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UN RITORNO DI IMMAGINE

Ennio Rossignoli

05/01/2016

Lo scrittore Lawrence Durrell diceva che con una donna si possono fare tre cose: amarla, soffrire per lei o farne letteratura. Al posto della donna mettiamo Cortina e quelle parole sembrano proprio scritte per la signora d'Ampezzo.

Infatti amarla è inevitabile per chiunque ne abbia anche solo sfiorata la bellezza di luogo che la montagna chiude in un abbraccio forte e affettuoso; ma nemmeno si può evitare di dolersi delle traversie che specie ultimamente ne avevano offuscato la storica immagine di paradiso dolomitico.

Traversie dovute in parte alle tempeste che scuotono il mondo, in parte a certe locali disavventure che hanno segnato specialmente la sua vita amministrativa (ma non solo quella): per non parlare delle difficoltà organiche a saldare le intenzioni su di una linea operativa di sinergie, mentre è facile capire – o almeno dovrebbe esserlo – che non può esserci ripresa né vero sviluppo senza una fondamentale convergenza di idee e di programmi per attuarle (e il proliferare attuale degli organismi incaricati non sembra proprio andare in questa direzione).

Quanto infine alla letteratura, di Cortina si è scritto molto e si continua a farlo (anche se preferibilmente nelle cronache): vi si sono ambientate storie d'amore e d'avventura, e gli scrittori ne hanno sempre fatto un loro “posto delle fragole”, magari di un Bergman molto meno imbronciato.

E' stata il set di un cinema non proprio memorabile e tuttavia ha confermato una sua speciale e felice capacità di farsi raccontare e rappresentare.

Nella fine d'anno appena trascorsa poi, quasi per esorcizzare la crisi,  ha moltiplicato e particolarmente diversificato la sua offerta culturale e più propriamente mondana, con importanti effetti di ritorno in termini di approvazione.

Il Corso è sembrato di nuovo quello delle stagioni d'oro, sempre ricordate e sempre rimpiante, occupato da una folla almeno apparentemente mossa dall'antico piacere di esserci. Sarà stato lo splendore di giornate quasi primaverili, sarà stata la prudenza indotta dalla minaccia internazionale, certo è che Cortina per qualche giorno è tornata a indossare l'abito della protagonista  di una gioia di vivere che la crisi  aveva in  parte soffocato.

Naturalmente, una volta spente le luci della festa, a tutti e dunque anche a lei la realtà  presenterà il conto delle esigenze rimaste insoddisfatte: sarà il momento delle decisioni e degli interventi che, seppure sostenuti da un recupero di fiducia, non potranno eludere ulteriormente quelli che restano i problemi di fondo della comunità.

Sarà appunto il momento  di verificare la fondatezza degli entusiasmi e la consistenza dell' immagine costruita su di loro.        

(foto: bandion.it)