L'Associazione albergatori di Cortina sta studiano la possibilità di ricorrere al Tar contro la tassa di soggiorno introdotta dal comune di Cortina d'Ampezzo dal 1° gennaio di quest'anno. Una tassa a cui gli albergatori di principio non sono contrari, ma di cui non approvano le modalità con cui il Comune ha deciso di applicarla.
L'imposta è stata approvata dal consiglio comunale il 27 novembre scorso; pochi giorni dopo sono state approvate dalla Giunta le aliquote: 1 Euro al giorno per l'extra alberghiero, 1.50 Euro per gli hotel a una e due stelle, 2 Euro per i 3 stelle, 2.50 per i 4 stelle e 3 Euro per i 5 stelle. Nel giro di un mese, gli albergatori si sono visti costretti a riscuotere l'imposta per conto del Comune, quando già la maggior parte delle prenotazioni per l'inverno erano state fatte, senza l'inclusione, tra le spese del cliente, del tributo.
«Non siamo contrari all'applicazione della tassa di soggiorno, ma al modo in cui il Comune ha deciso di istituirla, senza nemmeno parlare con noi» spiega Alberto Menardi, titolare dell'Hotel Menardi e membro del direttivo dell'Assoalbergatori. «La tassa è entrata in vigore dal primo gennaio, a cavallo della stagione invernale, un mese dopo averla approvata in consiglio comunale. Come albergatori ci troviamo in difficoltà a riscuoterla dal cliente, poiché i prezzi sono già stati fatti. Alla fine la dovremmo pagare di tasca nostra, e abbiamo già calcolato, per questi primi mesi del 2016, una perdita di qualche migliaio di euro».
Gli albergatori stanno pensando già da tempo al ricorso, ma prima hanno voluto tentare una mediazione con il Comune, chiedendo, attraverso l'avvocato Federica Bonafaccia di Federalberghi, la sospensione della tassa, come previsto dalla legge di stabilità 2016.
All’articolo 1 comma 26 della Legge di stabilità si prevede, infatti, «la sospensione per tutto il 2016 degli aumenti di tributi locali, tra cui rientra anche l’imposta di soggiorno. La disposizione, nel bloccare gli aumenti dei tributi, ne vieta anche la loro prima istituzione» si legge nella lettera dell'avv. Bonafaccia.
L'applicazione del tributo sarebbe dunque «in palese contraddizione logica con l’intento del legislatore». Il direttivo degli albergatori si è riunito lunedì per approfondire la possibilità del ricorso al Tar attraverso un'ulteriore consulenza legale, dopo di ché si deciderà se procedere. C'è tempo fino al 26 gennaio, cioè 60 giorni dall'approvazione dell'imposta in consiglio comunale.
«Il Comune poteva darci un po' più di tempo per organizzarci, almeno sei mesi. Invece non siamo stati nemmeno interpellati, nonostante la norma sull'applicazione della tassa preveda la concertazione con le categorie economiche. Alla nostra richiesta di sospensione non ha risposto nessuno».
Non tutti sembrano tuttavia essere d'accordo nel portare avanti il ricorso al Tar. Il Direttivo negli ultimi mesi si è spaccato: quattro su sette hanno rassegnato le dimissioni, e il presidente Gherardo Manaigo si è visto costretto a convocare un'Assemblea straordinaria per lunedì 18 gennaio, alle ore 15. Tre i punti all'ordine del giorno: il bilancio consuntivo 2015, il rinnovo del Consiglio Direttivo, le varie ed eventuali.
(foto: bandion.it)