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Codivilla Putti: Fabio Bellotto lascia il reparto di cardiologia

Redazione

04/11/2016

Abbiamo saputo che lascia il Codivilla, potrebbe farcene sapere il motivo?

Se permette, per rispondere alla sua cortese domanda devo partire da lontano. Come Lei sa, i ricoveri nel reparto di Riabilitazione cardiologica - divenuto operativo nel luglio del 2007 grazie alla convenzione tra il dott Massimo Miraglia, A.D. della Giomi SpA di Roma ed il Prof Vincenzo Milanesi, Magnifico Rettore dell’Università di Padova - sono sospesi da sei mesi per mancanza di medici specialisti.

Nel rapporto di convenzione era previsto che un Docente universitario dirigesse la struttura e l’accordo fu trovato sul mio nome. Dopo nove anni di attività, al momento della sospensione dei ricoveri nello scorso aprile, accettavamo pazienti prevalentemente dalla Cardiochirurgia e dalla Cardiologia dall’Università patavina, ma la nostra attrattività raggiungeva Udine, Bologna, Firenze e Siena, soprattutto per una particolarissima patologia, l’assistenza circolatoria meccanica, che ci ha portati ad essere uno dei due centri di riferimento nazionale.

Accanto all’assistenza ai pazienti che ci venivano affidati dalle migliori Istituzioni universitarie ed ospedaliere del Paese, per effetto della convenzione universitaria è stato nostro compito interessarci di didattica, rivolta a Medici specializzandi in Cardiologia provenienti da ben tre Università, e di ricerca che attraverso una trentina di pubblicazioni su riviste internazionali e la considerevole partecipazione a congressi, ci ha dato una indiscussa visibilità internazionale.

Naturalmente, la realizzazione di queste tre mission  così diverse tra loro, ma strettamente collegate, è  stata resa possibile dalla condivisione di un progetto tra i nostri cardiologi (vorrei qui ricordare in particolare il dott Compostella, la dott.ssa Setzu ed il dott Russo), il Dipartimento di scienze cardiologiche, toraciche e vascolari di Padova diretto dal prof. Iliceto, i vari collaboratori (psicologi, nutrizionisti, fisiatri, etc), il personale infermieristico, fisioterapico e, naturalmente, la Direzione dell’Istituto Codivilla Putti SpA. A tutti loro va la mia ammirazione e la mia riconoscenza che mi auguro possa essere condivisa da quanti hanno avuto bisogno delle nostre cure.

Ora vengo alla sua domanda. Purtroppo la vicenda del Reparto da me diretto si embrica con le note, assai complesse, relazioni dell’Istituto cortinese con l’USL n°1 (Sperimentazione pubblico-privato che avrebbe dovuto stabilizzarsi entro 3 anni dall’apertura ed è tutt’ora irrisolta) e con la Regione Veneto. In base agli accordi vigenti, la Riabilitazione cardiologica, pur disponendo di 14 posti letto, ne vedeva rimborsati dalla Regione poco più della metà con conseguente, oggettiva, impossibilità a raggiungere un bilancio economicamente positivo.

A ciò si aggiunga la mancata concessione della convenzione per visite ed esami strumentali cardiologici sia in ambulatorio che al PPI, da noi ripetutamente richiesta e mai concessa.

Ciò nonostante, la Direzione del Codivilla ha accettato per anni una perdita economica pur di aumentare il livello di sicurezza, garantita alla presenza di Cardiologi h 24 a disposizione delle sale operatorie, dei vari reparti del Codivilla, del PPI e della popolazione residente e villeggiante. Va riconosciuto alla Giomi questo indiscutibile merito e credo di non esagerare affermando che il gradimento del nostro operato all’interno ed all’esterno del Codivilla fosse universale in contrasto con il silenzio, il disinteresse e talvolta con una certa avversione dell’Amministrazione comunale.

Come dicevo, i ricoveri sono stati sospesi per mancanza di medici; ora la domanda successiva è: perché professionalità così apprezzabili hanno deciso di lasciare una struttura che loro hanno contribuito a realizzare e da tutti ritenuta un’eccellenza?

Le risposte sono probabilmente molteplici. La mia personale impressione è che, allo scopo di migliorare il bilancio dell’Istituto Codivilla si sia, negli ultimi anni, cercato di contenere i costi dove le specializzazioni si rivelavano economicamente meno produttive come in cardiologia, con conseguente  mancata progressione delle carriere, ridotto aggiornamento del parco tecnologico e riduzione dei posti letto.

Per contro, la nascita di altre strutture riabilitative a livello regionale e nazionale ha fatto sì che venissero proposte ai nostri specialisti alternative interessanti sotto vari punti di vista; non va però sottaciuto che una certa mancanza di medici è diffusa in tutto il territorio alpino ed i in particolare nel bellunese.

Nel caso mio, in particolare, ha giocato la convinzione di non essere più in grado di garantire quel livello culturale, didattico ed assistenziale che dieci anni fa mi ha portato a Cortina e che si basava su un congruo numero di medici e di posti letto accanto alla condivisione di una mission che ora non riesco più a scorgere.

Vorrei esprimere tutto il mio rammarico nel lasciare l’Istituto Codivilla che mi ha dato tanto ma anche l’orgoglio per come sento di aver svolto il compito affidatomi, la riconoscenza per quanti ci hanno permesso di lavorare e di dimostrare le nostre qualità umane e professionali e soprattutto il rimpianto di lasciare dei collaboratori che non ho timore a definire eccezionali, accanto ai quali ho avuto l’opportunità di esercitare al meglio la mia professione di medico.

Un saluto infine ai malati che abbiamo avuto il privilegio di curare ed ai loro familiari, dai quali abbiamo ricevuto infinitamente più di quanto ci è stato possibile dar loro.

Grazie di cuore   

Fabio Bellotto