Nel 2021 Cortina d’Ampezzo ospiterà i campionati mondali di sci alpino. Un appuntamento che coinvolge una località montana - meglio parlare di una vallata e dell'intera provincia di Belluno - da decenni trascurata da parte della Regione Veneto nell’offerta complessiva di servizi.
Come già espresso a suo tempo, a nostro avviso, si tratta di un passo azzardato che coinvolge uno Stato, l’Italia, ancora oggi incapace di fornire ai suoi cittadini risposte adeguate in termini di politiche riguardanti il lavoro e la sicurezza del lavoro, la gestione del territorio, la mobilità, i giovani, la salute e assistenza, l’innovazione.
Siamo tutti consapevoli: Cortina rappresenta in positivo una storia importante del turismo delle Alpi ed è certamente il cuore delle Dolomiti, oggi Patrimonio Naturale dell’Umanità: ma quella che era una delle conche più suggestive delle Dolomiti oggi soffre a causa di una poco lungimirante gestione del territorio tesa al consumo di aree naturali pregiate a scopi speculativi.
Le attuali criticità sembrano insuperabili: traffico e inquinamento, carenza di trasporto pubblico e di altri servizi, cementificazione e consumo di suolo effetto del proliferare della speculazione delle seconde case. Situazioni che hanno portato ad una progressiva marginalizzazione dell'attrattività turistica del Comune di Cortina e quindi della intera vallata del Boite.
Nel valutare la superficialità che ha portato alla candidatura del Comune ad ospitare i mondiali di sci alpino, alla bocciatura dell’appuntamento del 2019 e successiva aggiudicazione per il 2021 (unica candidatura) è opportuno sottolineare che altre località, nel mentre Cortina si proponeva, avevano ritirato le loro candidature lasciandola sola.
Ultimamente Oslo (NOR) e Stoccolma (SWE) hanno reputato di dover rinunciare alle candidature per le Olimpiadi invernali del 2022. Ormai la concorrenza ad ospitare eventi tanto importanti sembra davvero ridotta a località di secondo ordine sparse in Russia, Corea del Sud, e, purtroppo, Italia.
In Italia, i fallimenti dei Mondiali di Bormio 2005 (la montagna di un parco nazionale demolita, l’accumulo di debiti che le amministrazioni comunali locali stanno ancora pagando) e quello parziale delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 (molti impianti inutilizzati ed abbandonati dopo le gare in valle, indebitamenti pubblici che coinvolgono anche la città di Torino, la seconda grande città più indebitata d’Europa) ci fanno temere il peggio anche per il futuro di quella che un tempo era la “Regina delle Dolomiti”.
A riguardo di questi grandi eventi sportivi dovrebbe poi far riflettere quanto di recente è accaduto con le olimpiadi del Brasile e l’opportuno ritiro della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.
I soggetti promotori del mondiale hanno redatto la “Carta di Cortina”, firmata dal Ministero dell’Ambiente e in un secondo tempo dalla Fondazione Dolomiti UNESCO. Il contenuto della Carta appare più come una enunciazione d’intenti piuttosto che un programma concreto di lavoro, e questo è un bene, perché vuol dire che c’è ancora spazio per intervenire al momento in cui la Fondazione, che ne ha il compito, entrerà nel merito ed avvierà la necessaria azione di coinvolgimento e condivisione con i portatori di interesse i quali potranno esprimere valutazioni e proposte.
La nostra preoccupazione è, ovviamente, che l’impatto ambientale di quanto potrebbe essere realizzato nella conca ampezzana abbia conseguenze pesanti, tutt’altro che sostenibili, al contrario dei presupposti declinati nella “Carta” prodotta. Nella presentazione della Carta di Cortina si è molto parlato di partecipazione e condivisione ed è quello che ci aspettiamo succeda nel prossimo futuro perché, al contrario, questo documento è stato il frutto del lavoro di un gruppo ristretto di soggetti.
