Lunedì sarà un giorno particolare per Cortina d’Ampezzo: celebrerà i 60 anni dai Giochi Olimpici Invernali che organizzò nel 1956. Giochi aperti il 26 gennaio di quell’anno con una cerimonia allo Stadio del Ghiaccio. Nella località ampezzana per questa celebrazione sono arrivati i massimi dirigenti dello sport nazionale, a cominciare dal presidente del Coni Giovanni Malagò, anche in considerazione della Giunta Coni in programma martedì mattina, che si svolge per la seconda volta nella conca ampezzana.
Fu lunga e difficile la marcia verso quei Giochi. Un’idea partita da lontano, dal conte Alberto Bonacossa, grande industriale tessile, ma anche sportivo capace di primeggiare in più discipline sportive, che stimolò l’amministrazione comunale di Cortina a presentare la candidatura che lui stesso espose al congresso del Comitato Olimpico a Londra nel 1939. Una proposta vincente per l’edizione 1944, che batté nettamente Oslo e Montreal. Ma la Seconda Guerra Mondiale spazzò tutto.
Cortina presentò la candidatura ancora nel 1946 ma venne battuta nella corsa all’Olimpiade 1952 per due soli voti da Oslo. Forse era ancora troppo presto per un paese uscito distrutto dal conflitto mondiale. L’occasione si presentò ancora nel 1949 al congresso Cio di Roma e questa volta sconfitte uscirono le località statunitensi di Lake Placid e Colorado Springs, oltre alla canadese Montreal.
L’organizzazione di un’Olimpiade è il biglietto da visita di un paese e quella era l’Italia che stava costruendo il suo Boom Economico, un paese che cresceva in fretta, spinto dall’ottimismo e dalla voglia di fare.
Un grande lavoro, la cui spinta fu pure determinante per l’assegnazione dei Giochi Olimpici Estivi a Roma nel 1960. Il 26 gennaio 1956 il pattinatore Roberto Caroli accese il tripode, ma prima di arrivarci inciampò nel cavo di una telecamera. Ruzzolò sul ghiaccio, ma riuscì a non fare spegnere il Fuoco Olimpico. La sciatrice Giuliana Minuzzo fu la prima donna nella storia olimpica a leggere il giuramento degli atleti.
Undici giorni per disputare 24 gare di sei discipline (sci alpino, fondo, bob, hockey, pattinaggio e pattinaggio artistico). Tutte le prove a Cortina e dintorni tranne il pattinaggio di velocità la cui pista venne tracciata sulla superficie ghiacciata del lago di Misurina. Per la prima volta il mondo intero poté assistere alla diretta televisiva delle gare olimpiche grazie al grande lavoro della Rai, al primo grande impegno sportivo due soli anni dopo la nascita.
Il medagliere fu dominato dall’Unione Sovietica che complessivamente conquistò 16 medaglie (7 ori, 3 argenti e 6 bronzi), che precedette Austria (11 – 4,3,4) e Finlandia (7 – 3, 3, 1). L’Italia in questo medagliere occupò l’ottava posizione con 3 medaglie, l’oro conquistato nel bob a due dalla coppia Costa-Conti davanti all’altro equipaggio azzurro Monti-Alverà che conquisteranno anche l’argento del bob a 4. In quei giorni a Cortina iniziò una nuova era: lo sport del massimo livello che entrava nelle nostre case.