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L'INTERVISTA A… RENZO STEFANI, DIRETTORE DELLA COOPERATIVA DI CORTINA

Marina Menardi

14/01/2017

Renzo Stefani è direttore della Cooperativa dall'aprile del 2015, subentrato a Mario Manaigo, che ha guidato l'azienda per qualche decennio, e già si vede il segno di una svolta: i lavori impegnativi sulla struttura, l'antitaccheggio, l'introduzione della carta elettronica per soci e residenti, una diversa disposizione nei reparti, insomma un rinnovamento, o meglio, per usare le parole del direttore "un restyling".

Oltre al negozio principale, La Cooperativa possiede sette punti vendita specializzati in determinati settori merceologici a Cortina d'Ampezzo. La Cooperativa è anche proprietaria dell'Hotel Concordia, situato nel centralissimo Corso Italia, nonché degli stabili dell'ex fabbrica sci Morotto a Fiames, dove al momento gestisce un negozio di articoli sportivi. Nel suo patrimonio ha anche una casa ricevuta in donazione in località La Riva anni fa, al momento non utilizzata un parto in località via dei Marangoi.

La Cooperativa sta dando un volto nuovo al negozio dopo tanti anni. Un investimento notevole, che mostra un cambio di tendenza rispetto al passato. Cosa vi ha spinto a muovervi in tale direzione?

La Cooperativa, come l'abbiamo vista fino ad oggi, è del 1974: stessa disposizione, stessa facciata, mai toccata; un po' invecchiata e usurata. I cambiamenti si sono rivelati necessari per adeguarsi ad oggi, al 2017. Cambiare direttore significa cambiare mentalità. Noi abbiamo fatto il lifting, abbiamo cercato di dare un'immagine diversa, più moderna. Un po' alla volta rimetteremo tutto a nuovo.

Ci vuole spiegare la filosofia che sta dietro a questi importanti cambiamenti?

La Cooperativa è come Cortina: una vecchia signora che si è lasciata un po' andare, e ora ha bisogno di rifarsi il look. Noi intanto facciamo la nostra parte: iniziamo a rinnovarci, dando un minimo segnale, con la speranza che anche altre aziende ci seguano, che Cortina tutta cerchi di rinnovarsi, ora che siamo in ballo anche con i Mondiali di sci.

Riusciremo tutti assieme a tornare ai fasti di un tempo?

Per rilanciare Cortina e farla tornare ai fasti di un tempo ora ci vogliono un sacco di soldi, bisogna fare investimenti importanti, e questi sono anni duri per tutti. La Cooperativa guadagna, certo è che il turismo degli anni Ottanta era completamente diverso. Si guadagnava più facilmente, c'era più gente, si spendeva di più. Il cambiamento è stato drastico soprattutto nel commercio, dove si registra una certa sofferenza. Grazie alla nostra ragione sociale, i soldi della Cooperativa vanno comunque tutti a Cortina.

Cosa significa che i soldi della Cooperativa vanno tutti a Cortina?

Essendo una società cooperativa, non si fanno dividendi, e l'utile viene reinvestito in lavori o in altre attività locali. La società elargisce vari contributi a sostegno di numerose attività ed eventi sul territorio ampezzano: dal convegno di una piccola associazione alla Coppa del Mondo di sci, tentiamo di essere vicini a tutti. Forse altrove si trovano alcuni articoli a prezzo più basso, ma quando si compra in Cooperativa si dà anche una mano al proprio paese, grazie al continuo sostegno alle realtà locali. Noi, inoltre, siamo sempre aperti, anche se in alcuni periodi dell'anno non ci guadagniamo, mentre gli altri esercizi chiudono.

Il negozio Op! Cortina! ha ora lasciato il posto al monomarca Salewa: cosa vi ha portati a questa scelta?

Op! Cortina! benché avesse alcuni marchi che vendevano bene, non guadagnava.  Non c'erano aspettative di aumento nelle vendite, quindi abbiano optato per un cambiamento. Il gruppo Salewa è nostro cliente da quarant'anni; voleva venire a Cortina già da tempo, e cercavano un partner del posto. Così abbiamo colto la palla al balzo. Per loro Cortina è una piazza importante, perché è considerata il più importante centro turistico di montagna italiano. Siamo contenti perché è un'azienda italiana che produce prodotti di alta qualità, che sono pensati per posti affini ai nostri: la montagna alpina. Quando ci si parla dunque ci si capisce.

L'apertura di un altro negozio sportivo non farà concorrenza stessa all'altro negozio monomarca della Cooperativa, The North Face?

