quattro giovanissimi dello sport ampezzano, si può già fare una breve ma efficace riflessione. Nel numero di febbraio, appena terminate le gare di Coppa del Mondo di Sci femminile, ho incontrato Wendy Siorpaes; nel mese di marzo ho ottenuto un'anticipazione sui Mondiali di Curling da Giorgio Da Rin; ad aprile, Luca Elia Zanatta ha raccontato la sua prima stagione in Serie A con qualche anticipazione sul suo futuro; a maggio, per ultimo ma non per questo meno importante, Roberto Michielli, portiere del Calcio Cortina, di nuovo in campo dopo un infortunio, ha raccontato la storia della sua breve carriera dal suo esordio fino ad oggi. Dalle storie di questi giovanissimi atleti traspare il rammarico che a Cortina non ci siano le possibilità per raggiungere livelli nazionali o internazionali, nonostante vi siano capacità e voglia di emergere. Lasciando da parte le diatribe riguardanti i bilanci delle singole società per le quali gli atleti sono tesserati, si è ritenuto opportuno analizzare le singole situazioni dal punto di vista tecnico e logistico. Vediamo, dunque, quali sono le strutture che sono messe a disposizione delle varie società dal comune di Cortina, difensore delle politiche giovanili e sempre equo nell'assegnazione di liquidi alle diverse società presenti in Ampezzo. Tralasciando la situazione di Wendy Siorpaes che, di tutti gli atleti intervistati, è quella che risente meno della mancanza di strutture per potersi allenare d'estate e d'inverno, andiamo ad analizzare le realtà dell'hockey, del curling e del calcio a Cortina.
Luca Elia Zanatta si allena e gioca in uno stadio che, nonostante le recenti e necessarie ristrutturazioni, mantiene lo scheletro di una struttura vecchia di cinquant'anni. Prima di essere ingabbiato, non aveva subíto alcun lavoro di miglioria al suo esterno, e tanto meno al suo interno: la situazione negli spogliatoi è a livelli critici da decenni, eppure non è stato fatto nulla per migliorare la situazione. Forse creare una struttura nuova anche se non allo stesso prezzo, spendendo qualcosa in più, avrebbe risolto anche questo problema, invece di impelagarsi in una situazione che continua a pesare sulle casse del Comune? Giorgio Da Rin si allena, per chi non lo sapesse, presso la stazione degli autobus di Cortina, proprio sotto la mega affissione dove, non più tardi di sei mesi fa, per pubblicizzare al meglio la candidatura ai Mondiali di Sci Alpino per il 2015 a Cortina, erano rappresentate sullo sfondo le montagne di Madonna di Campiglio. Giorgio e la sua squadra, insieme agli altri team ampezzani, si allenano in una struttura vecchia e nemmeno lontanamente paragonabile ad alcuna struttura esistente in Europa, in Italia e nel tanto apprezzato Trentino Alto-Adige. Giorgio fa parte di un numeroso gruppo di ragazzi che vorrebbero potersi allenare in strutture che, se non del tutto uguali a quelle esistenti in paesi come la Svizzera, la Francia e la Repubblica Ceca, assumano perlomeno una parvenza di stadi per il curling, e non sgabuzzini adibiti a tale scopo. Roberto Michielli si allena con la seconda categoria e con la categoria juniores: in autunno e primavera nell'ormai trascurato campo di calcio di Zuel. In primavera il centro sportivo di Fiames deve essere preparato per l'arrivo, prima, del Milan Camp, e poi della Fiorentina. Ma perché anche in autunno gli allenamenti proseguono a Zuel? La ragione è a noi ignota. Quello che sappiamo è che la Società Calcio Cortina, dopo numerose richieste al Comune, ha deciso di tenersi stretto il campo di calcio di Zuel, prima di essere costretta a spostare gli allenamenti a San Vito di Cadore. Nei mesi che vanno da novembre ad aprile la seconda categoria e la categoria juniores si allenano presso la palestra Revis, per il cui utilizzo la società è costretta a pagare l'affitto. Per non parlar del fatto che il sabato o la domenica, i giocatori di entrambe le categorie, in caso di una partita fuori-casa, sono costretti a trasferte, anche fino a Treviso, con mezzi propri. Pur essendo quattro sport molto diversi tra di loro, sono purtroppo accomunati da un triste destino. È solo grazie alla tenacia, alla costanza e alla passione che questi atleti riescono a praticare sport a Cortina. Che dire poi di quegli atleti che non hanno nemmeno una struttura all'interno della quale possono allenarsi? Gli scalatori, in inverno e in caso di maltempo, sono costretti ad andare fino a Sesto, in Alto-Adige; i nuotatori devono stare attenti alle quantità di cloro presenti in piscina, versate non attraverso l'uso di speciali macchine, ma manualmente. Che dire dei topi che ne hanno fatto la loro residenza? L'impressione è che a Cortina sia mancata la costruzione di un centro in cui praticare gli sport dalla A alla Z, che avrebbe anche permesso di ospitare grandi manifestazioni sportive. Gli errori fatti in passato non si possono cancellare, ma credo vivamente che ci sia il bisogno di incominciare a guardare in avanti con una mentalità imprenditoriale, prendendo spunto dalle strutture presenti in tutto il mondo, come per esempio a St. Moritz.