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E' ancora un no alle donne nelle Regole di Cortina

Marina Menardi

04/04/2016

È ancora un no da parte dei regolieri di Cortina d'Ampezzo al riconoscimento del titolo di consorte con pieni diritti alle donne e ai giovani. Il Laudo rimane tale e quale a quello di mille anni fa anche oggi, dopo che la proposta di modifica è stata ieri bocciata dall'Assemblea della Comunanza delle Regole d'Ampezzo.

La sala era gremita ieri all'Alexander Hall, dove erano presenti in 696, tra cui 360 Regolieri, 183 Fioi de Sotefamea (figli di regolieri che possono partecipare alle assemblee della comunanza con diritto di voto, a partire dai 25 anni, ma non possono ricoprire carica elettive all'interno delle Regole di appartenenza)  e 153 deleghe, che confermavano il numero legale.

Al primo punto dell'Assemblea straordinaria, quello più importante, che avrebbe esteso i diritti di regoliere a pieno titolo a tutti i discendenti delle famiglie originarie, maschi e femmine, purché portino il solo cognome e soprannome originario, hanno votato in 650. Servivano i due terzi delle schede consegnate, cioè 434 voti a favore, ma questi sono stati 416, mentre 211 i contrari, 16 le schede bianche e 7 le nulle. Per 18 voti, quindi, il punto non è passato.

Si continua come prima: solo il capo famiglia maschio può essere regoliere a pieno titolo, e finché questo è in vita, il figlio potrebbe arrivare a fare il Marigo - cioè l'amministratore della  Regola cui appartiene - solo al decesso del padre, e le figlie femmine, a meno che non abbiano fratelli maschi, continueranno ad essere escluse da qualsiasi attività regoliera.

Il tentativo di modificare il Laudo in questo senso è fallito per la terza volta. Un primo tentativo venne fatto nel 2005, ma venne respinto; la questione venne riproposta nel maggio 2014, grazie all'iniziativa di un gruppo di persone che si mosse autonomamente, senza l'appoggio della Deputazione, raccogliendo le firme necessarie per convocare l'Assemblea straordinaria. In quell'occasione mancò il quorum per soli quattro voti.