E così il cahier de doléances degli albergatori ha trovato gli accenti forti ed espliciti del loro presidente: una presa di posizione che ha chiamato in causa il metodo piuttosto che il merito della questione, affrontata – è l'accusa – in termini decisionisti anziché concertativi.
In effetti il tema della tassa di soggiorno sta dando la stura a tutta una serie di interrogativi, suscitati dalle modalità e dalla destinazione finale delle risorse derivate, oscillanti tra l'organizzazione dei Mondiali e l'incremento del marketing turistico.
Nulla di sconveniente, intendiamoci, se non fosse per la sgradevole sensazione di uno scollamento tra due mondi che sono in realtà l'uno emanazione dell'altro, ovvero tra gli amministratori e gli amministrati: una sensazione certo non nuova, ma ogni volta fonte di sfiducia e di tensioni che intralciano la corretta visione delle cose e del loro svolgimento.
D'altronde intorno alla candidatura di Cortina e in attesa della “scontata” ufficializzazione, si sono date convegno perplessità, voci critiche, contrattempi di vario genere, che hanno concorso a problematizzare la vicenda (è spiaciuta, per esempio, la marginalità del coinvolgimento locale nella organizzazione dell'evento).
La bellezza e la storia di Cortina – naturalmente suffragate dall'opera della sua gente – restano comunque requisiti che danno fiducia a una uscita dalle contingenze che da qualche tempo la affliggono: non è un sentimento facile, specie in tempi come questi, e tuttavia è anzitutto su di esso che si può fondare un serio progetto di sviluppo delle opportunità di vita.
Come è per l'appunto quello di una manifestazione impostata su propositi di rilancio di una immagine che di quella vita è la migliore sostanza, e che Cortina attende da tempo. Sarà così?