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Cortina, un caso postmoderno

Ennio Rossignoli

13/10/2015

Postmodernità, ovvero fine delle certezze e della ideologia del progresso inevitabile. Pessimismo, scetticismo, contaminazione di intenti e di esiti: Cortina ne sembra oggi almeno in parte un caso emblematico.

Certo la meteorologia incide: sul turismo, sulla galassia culturale e sulla stessa disposizione a occuparsene (ora poi si è pure messa a rovesciare pezzi di montagna sulle strade).

Così da sempre la vita della Conca prosegue sulla linea incerta di una stagionalità praticamente inguaribile, nella  quale si alternano le euforie del tutto esaurito con le deprimenti sfilate dei negozi e degli alberghi chiusi per lavori dietro cui si nascondono –  ma poi neanche tanto – motivi di pratica economia.

Coinvolta nelle mutazioni che investono i modi di una società in movimento, la “Regina” fatica a ritrovare la magnifica allure di un passato in cui il suo nome sopravanzava persino la bellezza della sua natura. Che è sempre lì, intatta e incantevole come poche altre, ma oggi scivolata nella realtà di una crisi che non risparmia risorse, propositi, possibilità e capacità di farne progetti finalmente attuabili.

Capitale montana dello sport di ogni stagione, Cortina è oggi all'inseguimento di una eccellenza minacciata da carenze immutabili, in primis l'handicap di un traffico pesante che ne taglia il cuore e il respiro.

Ora incombono i Mondiali: grande condizione di un recupero totale, o definitivo affossamento di un turismo sostenibile e al passo con le misure richieste dalle più recenti qualità? Nel merito le opinioni divergono, ma intanto si aspetta di uscire dalla fase dei comitati e entrare in quella dei fatti che urgono.

C'è una nuova generazione, o più di una, che lavora nei diversi settori della vita sociale, ed è da essa che può dipendere un futuro di idee e di soluzioni ai problemi che oggi preoccupano i più attenti alle sorti del paese: di fronte ai quali è anzitutto necessario far cadere i particolarismi, gli egoismi “di posizione”, quello spirito competitivo che, lungi dal proporre incentivi, provoca alla fine la paralisi di una forte e sana volontà di sviluppo: con la meteorologia, e forse più di essa, un fattore critico e al vertice delle responsabilità.