L'aria di un entusiasmo istituzionale circola con forza crescente nelle stanze di palazzi ormai non più soltanto locali, e questo è certamente espressione di una volontà mirata e bene affidata. Perciò la situazione così come si prospetta induce a più di una speranza di contro ai dubbi e alle inquietudini che si ostinano a serpeggiare tra la gente nei riguardi di una tempestiva e piena realizzazione dei progetti aperti sul campo.
Dubbi e inquietudini che in una certa misura intaccano la fiducia iniettata nell'anima collettiva del paese dalle voci e dalle proclamazioni degli addetti autorevoli e autorevolmente impegnati nella costruzione del Grande Evento. E sia. Intanto a Milano, in nome e nell'intento di una ambiziosa colleganza con la città dell'Expo, viene presentato il nuovo logo della Cortina mondiale, interpretato e spiegato dagli stessi ideatori con una semantica importante, specialmente necessaria per la comprensione dell'osservatore comune, al quale, anziché la stilizzazione della neve, può piuttosto sembrare (e a qualcuno è effettivamente sembrato) il grafico del percorso di una metropolitana, di quelli appesi sopra la testa dei viaggiatori: ma si sa che gli esiti della comunicazione, anche di quella appunto più intelligente, hanno di proprio la incertezza ermeneutica del messaggio.
C'è
solo da augurarsi che la fortuna del nuovo marchio vada di pari passo
e anzi concorra al successo della manifestazione conclusiva: dalla
quale dipenderà – è inutile negarlo – il futuro di una Cortina
chiamata a una prova alla quale saranno inevitabilmente legati i suoi
più prossimi svolgimenti.
Nella foto: il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina con il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente della Fondazione Cortina 2021 Alessandro Benetton, e i due ideatori del logo dei Mondiali 2021 Italo Lupi e Renzo di Renzo