Una grande idea, una grande festa in quel di Cortina: una coperta scintillante stesa sui problemi che l'assillano da qualche tempo (e che sono sempre lì). E' stato il trionfo della fashion, che vuol dire moda e che alla moda ha consacrato ancora una volta il week end dell'Immacolata.
Ma poi di che moda parliamo? Si tratta anzitutto di quella del gergo, sempre più avviato a un inglese tradotto – spesso maluccio – in italiano. A cominciare appunto dal titolo: ma si sa, in quel mondo non si è “in” se non si è “trendy”. A seguire, le trovate dei tacchi alzo dodici su e giù per i rifugi, le belle in elicottero, dovunque aperitivi, sfilate firmate, terrazze tropicalizzate, il populismo dell'eleganza.
Le cronache hanno registrato afflussi turistici incontinenti e conseguentemente albergatori giulivi. Suoni e luci: ricordate il vecchio spettacolo di recupero della storia? Accade anche qui e, con le dovute differenze, la storia è quella degli anni ruggenti, che da qualche tempo si erano messi a miagolare.
Così quella nebbia fastidiosa che era calata da qualche anno sulle sorti della Regina si è per un momento dissipata, ciò grazie a una reviviscenza dovuta alle iniezioni di energia, di capacità, di creatività, di ritrovato entusiasmo soprattutto di marca giovanile.
Ora si vorrebbe uscire dall'episodio e farne il connotato di un costume, la garanzia di una continuità che – spente le luci di un week end – stia a significare che la grande Cortina di un tempo è tornata e non se ne andrà più. Ma sarà così?