Lino Lacedelli avrebbe gradito dare il suo nome per la palestra?
    

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Lino Lacedelli avrebbe gradito dare il suo nome per la palestra?

Lettere al giornale

08/06/2017
Ho avuto notizia che il 1° giugno è stata inaugurata ed intitolata a Lino Lacedelli la palestra di roccia a Sopiazes.

Provo un senso di disagio a tale notizia, perché Lino quando è venuto a trovarmi ad Arco, l’ho portato a vedere la palestra di roccia locale, funzionante tutto l’anno, ove nel mese di agosto si svolgono competizioni a livello mondiale, con partecipanti provenienti dalla Cina,dal Giappone, Australia, Stati Uniti, Germania, Austria, Francia, Olanda, Svezia, Inghilterra.

Nell’ammirare la struttura, Lino ha detto: «Questo è il posto giusto e comodo per imparare come si sale e attaccati ad una parete».

Non ho capito se, borbottando, ha espresso un suo parere momentaneo sulla parete di Sopiazes, disapprovandola, anche se qualcuno ha detto che era favorevole: primo, per il luogo dove è stata costruita, scomodo per arrivarci, in ombra per molte ore al giorno, e poi: perché fare una palestra di roccia? Forse per dare un passatempo ai Vip che vengono a Cortina?

Chi vuole imparare ad arrampicare e ad amare la montagna - e non per hobby - c’è la palestra delle Cinque Torri, che pure i nostri padri la frequentavano in primavera, e che sicuramente appaga più che la parete artificiale con alcuni spuntoni sporgenti, e dopo tre minuti di ascesa è tutto finito.

Invece che preoccuparci per una struttura che ha richiesto numerosi anni di lavoro e milioni di euro e che nessuno vuole gestire, mi domando: Lino avrebbe gradito dare il suo nome per la palestra?

In vista delle elezioni tutti si preoccupano di accaparrasi una carega, meglio se la più alta, invece di dare finalmente il via al desiderio di Lino, cioè il Museo della Montagna e dello sport. Il Trombone al suo funerale ebbe a proclamare: «Lino, non ti dimenticheremo, il Museo desiderato dal re del K2 si farà (il 30 febbraio)». Molti paesi di montagna a noi vicini si sono dotati di un museo che comprende pure i loro usi e costumi come patrimonio della cultura e delle tradizioni, che a Cortina manca.

E su chi ha voluto costruire la palestra a Sopiazes, un luogo sempre in ombra e credo pure l’estate dopo la calata del sole, stendiamo un velo pietoso,  così come pure su chi ha suggerito di dare al Pala Congressi il nome di un fantasma (Alexander Girardi, persona che non è nata a  Cortina e che non ha mai saputo dove si trova, e non se ne è mai interessato).

Faccio appello, quando si farà il Museo della Montagna, di collocarlo, dopo aver adattato i locali, nel Comun Vecio, così Lino potrà da Lassù finalmente sorridere.

Giorgio Murari