È stato firmato giovedì scorso l'accordo tra il Commissario Carlo De Rogatis e il legale rappresentante della società Davide Alcide Setten, che mette la parola fine ad un contenzioso tra il Comune di Cortina d'Ampezzo e i proprietari dell’area conosciuta come “ex Olbi”, in località Bigontina, che dura da oltre quarant’anni.
L’area era stata acquistata negli anni Sessanta dall’ing. Gastone Olbi di Padova, quando ancora era considerata edificabile. L’edificabilità fu stralciata dalla Regione Veneto nel 1979, in occasione dell’approvazione del Piano Regolatore Generale di Cortina d’Ampezzo. Da allora è iniziato un lunghissimo contenzioso tra la famiglia Olbi e il Comune, che portò all’annullamento di quel primo Prg e dei due successivi.
Anche il Piano approvato nel 2003 e tuttora vigente fu impugnato dall’ing. Olbi, ma in quel caso il Tar Veneto, con la sentenza n. 1722 del 2006, non annullò l’intero Piano, ma dichiarò che l’area del ricorrente doveva essere resa edificabile o che il Comune avrebbe dovuto corrispondere alla proprietà un indennizzo, parametrato alla reiterazione del vincolo e alla perdita dell’edificabilità.
Quella sentenza fu impugnata dal Comune, ma l’appello venne dichiarato tardivo dal Consiglio di Stato nel 2009, sicché la decisione del Tar passò in giudicato.
Nel frattempo, l’area era stata ceduta dagli eredi dell’ing. Olbi alla Società Bigontina di Treviso. Quest’ultima ricorse nuovamente al Tar nel 2011 per chiedere l’esecuzione della sentenza del 2006. E anche in quella occasione il Tar ribadì l’obbligo dell’Amministrazione comunale di approvare una variante urbanistica, che rendesse l’area edificabile o riconoscesse alla proprietà un congruo indennizzo.
Con due distinte deliberazioni, del 2012 e al 2013, il Consiglio comunale decise di non attribuire all’area la destinazione residenziale, ma di collocarvi una struttura di servizio dell’attigua pista ciclabile. Proposta, questa, che non venne accettata dal privato, che ricorse nuovamente al Tar.
Con l’adozione da parte del Comune del Piano di Assetto del Territorio nel 2012 l’area in questione venne inclusa nell’ampia zona destinata a prati e pascoli.
La situazione si sbloccò soltanto nel 2014, con la restituzione del Pat da parte della Provincia di Belluno. Buona parte dell’area Bigontina era stata nel frattempo classificata come zona di media pericolosità idraulica dal Piano di assetto idrogeologico approvato dalla competente Autorità di Bacino, vedendosi così fortemente condizionata nelle concrete possibilità di edificare. Ecco quindi l’ennesimo ricorso al Tar con il quale il privato chiedeva un risarcimento plurimilionario, in ragione del lungo tempo trascorso dal deposito della sentenza del 2006 e della perdita irreversibile dell’edificabilità.
Dopo lunghe e faticose trattative, il Commissario De Rogatis è riuscito a trovare un accordo, che prevede la permuta del terreno di proprietà della Società Bigontina con la ex casa del Capitano, di proprietà comunale, già inclusa nel piano delle alienazioni e per due volte messa inutilmente all’incanto.
Con l’acquisto dell’immobile comunale, che potrà ristrutturare, la Società Bigontina otterrà infatti in natura l’edificabilità assegnatale dalla sentenza del 2006 e rinuncerà per questo definitivamente a qualsiasi pretesa indennitaria e risarcitoria nei confronti del Comune, che otterrà in cambio un’area di circa 3000 mq da valorizzare.