Gentile signora Menardi,
mi riferisco alla lettera del 14 dicembre del WWF ed altre associazioni per approfondire qualche aspetto che, da inesperto, la lettura di tale documento mi ha fatto sorgere.
La frase "a fronte di un apporto energetico scarsamente significativo", mi ha colpito in quanto non solo non viene quantificato l'apporto stimato, ma lascia supporre che esista un modo per ridurre drasticamente il problema dell'inquinamento e del conseguente aumento della temperatura del pianeta. Sarebbe troppo bello! Credo invece, che ogni goccia, o grammo, di combustibile risparmiato, contribuisca a limitare il problema.
Come ho già detto, non sono molto esperto nel settore della salvaguardia dell'ambiente, e questo mi ha portato a pormi delle domande e precisamente: qualsiasi fonte di energia derivante da combustibili produce anidride carbonica, principale agente del surriscaldamento globale. Le uniche soluzioni alternative che conosco sono: l’energia eolica, l’energia prodotta da impianti fotovoltaici e quella prodotta da energia idroelettrica.
A quale di queste, scartata quella idroelettrica per salvaguardare la bellezza del paesaggio, pensano di ricorre le suddette associazioni? A generatori eolici con le loro imponenti torri oppure a distese di pannelli solari?
La strada più facile è quella di dire no a tutto, o meglio, dire si a tutto purché siano gli altri a doverne subire l’impatto.
Ho vissuto per anni in Abruzzo dove ho sentito una bella espressione “non si può godere di due paradisi nello stesso momento”.
Credo che si debba fare una scelta che coinvolga tutti e che sia PRATICABILE SUBITO, così sapremo in quale paradiso vogliamo vivere.
Spero che qualche associazione mi voglia dare lumi in merito.
La ringrazio per l’accoglienza che spero vorrà concedermi.
Piero Reghin
Feltre, 2 gennaio 2017
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