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I RAGAZZI DELLA VIA PAL

Ennio Rossignoli

01/09/2010
C'era una volta un famoso romanzo, amato da grandi e piccoli e intitolato «I ragazzi della via Pal», nel quale due bande di adolescenti si contendevano il possesso di una strada: che la via Pal sia diventata la circonvallazione di Cortina? Infatti tutto è nato per una strada: polemiche, liti, dimissioni, un calor bianco che surriscalda le stanze municipali di Corso Italia.
Oddio, è vero che non si tratta di una strada qualsiasi, ma di una lama d'asfalto, destinata a attraversare da un capo all'altro il corpo di Cortina, quello che tanti vorrebbero intoccabile salvo poi smoccolare negli incastri di un traffico senza pietà. Certo, sono venti giorni all'anno (o magari qualcuno di più), ma in quelli che restano non cessa il rumorio inquinante dei giganti commerciali che passano in mezzo alle case del centro: centro di una regina ormai defraudata del regale distacco che solo la purezza dell'aria e i silenzi dei grandi spazi possono proteggere. L'ultima proposta del Sindaco ha provocato un putiferio politico: contestati il metodo e il merito, e se il primo si può discutere, per il secondo gli argomenti economici e di esecuzione sembrano confermarne la praticabilità. Una pezza al posto di una soluzione integrale, solo un impiastro su di una piaga ben altrimenti diffusa? E sia, ma poiché la cura radicale appare ancora piuttosto lontana e ragionevoli restano nei suoi riguardi le obiezioni soprattutto in tema di impatto ambientale, aggrapparsi al «progettino» del Franceschi ultimativo (che sia un vizio nazionale?) può essere qualcosa come una scelta di disperazione davanti a una querelle che si trascina da tempo immemorabile e con cadenze stagionali sempre più affannate.
Non c'è che dire, in Ampezzo certi cambiamenti sono difficili da ingoiare: qualcuno ricorderà le geremiadi provocate dalla pedonalizzazione del Corso; sembrò allora che per il salotto di Cortina, tanto caro alle sue gioie d'immagine, fosse l'inizio di una catastrofe (e sì che il traffico aveva intensità incomparabili con quelle attuali). Si dice che oggi il problema della viabilità va affrontato in una prospettiva allargata, tale da includere nelle strategie d'intervento quanto meno le realtà della Valboite: più che giusto, e se riconoscerlo è importante, finché ci si limita a parlarne praticamente tutto è destinato a rimanere come prima. In tal senso, quello di una Cortina «alleggerita» potrebbe rivelarsi come un buon segnale di novità in una direzione finalmente concreta. Ma sarà così?