IL TEMPO DEI GIOVANI
    

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IL TEMPO DEI GIOVANI

Ennio Rossignoli

01/02/2010
C'è qualcuno che sa, per antica memoria, dell'esistenza a Cortina di uno «spazio giovani?». Promesso, concesso, mal frequentato forse perché mal collocato, e perciò poco amato? E sì che anzitutto per loro, per la loro crescita in una cultura della solidarietà, dei valori condivisi, della integrazione sociale (che non è un problema soltanto di immigrati), un luogo che non sia la solita frastornante discoteca è assolutamente necessario: più che mai in tempi come gli attuali, dominati dalle sirene del consumo, asserviti alla ideologia della scorciatoia, a cui per di più l'ombra dell'universale precariato imprime pericolose accelerazioni. Dunque i giovani, cioè la continuità, i progetti che si compiono, le idee che si rinnovano, la società che eredita un passato guardando all'avvenire: sono stati - e sono - i protagonisti, nel bene e nel male, di profonde trasformazioni del costume, di una rivoluzione dei pensieri, degli intenti e dei modi di realizzarli. É sempre stato così? Certo, ma probabilmente mai con l'incidenza di oggi, ove il loro facile possesso dei cosiddetti nuovi saperi approfondisce fatalmente il gap generazionale. E non si cada nella consueta generalizzazione che li etichetta tutti come un popolo di «bamboccioni», demotivati e portatori di pesanti ignoranze, poiché la realtà mostra facce più consolanti di giovani che studiano, che lavorano, si impegnano nel sociale, cercano risposte pian piano recuperando la stessa capacità delle domande. Accade anche a Cortina, seppure con le difficoltà connesse alla situazione particolare di un centro che vive di turismo e di stagioni ben scandite: neppure qui infatti mancano del tutto interessi, fermenti, iniziative che li hanno a protagonisti, giovani che scrivono, che fondano giornali, che alle montagne del paesaggio ne aggiungono una di libri.
Ma oggi la scena è il mondo, e questo spinge a cercare lì le possibilità che una dimensione come quella cortinese, per quanto privilegiata, non può offrire: è il problema della diaspora che tormenta queste terre, uno spopolamento che colpisce comprensibilmente soprattutto la fascia giovanile, che solo in certi settori di lavoro può trovare opportunità altrove più facili e diversificate.
Ma se c'è e dove c'è la volontà di restare, occorre sostenerla con la ferma convinzione che si tratti di una scelta indispensabile alla sopravvivenza e allo sviluppo di una comunità che trova all'esterno le risorse della propria economia, ma può trovare solo dentro di sé la coscienza di una identità che di quella economia è uno dei presupposti fondamentali.