Alla sua presentazione era stato promesso il coinvolgimento non solo degli interessi economici territoriali, ma anche delle culture del volontariato, dell’associazionismo, dell’alpinismo. Al momento nemmeno le Regole d’Ampezzo sono state coinvolte nel confronto e nelle decisioni.
Dalla stampa occhieggiano saltuariamente notizie che riguardano reali o supposti interventi che hanno il sapore di un vero e proprio “assalto al territorio”, fantomatici contributi governativi e regionali sembra stiano per essere calati sul territorio: aeroporto a Fiames; circonvallazioni e altri interventi sulla viabilità della Statale 51 d’Alemagna; sconvolgimenti morfologici del territorio fino in alta quota (piste della Tofana), tutti decisi senza pubblico confronto.
Senza addentrarci in altre considerazioni, dopo questa necessaria premessa, le associazioni e i comitati firmatari propongono all’attenzione del comitato organizzatore dei mondiali 2021, “Fondazione Cortina 2021”, alcune osservazioni/richieste che ritengono di fondamentale importanza perché non si ripetano gli errori del passato e la manifestazione possa diventare, pur salvaguardando tutte le considerazioni sopra esposte, un modo di venire incontro alle necessità del territorio dell’alta provincia di Belluno e dei suoi abitanti.
1. La partecipazione
Ogni proposta di opere che renderanno operativi i Campionati mondiali di Cortina 2021 sia portata a conoscenza in modo completo e trasparente, in tempo utile per poter essere valutata e discussa, dei soggetti del territorio ( e non solo) portatori di interessi diffusi quali: le istituzioni pubbliche (Comuni, Unioni Montane, Magnifica Comunità di Cadore), le associazioni di categoria, l’Ente Parco delle Regole d’Ampezzo, la Fondazione Dolomiti UNESCO, i rappresentanti dei comitati e delle associazioni ambientaliste. In positivo si prende atto della volontà della Fondazione Cortina 2021 nel garantire a tutti l’accesso ai documenti e ai progetti proposti.
2. La sobrietà
Ogni realizzazione rispetti i canoni della sobrietà e del massimo risparmio economico, energetico, di suolo libero e di tutela delle risorse naturali in genere.
3. Le strutture delle gare
Ogni opera che intervenga sull’ abitato o sul territorio rispetti i valori del Parco delle Regole d’Ampezzo, i contenuti dei singoli protocolli della Convenzione delle Alpi e abbia una ricaduta positiva in termini sociali sull'intera collettività. Per le piste da sci si evitino modifiche morfologiche consistenti al territorio, stravolgimenti paesaggistici, perdita di biodiversità. Ogni impianto a servizio delle piste che ospiteranno le gare sia munito di strutture che impediscano contatti e danni all’avifauna (rapaci e tetraonidi), come già viene attuato in modo diffuso nelle Alpi francesi. L’innevamento artificiale delle piste da sci non avvenga con l’utilizzo di prodotti che possano risultare dannosi all’ecosistema alpino interessato e si eviti la costruzione di altri bacini di raccolta delle acque che abbiano un impatto negativo sull’ecosistema e sul paesaggio. Non siano potenziate e costruite nuove strade di accesso e servizio alle piste. Nel caso della viabilità di fondovalle una forte preoccupazione delle sottoscritte Associazioni è rappresentata dal progetto di realizzazione di nuove rotatorie e strada di accesso a Piè Tofana. Tali opere sarebbero tra l'altro totalmente a carico del Comune di Cortina e quindi della collettività locale.
