La cura di Are e l'incuria di Cortina
    

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La cura di Are e l'incuria di Cortina

Lettere al giornale

01/08/2014
Riferendomi ai Mondiali 2019 che si sono volatilizzati per atterrare nella cittadina di Åre, non posso che dire, come cortinese, di essere molto dispiaciuto e addolorato: un'altra occasione mancata per il rilancio di Cortina.

Una piccola speranza mi era rimasta, pensando che alla fine, con tutti i tromboni che si sono prestati a parole per la riuscita, Cortina avrebbe potuto farcela. Sempre rimuginando sulla sconfitta dei Mondiali, ho voluto, per mezzo di un atlante geografico e di depliant in mio possesso, vedere dove si trova questa benedetta antagonista. Avendola individuata scorrendo il depliant, mi sono reso conto del perché la commissione giudicatrice ha scelto Are. La panoramicità del luogo e dei suoi dintorni, servita da una ferrovia quasi al top, anche per gli orari, da strade a quattro corsie e da strade di grande comunicazione, di case, non di palazzi, ben allineate e con giardinetto antistante. Alla fine ho voluto soppesare sul piatto della bilancia cosa offre Åre e cosa offre Cortina.

Cominciamo con il sistema di vita delle popolazioni nordiche: cittadina pulita e gradevole con tanto verde nel suo interno, gente scrupolosa e coscienziosa del proprio patrimonio territoriale, con comunicazioni stradali e ferroviarie ad alto livello.

Per Cortina, le comunicazioni stradali non sono proprio ottimali: per chi sceglie l'auto, arrivati a Longarone, bisogna immettersi in un imbuto per il Cadore e Cortina, e qui comincia la via Crucis; non si sa, in stagione, quanto tempo si può impiegare per arrivare a Cortina, forse un'ora e mezza, più facilmente due ore.

Se pensi di essere previdente scegli la ferrovia fino a Dobbiaco; a Cortina puoi arrivare in un'ora con il pullman. Se invece prendi il treno da Venezia o da Padova, mettiti il cuore in pace, perché sai quando parti, ma non sai quando arriverai. Se scegli la Padova-Calalzo, forse a Belluno riesci a trovare la coincidenza per Calalzo; se invece scegli di partire da Venezia, arrivato a Ponte nelle Alpi finisce il tuo viaggio in treno, poi ti tocca prendere il pullmann per Cortina, coincidenze permettendo, altrimenti aspetta e spera.

Poi Cortina offre molti alberghi chiusi da molto tempo, perciò centinaia di posti letto in meno; anziché il fiorire dei prati e giardinetti, offriamo il degrado in stato avanzato (vedi solo una parte della foto di Voci di Cortina di maggio), negozi di vari generi a conduzione familiare non esistono più; qui trovi solo boutique ben allineate e fornite, per Vip e personaggi di alta finanza che la crisi non ha nemmeno sfiorati; offriamo seconde e terze case occupate per pochi mesi all'anno, sparse su tutto il territorio a scapito del verde ambientale. E mi fermo qui, perché il piatto su cui ho collocato Cortina più in basso di così non può andare.

Speriamo ora che il Comune si svegli dal letargo e si renda conto che è ora di lavorare seriamente, ma non a parole, e perché l'attack cosparso sulle poltrone dopo le elezioni ha fatto il suo tempo, e ra carega, ben retribuita, potrebbe scivolare via.

Giorgio Murari