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Giornata molto impegnativa per Suem e Soccorso alpino

Redazione

19/07/2015

Nel corso della competizione Transcivetta, due concorrenti hanno fatto ricorso al 118 per esaurimento fisico, un'atleta bellunese, D.E., 34 anni, imbarcata con il verricello dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore nei pressi di Forcella Col Negro e G.Z., 51 anni, Vicenza, recuperato al Rifugio Tissi, entrambi trasportati sui Piani di Pezzè e affidati all'ambulanza diretta ad Agordo, presente personale del Soccorso alpino dell'assistenza gara.

Successivamente l'eliambulanza è stata inviata al Rifugio Vandelli, nel comune di Cortina d'Ampezzo, per un'escursionista con un trauma alla caviglia, accompagnata alla piazzola dal gestore e quindi condotta all'ospedale Codivilla. Una squadra del Soccorso alpino di Pieve di Cadore è invece scesa verso il torrente Boite, nel comune di Valle di Cadore, per tre pescatori che, perso l'orientamento, non riuscivano più a ritrovare la strada. I soccorritori hanno individuato E.D.L., 34 anni, di Mestre (VE), A.M., 35 anni di Scorzè (VE), e G.B., 31 anni, di Mira (VE), e li hanno riaccompagnati alla macchina.

I soccorritori della Val Comelico hanno poi raggiunto in jeep Malga Manzon, in Val Visdende, Santo Stefano di Cadore, per un malore accusato da un turista austriaco. La squadra ha quindi trasportato F.L., 58 anni, fino all'ambulanza diretta all'ospedale di Pieve di Cadore. Infine l'eliambulanza del Suem è decollata in direzione della Croda Rossa, Comelico Superiore. Lì, una coppia di escursionisti olandesi era infatti rimasta bloccata sulla ferrata Zandonella nel punto in cui il cavo finiva sotto la neve per alcuni metri. Imbarcati in hovering i due sono stati portati al Rifugio Lunelli.

"Risulta di certo fondamentale in queste giornate di attività straordinaria per numero di interventi effettuati nel territorio provinciale il servizio di elisoccorso, proprio per garantire l'abbattimento dei tempi di intervento, che comporta a sua volta la conseguente contrazione degli esiti invalidanti e della complessiva mortalità, ma rimane pur sempre fondamentale il servizio del personale CNSAS operante anche via terra.

Assicurare, infatti, nei fine settimana un servizio di reperibilità svolto continuativamente da oltre 40 Operatori CNSAS (in alcune giornate la cifra supera addirittura le 60 unità) ai quali vanno ad aggiungersi una media di 12/15 Operatori dedicati a servizio ed assistenza dei svariati eventi sportivi, rappresenta uno sforzo significativo quanto importante a tutela delle nostre comunità e dell'utenza turistica.

A questi uomini e donne crediamo debba andare il ringraziamento della Direzione del CNSAS e forse anche quello di altri soggetti che, alle volte, sembrano scordare questi numeri davvero notevoli e l'impegno, oltre che l'indiscutibile rischio che dietro questi numeri è nascosto" chiude la giornata il delegato del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi Fabio Bristot.

Soccorso Alpino e Speleologico Veneto
Michela Canova