Sotto il peso della neve, il 6 marzo 2014 crolla gran parte dell'edificio destinato ad hangar dell'Eliporto, a fianco della piazzola di atterraggio e di decollo. Misura circa 1.005 mq. ed è costituito da due distinti corpi strutturali costruiti in epoche diverse; la parte più antica è del 1964 (790 mq.) Il giorno successivo il vice sindaco Pompanin ordina alla società concessionaria Esperia Aviation spa di mettere in sicurezza l'area e di presentare entro 30 giorni il «programma delle demolizioni».
Il 28 marzo la Esperia comunica la messa in sicurezza e chiede tempo per le demolizioni e le attività successive; occorre effettuare le perizie e le verifiche per la liquidazione del sinistro.
Il 20 maggio, dopo il sollecito del Comune per una risposta, la Società scrive che «il crollo dell'hangar ubicato all'interno del sedime dell'eliporto costituisce evento straordinario imputabile esclusivamente agli eccezionali e imprevedibili eventi atmosferici …»; mette poi le mani avanti dicendo che
«Per quanto concerne l'integrale ricostruzione dell'hangar riteniamo indispensabile preliminarmente capire chi provvederà a risarcire l'ingentissimo danno patito dalla scrivente società e chi provvederà a coprire le spese necessarie al ripristino»; «Al riguardo, rileviamo infatti come tali opere - non previste nel Piano Economico Finanziario posto a base della Concessione - rendano oltremodo gravosa ed anti-economica la prosecuzione del rapporto concessorio».
Suggeriscono che l'unica maniera per ricostruire le condizioni di equilibrio è di «procedere alla revisione delle previsioni della Convenzione prevedendo anche un contributo economico (pari al costo di ripristino dell'hangar) da parte del concedente (cioè il Comune, ndr.) o di altra amministrazione».
Chiude la comunicazione avvisando che senza questo intervento, «non rimarrebbe alternativa per la scrivente società concessionaria che recedere dalla Convenzione, richiedendo l'integrale ristoro del valore delle opere realizzate, degli oneri accessori e degli altri costi ed oneri finanziari sostenuti per l'iniziativa e comunque conseguenti alla risoluzione».
Il Comune replica che l'Esperia aveva trasmesso una Polizza di assicurazione e che nel corso di un incontro successivo al crollo si era «impegnata nell'attivare la polizza assicurativa per la ricostruzione dell'hangar …»; l'amministrazione comunale sollecita l'attivazione della Polizza di assicurazione.
Il 9 luglio l'Esperia afferma di ritenere del tutto incoerente il richiamo fatto dall'Amministrazione comunale alla polizza assicurativa C.A.R., prevista nella convenzione per i lavori oggetto di concessione, in quanto gli stessi sono già stati chiusi con il certificato di regolare esecuzione. La Contractor's All Risks, ricordiamo, ha il compito di coprire tutti i danni materiali che una qualsiasi opera civile può subire nel corso della costruzione, da quando vengono aperti i cantieri fino alla conclusione dei lavori. Infatti, nella Convenzione è prevista la C.A.R. «con durata e piena validità fino alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio.
La Società comunica invece di avere denunciato il sinistro alla Compagnia assicurativa (Allianz), la quale ha rilasciato la polizza per la gestione. Dagli atti risulta però che la Allianz - interpellata - risponde che «l'unica copertura stipulata dalla Esperia … si limita alla polizza di Responsabilità civile per danni a terzi»; per la Allianz, «in assenza di specifica richiesta da parte di terzi eventualmente danneggiati» non ci sono gli estremi per aprire alcun sinistro.
L'Esperia ribadisce ancora al Comune l'impossibilità di sopportare ulteriori costi (inclusi quelli di riprogettazione) fintanto che non sarà rivista la Convenzione con un contributo economico comunale pari al costo di ripristino dell'hangar. In mancanza dell'apporto comunale, l'Esperia intende riconsegnare l'Area il 29 settembre 2014.
La perizia inviata al Comune il 25 luglio stima i costi di ripristino in un massimo di 1.420.000 euro (+ iva); dai rilievi effettuati, la parte non crollata o non fortemente danneggiata copre una superficie di circa 335 mq. (circa il 33% della superficie totale) e le analisi svolte escludono la convenienza a recuperare la parte delle strutture esistenti.
Il 26 settembre l'Amministrazione comunale avvia il procedimento di risoluzione del Contratto di concessione stipulato l'11 giugno 2010, con riserva di separata azione risarcitoria quantificata provvisoriamente in 1.400.000 euro. Spiega che la revisione delle condizioni economiche può avvenire
- a norma di convenzione - solo nel caso in cui vi siano norme sopravvenute o determinazioni per un cambio dei meccanismi tariffari o nuove condizioni per l'esercizio delle attività. Per il Comune, la riconsegna dell'area da parte del concessionario è da ritenersi improponibile e da considerarsi grave inadempimento nel caso in cui il gestore abbandoni unilateralmente l'area.