4. La mobilità
La valle del Boite e la cittadina di Cortina d’Ampezzo, per periodi non trascurabili, soffrono di problemi dovuti al traffico privato. Tale situazione sta diventando sempre più insostenibile, innanzi tutto per i residenti della vallata, ma anche per gli ospiti che credono di salire in montagna a ritrovare aspetti del vivere perduti in ambito urbano: aria pulita, silenzio, serenità, ordine e natura intatta. I Mondiali offrono l’occasione di sperimentare in tema di mobilità soluzioni che altre località turistiche delle Alpi, con lungimiranza, hanno già affrontato e realizzato: costruzione di circonvallazioni solo laddove strettamente necessarie e di minimo impatto; potenziamento/modernizzazione ed elettrificazione delle linee ferroviarie Calalzo - Padova e Calalzo – Venezia, con la riqualificazione della stazione di Calalzo come Centro della mobilità per l’alta provincia di Belluno; progettazione condivisa e realizzazione della nuova Ferrovia delle Dolomiti; implementazione delle piste ciclabili interconnesse tra loro; miglioramento della mobilità pubblica su gomma con funzione complementare a quella ferroviaria che dovrà essere l’asse portante; incentivazione dei mezzi pubblici e privati elettrici, chiusura a fasce orarie dei passi dolomitici (es. Falzarego e Tre Croci), prospettiva della chiusura al traffico privato verso le Tre Cime di Lavaredo. Siamo contrari alla riattivazione dell’ex aeroporto S. Anna di Cortina (ex Fiames, oggi Cortinairport) per i seguenti motivi: impatto paesaggistico, consumo di suoli pregiati, sicurezza, rumore, implementazione del traffico verso e dalla struttura, costi di gestione che ricadrebbero sugli enti pubblici, Comune e Regione, insostenibilità economica dell’impresa.
5. Risparmio energetico
Ogni realizzazione decisa in occasione dell’appuntamento mondiale risponda all’obiettivo di massimo risparmio energetico utilizzando a tal proposito le innovazioni più avanzate già sperimentate da oltre un ventennio oltralpe. Così facendo si innoverà anche la proposta dell'imprenditoria locale.
6. Rifiuti
L’appuntamento dei campionati sia gestito in modo ottimale anche per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti avendo due obiettivi a medio termine: 1) la diminuzione massima possibile nella produzione dei rifiuti nell'intera vallata e il raggiungimento dell’obiettivo dell’85% della raccolta differenziata di rifiuti; 2) ogni evento collaterale ai Mondiali sia gestito con materiali riciclabili. A breve termine: sia limitato al massimo il consumo di carta e l’uso di ogni plastica.
7. La risorsa idrica
Si ritiene insostenibile in tutto il bacino del Boite (e nell'intero Bellunese) il potenziamento delle centrali idroelettriche presenti e la costruzione di nuove. Ogni impianto idroelettrico già operativo attui il deflusso minimo ecologico calcolato sulla base di ogni reale situazione e confortato dal parere di esperti nazionali in tema di acque, rispetto della fauna ittica e dell’ecosistema circostante. Sarà opportuno anche avviare in tempi brevi una riqualificazione ambientale e paesaggistica dei corsi d’acqua.
8. Il paesaggio
Ogni opera realizzata, nuova o rifacimento dell’esistente, trovi rispettoso inserimento nel nucleo abitato di Cortina e delle sue frazioni senza interessare territori attualmente non urbanizzati. Per quanto riguarda l’inserimento paesaggistico di eventuali nuove piste, o potenziamento dell’esistente, questo avvenga in assenza di modifiche strutturali dell’ambiente, nel pieno rispetto degli habitat della fauna selvatica, senza intaccare considerevolmente la morfologia del territorio (sbancamenti eccessivi o di ambiti rocciosi). La priorità esclusiva sia data al recupero e alla riqualificazione del demanio sciabile esistente che oggi versa, in molti casi, in stato di abbandono. Ogni manomissione del territorio, soprattutto di carattere transitorio (ad uso cioè limitato alla manifestazione sportiva 2021) sia oggetto di immediati interventi di ripristino o adeguata mitigazione al fine di un recupero seppur parziale delle condizioni ambientali originali.
