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Oggi il turismo è più che mai materia di studi e di professionalità che non lasciano spazio alla improvvisazione (anche se gli avventurosi non mancano), dal momento che se ne occupano scuole di vario grado, istituzioni, enti pubblici e privati: un universo nel quale si muovono con non poche difficoltà gli operatori del settore, sempre esposti alle variabili di un mercato psicologicamente aleatorio - per di più oggi sotto crisi -, e malgrado ciò, o proprio per questo, impegnati come mai prima a commercializzare l'offerta, a studiarne itinerari e destinazioni, a diagnosticarne i mali e trovarne i rimedi.
E' da tempo che nei consessi sul tema o sui media, negli interventi ufficiali o nelle chiacchiere di strada, tornano sempre più frequenti i discorsi – e le paure – su di una crisi che sta minando la stabilità di una economia delicata come quella turistica: non si tratta certo di un fenomeno nuovo, ma che oggi, in concorso con una serie di fattori sfavorevoli, ha raggiunto gli accenti e le dimensioni di una acuta preoccupazione sociale.
Se vogliamo darne un esempio significativo basta che pensiamo al Cadore: oggi la terra dell'occhiale – nonostante certi segnali di ripresa – soffre, sia pure con le dovute eccezioni, delle contrazioni e distrazioni del mercato, nonché delle variazioni di una domanda su cui agiscono le leggi della globalizzazione, finendo così per scontare soprattutto la scelta fatta a suo tempo di una monocultura industriale, a causa della quale si sono lasciati decadere strumenti e opportunità alternative, e anzitutto le ipotesi di un turismo da risollevare rendendolo modernamente e convenientemente attrezzato.
Su tale scarto pesano inoltre un sistema viario inadeguato al traffico attuale, nonché il ritardo della modernizzazione nell'uso degli strumenti e delle strategie comunicative. La stessa Cortina è oggi una regina che vede minacciata la propria corona a causa di fattori che ne insidiano l'immagine, legati alla variabilità delle mode, alle esigenze attuali della domanda, allo stesso ibridismo di un concetto di qualità oscillante tra massa ed élite.
Certo ci sono le Dolomiti che regalano sempre la loro bellezza, ma la vacanza ha oggi bisogno di altri stimoli, di attrattive che assicurino, accanto alla suggestiva severità della montagna, i piaceri più leggeri e immediati dello svago confezionato.
E' unanime il riconoscimento di un Veneto come regione in tal senso tra le più ricche di opportunità, dalle sue città d'arte alle bellezze naturali, ma per utilizzare un simile patrimonio gli uomini del turismo devono proporre scenari adeguati, attrattive e convenienze di luoghi e di spese.
Movimenti incoraggianti non mancano, c'è solo il rischio concreto che le migliori energie imprenditoriali finiscano per perdersi nelle remore di un sistema che ha fatto della burocrazia la soffocante condizione della propria sopravvivenza.
Dinamismo, tecnologia, specializzazione, per compiti seri che vanno affrontati con serietà: sono i presupposti occorrenti ad affrontare con speranza di successo i problemi complessi del turismo attuale, che in ogni caso esorbitano dalle misure locali e si collegano ai più vasti processi di trasformazione della società, divenuti ormai mondiali.
Di questo occorre tenere conto per una visione “aperta” del fenomeno, alla quale cioè concorrano le diverse discipline e le competenze che servono a comporre una situazione progettuale inevitabile per ogni impresa che voglia mantenersi al livello dei tempi e delle loro richieste.
In tale quadro l'assegnazione a Cortina dei Mondiali 2021 potrà certo trasformarsi in un volano importante per rimettere in moto energie sopite e volontà rassegnate, e non solo in Ampezzo, ma in tutta l'area di riferimento. Naturalmente tutto questo se agli entusiasmi iniziali seguiranno i fatti per ora solo annunciati.