Il piano terra della "Ciasa de ra Regoles" quest'inverno sarà dedicato alla mostra fotografica
"Occhi in ascolto - A tu per tu con la fauna del Parco": meravigliose immagini del fotografo Mario Barito, che da anni si dedica con passione e competenza alla fotografia naturalistica e faunistica in particolare.
La quasi totalità delle immagini esposte è stata scattata a Cortina, nel Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo, gestito dalle Regole d'Ampezzo dove, nonostante la notevole concentrazione di flussi turistici in determinate zone e periodi dell'anno, gli ambienti naturali sono assai ricchi di una singolare diversità faunistica e le possibilità di avvistamento risultano davvero considerevoli.
«Arredare anche il piano terra della "Ciasa de ra Regoles" per un'esibizione non è stato facile, in un momento in cui stiamo attraversando momenti di crisi in tutti i settori, ma per noi è sicuramente una grande soddisfazione aver destinato tutto l'edificio ad attività delle Regole; in particolare, siamo lieti di aver trasferito al piano terra la sede del Parco Naturale delle Dolomiti» ha detto il presidente delle Regole d'Ampezzo Gianfrancesco Demenego, durante l'inaugurazione della mostra il 23 dicembre. «Per questa esposizione, ringrazio il fotografo Mario Barito, che ha dato in maniera spontanea le sue immagini gratuitamente per questa bellissima mostra. Inoltre, ringrazio i ragazzi della V classe del Liceo Artistico di Cortina, che hanno curato l'allestimento».
«L'esposizione è stata organizzata secondo una logica di habitat» ha spiegato il direttore del Parco, Michele Da Pozzo. «Si parte con delle immagini scattate nei boschi, per poi passare, nell'area successiva, a praterie e pascoli, all'acqua e, infine, alla roccia».
«Conosco Mario Barito fin da bambino, e gli riconosco da sempre una marcia in più nella fotografia naturalistica. Non è geloso degli ambienti che egli esplora per le sue fotografie e delle sue opere, bensì ci tiene a trasmettere la sua passione. Inoltre, ha un'etica di rispetto nei confronti della natura e degli animali: non usa mezzi invasivi e sa fermarsi quando la sua presenza potrebbe infastidire l'animale».
All'entrata dell'esposizione, su uno schermo scorrono le immagini di Barito montate dal documentarista Rolando Menardi. La mostra è stata realizzata anche grazie a contributi del Gal e della Regione, e sarà visitabile fino a Pasqua 2015.
MARIO BARITO, FOTOGRAFO PER HOBBY DA OLTRE TRENT'ANNI
Mario, da quanti anni fotografi la natura e la fauna delle Dolomiti?
Sono ormai trent'anni che dedico alla fotografia il mio tempo libero. Fin da bambino ho avuto la passione per la natura e per i suoi abitanti, gli animali. Nel tempo ho arricchito la mia conoscenza delle specie animali che popolano il nostro ambiente, conseguendo una buona esperienza faunistica e naturalistica. Ho iniziato con una piccola compatta per poi passare ad una reflex; ora, con il digitale, si possono fare molti scatti, ma la tecnica è la stessa.
Quale tecnica usi per le tue foto?
Dipende, non è sempre uguale: vi sono varie tecniche a seconda del tipo di animale e delle condizioni ambientali. Mi apposto per avvistare l'animale anche due o tre settimane tutti i giorni. Prima di arrivare al punto di avvistamento, osservo i segni sul terreno, le tracce… La foto è l'ultima parte di un percorso ben più complesso.
Hai mai pensato di fare della fotografia il tuo lavoro?
No, non ho mai pensato di trasformare il mio hobby in un lavoro. Non ci sarebbe un gran guadagno, e poi, se fosse un lavoro, non farei queste immagini. Collaboro comunque con varie riviste specializzate.
Nell'ambiente dei fotografi naturalistici spesso vige la gelosia; tu, invece, porti sempre qualcuno con te.
Ci tengo a trasmettere questa passione.
Anche io ho avuto i miei maestri quando ho iniziato. Porto gente con me per far conoscere l'ambiente, e soprattutto per insegnare a rispettarlo, a non usare mezzi invasivi, ma a sapersi fermare davanti all'animale, a non spingersi troppo oltre per non disturbarlo.
Le foto esposte a "Ra Ciasa de ra Regoles" cosa rappresentano per te?
Queste foto sono solo una parte di quelle che ho fatto. Sono la punta dell'iceberg di 12.000 scatti archiviati nel tempo.