Ribadisce che il contratto prevede che il Concessionario si «obbliga ad eseguire gli interventi di manutenzione …» e che «Anche lo sgombero neve dal tetto dell'hangar trattasi di manutenzione, ancor di più ordinaria …» e che «non aver effettuato lo sgombero causando il crollo del tetto risu
Il 21 ottobre 2014 l'Esperia contesta tutto e rimane sulle sue posizioni: danni da neve causato dall'imprevedibile e non da negligenza nella manutenzione; reclama la «eccessiva onerosità sopravvenuta» per ottenere la risoluzione del contratto (a meno di una modifica dell'accordo); si fa salvo il diritto di vedersi riconosciuto il valore delle opere realizzate e degli accessori. Senza risposta positiva, la società minaccia di agire giudizialmente per l'accertamento del proprio diritto a recedere dalla Convenzione».
Il 30 ottobre 2014 il Servizio Urbanistica del Comune incarica lo studio professionale Tecpo srl di Vittorio Veneto di completare la documentazione per il PUA, per una spesa di 30.134 euro. Il Progetto urbanistico assicura una progettazione unitaria dell'area ed è previsto dalla convenzione firmata nel giugno 2010.
LA Proposta: riconsiderare il progetto di un vero aeroporto, a misura di Cortina e del turismo internazionale. Un aereoporto "tra le nuvole"
L'idea proposta da esperti del settore è quella di un progetto disegnato per piccoli aeroporti che utilizzano aeromobili di modesto tonnellaggio con un carico passeggeri limitato ma veloce, quale alternativa ai tradizionali mezzi di trasporto commerciali.
Cortina ha la fortuna di avere un aeroporto privato tutt'ora segnato sulle carte aeronautiche internazionali, con la dicitura abbandonato (non chiuso) ma ha ancora la sua definizione internazionale LIDI e soprattutto ha ancora valide alcune certificazioni come il carico per ruota, 16 ton e, in passato e per anni, ha operato come aeroporto per traffico commerciale. Declassarlo ad aviosuperficie o utilizzarlo solo per pochi e piccoli veicoli può essere uno spreco.
L'aeroporto consente uno sviluppo turistico; permette di arrivare a Cortina da località lontane in poco tempo: 45' da Milano, 25' da Verona, 90' da Roma e da Parigi, 150' da Londra. Avvicina le principali città europee e diminuisce il traffico veicolare.
In un solo viaggio aereo si possono sbarcare 40/50 persone, con una stima di 4-6 velivoli al giorno.
A livello di sicurezza, gli aerei attuali hanno decolli cortissimi e ratei di salita tali da garantire in tutte le fasi standard elevati di sicurezza anche con il 50% dei motori disponibili. La pista di Cortina con un DASH/8 o un Do 328, cioè aerei ad atterraggio e decollo corto di tipo "stoll", verrebbe impegnata per 600 mt sui 1285 di lunghezza.
La normativa Annex 14 Icao, che è la normativa dominante, richiede pista critica molto superiore.
TERMINI ESSENZIALI DELLA CONCESSIONE
SISTEMAZIONE DELL'ELIPORTO DI
FIAMES DA FINANZIARSI INTEGRALMENTE TRAMITE APPORTO DI CAPITALE PRIVATO
MEDIANTE FINANZA DI PROGETTO
16 giu 2009 pubblicazione bando di
project financing; 01 dic 2009 Esperia Aviation Services spa
(mandataria) nominato promotore; 11 giugno 2010 firma della convenzione
"Project Financing per la progettazione, sistemazione e gestione
dell'Eliporto in località Fiames a Cortina d'Ampezzo - convenzione di
concessione di costruzione e di gestione».
Il progetto
definitivo-esecutivo relativo ai lavori è suddiviso in due stralci
funzionali; il 1° stralcio è completato; il 2° stralcio (minimo impegno
finanziario) necessita del PUA.
Il 1° stralcio comprende:
• Interventi sulla piazzola
• Segnaletica diurna e notturna
• Impianto antincendio
• Sistemazione Hangar (rivestimento esterno e interno)
• Impianti elettrici e idraulici per un totale di circa 1.123.000 euro.
Ai fini della concessione, l'investimento è di 1.253.000 euro, tutto a carico del privato.
La durata delle concessione è di 30 anni ed è l'unico corrispettivo per il concessionario.
Si danno in concessione le aree del sedime aeroportuale e degli spazi dell'eliporto.
In contropartita c'è l'impegno ad assicurare l'operatività dell'elisuperficie per 24 ore al giorno.
Le tariffe sono: movimento (atterraggio-ripartenza) pari a 150 euro per attività commerciale;
pari
a 50 euro per attività di lavoro aereo; per affitto spazi all'interno
dell'hangar un prezzo forfettario di 25.000 euro, per aeromobile anno;
park auto 1 euro/ora; non applicazione di tariffe alle associazioni di
volontariato o categorie protette (gratuita la zona di atterraggio).
Previsti i servizi di:
• Assistenza passeggeri
• Assistenza bagagli
• Assistenza operazioni sulla Fato/Tlof e aree parcheggio
• Assistenza pulizia e servizi di scalo
• Assistenza carburante e olio
• Assistenza manutenzione
• Assistenza equipaggi
• Assistenza trasporto a terra
• Servizio ristorante e parcheggio di lunga sosta