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La candidatura ai Mondiali 2021 è da sottoporre a referendum

Edoardo Pompanin

01/11/2014

Siamo alla quinta ricandidatura di Cortina d'Ampezzo ai Mondiali di Sci Alpino. Nuova data: 2021.
Secondo i migliori standard internazionali, è essenziale condividere con la popolazione locale la decisione di organizzare i grandi eventi sportivi, soprattutto in termini di "sviluppo sostenibile".

NECESSARIO IL COINVOLGIMENTO DELLA POPOLAZIONE

Gli eventi di ampia portata muovono interessi significativi e impattano per decenni sullo sviluppo economico e sociale di una cittadina. Inoltre, i contratti firmati con le Federazioni impegnano le amministrazioni pubbliche, ma spesso le premesse non sono molto trasparenti. Ad esempio, il dossier presentato a Barcellona da Cortina 2019 non è stato reso pubblico.

Buona prassi da seguire sono i principi Onu dell'Agenda 21, i quali sono molto più che semplici raccomandazioni ambientali.

La finalità dichiarata è anche quella di aumentare il coinvolgimento della popolazione locale, migliorare i vantaggi socioeconomici e sanitari che ne derivano, rafforzare i progetti per lo sviluppo sostenibile, promuovere infrastrutture sportive che si adattino meglio alle necessità sociali.

Il referendum consultivo è lo strumento adatto per sondare l'opinione dei cittadini.
Le altre strade sono scorciatoie che si prestano ad essere facilmente screditate, qualunque sia il convincimento di una o l'altra parte. Ampia la casistica.

REFERENDUM: ALCUNI PRECEDENTI

«Delle sei città candidate alle Olimpiadi del 2006, solo Torino ed Helsinki non hanno svolto un referendum prima di presentare la candidatura», riporta Roberto Bosi nel suo pamphlet "I giochi del potere". «Probabilmente gli olimpici torinesi non volevano correre il rischio che si ripetesse ciò che era avvenuto a Denver nel 1972. A Olimpiadi già assegnate, si tenne un referendum che si risolse con la vittoria del comitato promotore e col trasferimento dei Giochi fuori dagli Stati Uniti, a Innsbruck». Allora il referendum popolare bocciò i finanziamenti pubblici destinati all'organizzazione dell'evento (un ammonimento per i costi delle candidature pagati dal contribuente). Nel 1993 e nel 1997, Innsbruck bocciò con referendum le successive candidature 2002 (70%) e 2006 (52,6%), testimonianza di un diffuso scetticismo tra i cittadini (Karl Socher).

Nel settembre del 2002 un referendum popolare a Berna ha cancellato la candidatura della città alle Olimpiadi invernali del 2010.

Per le Olimpiadi invernali del 2022 c'erano in lizza tre città: Oslo (Norvegia), Almaty (Kazakistan) e Pechino (Cina). Oslo ha presentato la candidatura dopo un referendum nel quale il 52% dei cittadini si è dimostrato favorevole; nonostante ciò, ai primi di ottobre 2014 ha ritirato la candidatura dopo una votazione del Parlamento che non ha assicurato il sostegno finanziario necessario da parte dello Stato.

Per la stessa candidatura 2022, Monaco di Baviera aveva indetto il referendum che ha dato esito negativo (4 municipalità coinvolte, tutte contrarie, con Garmish Partenkirchen al 51,6% di no); referendum anche in Svizzera per la candidatura di St. Moritz, con Engadina e Davos a favore, ma il 53% dei residenti del cantone contrari. Curioso ricordare che Monaco si era candidata anche per il 2018, con una decisione nel novembre del 2007 senza alcuna discussione e partecipazione dei cittadini; ci furono le deliberazioni, quasi senza voti contrari, del Consiglio comunale di Monaco, del Consiglio comunale di Garmish e della Giunta distrettuale del Berchtesgadener Land; successivamente alle delibere, su pressione dei cittadini, si tenne un referendum nel maggio del 2011, con un esito in questo caso favorevole alla candidatura.

Restando sulle sole località alpine, sono state sottoposte a consultazione popolare le candidature per grandi competizioni sportive invernali nelle città di: Aosta, Obergoms, Lech am Arlberg, Oberland Bernese, Val Gardena.

Il caso della Val Gardena interessa la candidatura al Mondiale di sci alpino; domenica 7 luglio 1997 il 77,77% dei cittadini aventi diritto dei tre comuni di Ortisei, Selva e Santa Caterina hanno votato il referendum; al di là del risultato (3.214 no, pari al 56,48%), significativo ricordare che i promotori furono costretti alla consultazione dopo la precedente bocciatura della candidatura per i mondiali 1995, vinti dalla spagnola Sierra Nevada.


Anche per i Mondiali di sci del 2005 (vinti da Bormio), la Val d'Isere sottopose a referendum la propria candidatura (esito negativo).