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Via col vento (dell'Anas)

Ennio Rossignoli

06/06/2016

Certo, il ricco paniere dei progetti di un'Anas lanciata di colpo sul trend di grandi opere, ha dato una sterzata al radicato pessimismo di sindaci e semplici cittadini, da sempre costretti a fare i conti con una circolazione asfittica, condannata com'è su strade che in buona misura risalgono ai tempi della buonanima di Francesco Giuseppe (e comunque con al via le inevitabili geremiadi di categoria contro la chiusura del traffico).

Ora c'è solo da chiedersi – finanziamenti a parte – se sia davvero possibile compiere in cinque anni  quello che non è stato fatto in cinquanta: qualora si dovesse ad esempio giudicare dallo stato in cui versa dopo un tempo già troppo lungo il nostro largo Poste, maltrattato da un fantomatico parcheggio multipiano (ma quanti piani sono rimasti?), ogni dubbio sarebbe purtroppo lecito.

Tutto questo, s'intende, nella fiduciosa prospettiva che a Cancun le cose vadano come dovrebbero: salvo imprevisti sempre possibili, stavolta Cortina potrebbe davvero farcela per la gioia dei suoi abitanti (anche se non di tutti).

Il punto è che i lavori promessi si dovrebbero fare comunque, come condizione irrinunciabile dello sviluppo di un turismo al passo con i tempi: ultimamente si è affermata a più livelli la tendenza a immaginare dall'oggi al domani ferrovie e aeroporti, superando allegramente le oggettive e pesanti difficoltà di ripristini del genere.

Si è parlato e polemizzato per anni sugli interventi possibili per risolvere il problema di una conveniente soluzione a un traffico indegno di luoghi consacrati al turismo di qualità; oggi si tratta di recuperare il tempo e le opportunità perdute, e questa – si sa – è sempre una operazione molto, ma molto complicata.

Ora forse nel muro di tutte le inerzie si è aperto qualche spiraglio, ma pensiamolo e diciamolo con la prudenza della  ragione.