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CORTINAIRPORT: un progetto che continua a fare discutere

Redazione

03/10/2016

Il dossier recentemente presentato dai promotori della riattivazione dell’aeroporto di Cortina, anziché dissolvere le perplessità, ha alimentato ancor di più i dubbi.

L’asserito “segreto industriale”, con cui gli estensori del progetto hanno costruito l’alibi per tacere su elementi fondamentali di esercizio e decisionali, non permette innanzitutto di comprendere quale sarà l’utilizzazione prevalente che ne verrà fatta.

Fermo restando che le questioni ambientali vedono un peggioramento sostanziale rispetto allo stato attuale. Che dire infatti dei vincoli da porre nell’area del futuro aeroporto? Fra il torrente Boite e la strada statale di Alemagna un’alta recinzione precluderà il transito a persone ed animali su circa 20 ettari di terreno pianeggiante, attualmente oggetto di numerose attività informali ed estemporanee, sottraendolo completamente all'uso comune. Il tutto, inoltre, a scapito della zona classificata come Accesso al parco, 32.000 metri quadri da stralciare, per i quali verrà chiesta la modifica di destinazione (e per la quale la regione del Veneto si è dichiarata possibilista).

Usare l'aereo invece del treno, o di una metropolitana leggera se vogliamo parlare di mobilità sostenibile, è forse un mezzo più indicato? Potrebbe portare qualche beneficio per l’ambiente per quanto riguarda le emissioni di gas serra? Purtroppo no, il vettore aereo si dimostra competitivo nelle emissioni climalteranti con l’alta velocità solo sulle lunghe tratte (oltre i 700 km) e con aerei capaci di 150/300 posti, mentre i servizi proposti per Cortinairport sono su tratte più brevi e con aerei aventi capacità massima di 30 posti.

Ma vogliamo per un attimo sorvolare sugli argomenti a noi più cari e rilanciare la discussione su temi così detti “tecnici” non mancando di sottolineare come la nostra unica ricchezza rimanga l’ambiente che ci circonda. Entriamo perciò nella discussione tecnica:

Con 24.000 passeggeri/anno previsti, fra arrivi e partenze, non si mantiene in vita una attività delle dimensioni illustrate: 30/40 dipendenti qualificati e certificati, altri 40 di imprese associate, una spesa iniziale di 17/20 milioni di euro per la costruzione degli edifici, la ristrutturazione della pista e la sua recinzione, spese annue di gestione, tecnologie e attrezzature di servizio moderne e sofisticate…

Per una struttura di tali dimensioni i movimenti di passeggeri dovrebbero aggirarsi su 1.000.000 l’anno, altrimenti l'aeroporto fallisce (come ha osservato il Presidente di Save, Marchi, che forse se ne intende), quindi con la scusa del segreto industriale si sta forse tenendo celato qualche aspetto indigesto che può essere controproducente all’avvio dell’iniziativa?

Forse invece che 6 voli al giorno spalmati su 180 giorni di attività, come dichiarato, si sta puntando ad averne 10 o 15 o 20? E con l'inquinamento acustico come la mettiamo? Davvero bizzarro proporre ai nostri turisti, oltre che agli sfortunati residenti umani e non, il rombo e il rimbombo tra Tofane e Pomagagnon dei motori invece che i campanoni delle mucche.

Benefici per Cortina? Un pool di esperti, non meglio qualificati, ha previsto sostanziali vantaggi economici. Vero, ma solo per una ristrettissima élite. Cortina ha bisogno di questo? Ha bisogno di turisti ad alta velocità, arrivo partenza in giornata? Oppure avrebbe bisogno di prolungare il periodo d’ afflusso turistico nei mesi di media e bassa stagione così da mantenere una sufficiente attività a vantaggio dell’esercizio pubblico e privato ?


WWF VENETO
il vicepresidente, Augusto De Nato