No, non c'è auto concorrenza. Questo è un negozio molto tecnico, per sportivi che amano andare in montagna. Alla The North Face invece vendiamo molti capi per turisti che ad esempio amano passeggiare con il piumino di marca lungo Corso Italia. Si tratta di due tipi di clientela diversa. Per quanto riguarda gli altri negozi sportivi di Cortina, ben venga che ce ne siano molti: un paese turistico come il nostro, incentrato sullo sport, deve avere una ampia scelta di marche, per tutti i gusti. E la concorrenza va sempre bene.

Che tipo di contratto ha fatto La Cooperativa con il gruppo Salewa?

Il negozio lo hanno fatto loro, e segue uno schema aziendale che si può riscontrare in tutti i Salewa Store. Il negozio è nostro, le gestiamo con il nostro personale, che è stato istruito dal gruppo di Bolzano con un corso full immersion. La Cooperativa ci guadagna in ogni caso, anche se il negozio dovesse andare in perdita. In questo caso compensa Salewa. In ogni caso, la gestione di un negozio monomarca dal punto di vista gestionale è più facile. Loro, poi, sono vicini, ed è facile avere un rapporto veloce e diretto. Siamo fiduciosi comunque di aver fatto una buona scelta e che il negozio duri nel tempo.

Rimangono altri settori che avrebbero bisogno di investimenti: l'ex fabbrica Morotto, l'Hotel Concordia, la casa in via Riva. A quando una ristrutturazione di questi altri beni patrimoniali della Cooperativa?

La fonte di reddito per noi è il centro commerciale: iniziamo da qua, perché è da qui che poi traiamo le risorse. Abbiamo tuttavia in programma la ristrutturazione dell'Hotel Concordia. Per il resto, vedremo man mano. Come ho già detto, ci vogliono un sacco di soldi.

A Fiames la Cooperativa non è ancora stata capace di trovare un accordo con il Comune per sbloccare i capannoni. Come mai? Quali sono le intenzioni per il futuro?

La zona di Fiames è a riqualificazione turistica, e dopo vent'anni ancora non sappiamo cosa possiamo fare. Ad esempio, vorremmo fare una palestra in uno dei due capannoni dell'ex fabbrica Morotto, ma stiamo aspettando una risposta dal Comune. È sicuramente nostro interesse utilizzare i capannoni: al momento in uno c'è il negozio e il magazzino della Morotto, e l'altro è affittato. Vediamo ora con i Mondiali se riusciamo a sbloccare qualcosa.

E la casa in via Riva? Abbiamo notato che è stata sistemata l'area che  la circonda.

Non so che cosa faremo, anche lì ci vogliono molti di soldi. Ogni settore del patrimonio richiede investimenti pesanti, sono decisioni che spettano al Cda.

Come è cambiato il mercato del lavoro in questi anni a Cortina?

È tanta la gente che viene a chiedere lavoro da noi, anche dal Comelico, da Auronzo, dal Cadore. Da Cortina arrivano persone da altri negozi che hanno chiuso o ridotto il personale. La Cooperativa ha assorbito commesse qualificate. Il mercato del lavoro sta soffrendo. I nostri clienti soci sono rimasti stabili, mentre i non soci sono un po' calati. Ci sono meno soldi che girano, non sono più i tempi in cui era facile guadagnare, senza troppo sforzo.

Come vede la situazione socio economica, dal suo speciale osservatorio, del nostro paese?

A Cortina mancano gli imprenditori, coloro che negli anni del boom economico avevano grandi idee, e manca una classe dirigente preparata per amministrare il paese. Oggi la stragrande maggioranza dei giovani studia, e Cortina, per chi ha studiato, è dequalificante, quindi molti giovani che avrebbero i numeri se ne vanno, e questo è preoccupante per il futuro. Guardiamo gli alberghi, ad esempio: adesso ci vorrebbe un rinnovo per molti di essi, per essere competitivi con le altre località turistiche, tanto più che tra quattro anni ospiteremo i Campionati del Mondo, ma per fare questo ci vogliono molti soldi, e quelli dati dalla Regione non sono di certo sufficienti. In questo momento sarebbe utile una persona  proveniente da fuori che investa a Cortina,  purché ami Cortina e abbia passione di questo bellissimo posto. Il turismo oggi è composto in grande numero da stranieri, in maggioranza tedeschi, che noi non vediamo, perché non passeggiano per Corso Italia, ma vanno in gita, dormono nei rifugi e nelle case in affitto. Questi non cercano le pellicce, ma gli articoli sportivi, le giacche di piumino: dobbiamo rivedere tutto questo. Ci vuole una coesione tra gli operatori turistici e rivedere le strategie, per adattarci al turismo di oggi e rimanere al passo con i tempi.