9. La biodiversità
Non soltanto per il fatto di essere inseriti in Dolomiti UNESCO Patrimonio Naturale dell’Umanità, è dovere comune portare il massimo rispetto al miglioramento degli indicatori di biodiversità diffusi sul territorio. Si suggerisce di coinvolgere Il Parco naturale delle Dolomiti d’Ampezzo quale garante del rispetto paesaggistico e degli ambiti naturali. Si concordino con la Regione interventi mirati tesi ad una continua riqualificazione paesaggistica delle aree montane, al potenziamento della biodiversità offrendo garanzie di lavoro e reddito al mondo dell’agricoltura, dell’allevamento e della selvicoltura. Sarà necessario quindi costruire sinergie e condivisione di progetti e prospettive di intense e produttive collaborazioni, ad esempio fra il mondo agricolo e quello del turismo, la proposta culturale del territorio, la storia, la filiera delle conoscenze.
10. Ricadute sociali-ambientali
I Mondiali di sci alpino di Cortina 2021 auspichiamo possano rappresentare l’occasione per costruire un rilancio socio – economico dell’intera vallata e dell’abitato di Cortina. Perché questo avvenga sarà necessario anche un potenziamento dei servizi alla persona e ai residenti. Andranno quindi riviste, cioè potenziate anche in modo strutturale e definitivo, le risorse destinate alla sanità, alla assistenza sociale, al mondo del lavoro, alla formazione scolastica e ai giovani. Sarà pure doveroso strutturare una rete delle riserve naturali che permetta la interazione attiva fra aree protette attigue o prossime: Parco delle Regole d’Ampezzo, Parco Naturale Fanes Senes e Braies, Parco delle Tre Cime, Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, parco Regionale delle Dolomiti friulane, aree SIC e Zone di Conservazione speciale, biotopi. Riteniamo si debbano prevedere incentivi pubblici per la conservazione e il miglioramento del paesaggio in modo da creare una filiera positiva e diffusa mediante:
- Operazioni di selvicoltura;
- Sfalcio delle superfici prative anche su pendii impervi;
- asporto e triturazione della quota di vegetazione non altrimenti utilizzabile (biomassa sulla quale reinvestire);
- Creazione di un marchio di valle abbinato all’evento per i prodotti naturali (bio) e per gli eventi sostenibili, optare per una certificazione di profilo internazionale (Carta del turismo sostenibile);
- Incentivi rivolti ai giovani imprenditori e produttori locali;
- Stretto legame delle azioni proposte con le politiche di sostegno al turismo responsabile e di qualità.
Riteniamo sia opportuno evidenziare come le nostre proposte si inseriscano con coerenza e recepiscano le linee strategiche che la Fondazione Dolomiti UNESCO ha elaborato dopo un lungo percorso partecipativo diffuso nei territori (Dolomiti 2040), linee di azione che sono state sottoposte alla valutazione del Commissario Internazionale UNESCO.
Siano recuperati, come in sintesi abbiamo fatto nel documento, i contenuti ( e quindi le azioni di sviluppo socio economiche presenti) dei diversi protocolli della Convenzione delle Alpi, quest’ultimo documento internazionale che offre riflessioni strategiche su tutti i temi che abbiamo trattato: qualità del turismo, paesaggio, risorse naturali, mobilità, agricoltura di montagna e forestazione, tutela dei suoli. Anche questo documento chiede a tutte le comunità delle Alpi di mantenere coerenza e capacità innovativa nell’utilizzo del territorio e nella organizzazione dei grandi eventi sportivi di profilo internazionale.
Le associazioni firmatarie del presente documento si rendono disponibili fin d’ora ad uno stretto confronto sui temi e sulle progettualità che di volta in volta il Comitato organizzatore dovrà affrontare per preparare al meglio il Campionato Mondiale di Sci Alpino del 2021.
CIPRA Italia (Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi)
WWF Italia
Mountain Wilderness
LIBERA Nomi e Numeri contro le mafie
Per Altre Strade