Con quali criteri e a che titolo? Non è dato sapere. Anzi: un parere
politico per l'estetica. Anche i sette nani avrebbero diritto a regole
chiare e generali. Figuriamoci i cittadini
È passata in Consiglio comunale una curiosa variante al Regolamento
Edilizio. L'articolo 19 parla delle attività edilizie libere o soggette a
comunicazione preventiva.
Quelle soggette a comunicazione preventiva sono tipicamente quelle opere
provvisorie e temporanee che è giusto segnalare al Comune affinché se
ne abbia memoria ed evitare il rischio che diventino in qualche modo
permanenti, magari attraverso condoni o altro.
Orbene, il senso della norma è chiaro: comunico al Comune che installo
un gazebo in giardino in maniera che fra 20 anni non possa presentarmi
allo stesso Comune e reclamare l'accorpamento alla casa del volume
edilizio del gazebo.
Siccome questo inverno sono sorti problemi per le pubblicità da esporre
davanti ad un albergo che erano in concorrenza con gli sponsor comunali,
con la scusa di evitare Gardaland si è pensato di introdurre in questo
Regolamento una sorta di Grande Fratello controllore "a buon senso".
Da ora in poi la Giunta - cioè un organo politico - dirà la sua su buona parte delle opere che prima erano solo da comunicare:
messa in sicurezza di edifici, mostre campionarie provvisorie ed
esposizioni d'arte all'aperto, recinzioni provvisorie, bussole
stagionali, tettoie provvisorie, gazebo e tensostrutture, chioschi
stagionali, insegne pubblicitarie stagionali, cartellonistica
pubblicitaria di cantiere, paletti e catenelle a delimitazione delle
proprietà private, fioriere, casette per i giochi e altre strutture
mobili di arredo del giardino. Per questi interventi occorre aspettare
la risposta.
Restano fuori i cantieri, la manutenzione delle reti tecnologiche, il taglio alberi e siepi e le varianti in corso d'opera.
Non ci sono criteri validi per tutti: la scelta sarà ispirata dal buon senso.
È lampante quanto la norma sia illegittima per mancanza di presupposti;
ma non vale neanche la pena starne a discutere perché non vale i soldi
da spendere per il ricorso: la pena è l'ordine di rimozione (e
successivamente eventualmente le sanzioni).
L'idea che irrita, è il fatto che il cittadino subisca questa prepotenza
da parte di chi dovrebbe - attraverso princìpi, leggi, canoni,
regolamenti e norme - assicurare a tutti regole di condotta conoscibili e
trasparenti alle quali adeguarsi. Altrimenti il mondo diventa davvero
il Far West che si vuole evitare, in balìa di prepotenti e di furbi.
Comitato Civico Cortina