Se è vero che, come ha detto un filosofo, la storia è sempre storia contemporanea perché riferita al bisogno e alla situazione presente, coloro che vi affondano le proprie riflessioni non sono perciò degli oziosi coltivatori del passato, ma gli osservatori di un tempo e di una realtà che comunque li riguardano e di cui possono ritrovare le ragioni.
Un principio universalmente applicabile a qualsiasi ambito, capace di dare alle nebbie della nostalgia la lucidità di un attento riesame degli antefatti. Così, quando parliamo della Cortina che fu, oltre il ricordo emozionato di un tempo felice e appagato, c'è l'intento di una riproposizione delle condizioni, se non di tutte, almeno di quelle che furono allora alla base del suo rango di eccellenza, e questo tanto più nella prospettiva di un impegno come quello dei futuri Mondiali.
L'elenco non è lungo: capacità organizzativa, serietà di progetti, oculate strategie di intervento, correttezza nell'impiego delle risorse; si aggiunga la necessità che tutte le componenti della comunità, pubbliche e private, ne siano consapevoli e superando certe radicate propensioni alla divisione, operino in modo sinergico verso finalità condivise.
Più di mezzo secolo fa Cortina seppe allestire ottimamente le sue Olimpiadi: certo altri tempi e problemi solo in parte analoghi, oggi le esigenze sono diverse e ad esse occorrerà adeguare tempestivamente i mezzi e i modi. Saprà farlo? Quel pensiero del filosofo potrebbe forse aiutarla.