GLI EQUIVOCI DELLA CULTURA
    

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GLI EQUIVOCI DELLA CULTURA

Ennio Rossignoli

01/02/2011
Giorni fa a Cortina si è parlato di cultura: sai che novità, dirà qualcuno, ma stavolta a farlo si è dedicata una ricca compagnia di scrittori, giornalisti, docenti universitari (c'era anche un attore passato dal Parlamento), messi insieme da quel maestro di imprese letterarie che ha fatto dei libri il materiale per costruirci una montagna. Sotto un titolo vagamente funerario - da Pompei a Cortina - il tema in discussione ha riguardato soprattutto lo stato di profonda crisi in cui versa oggi la cultura in Italia; crisi unanimemente riconosciuta e variamente attribuita dai relatori presenti, dalla insensibilità della politica alla caduta di una esigenza, a una economia dei tagli indiscriminati che spogliano allo stesso modo la Scala e la bocciofila rionale, la ricerca scientifica e la sagra della patata. Un appiattimento che sta portando il Paese verso i limiti un impoverimento infausto per l'adeguamento alla nuova modernità.
E Cortina? Naturalmente si è parlato anche di lei, di come siano cambiate abitudini e modi della sue frequentazioni; di come la forte identità locale abbia subito i colpi di quel processo di omologazione sociale e culturale, oggi in continua crescita, un fenomeno qui accentuato dalla storica vocazione turistica della regina dolomitica. Si è anche discusso di come la cultura, da esperienza vissuta all'interno di certe confraternite intellettuali - erano i tempi dei mitici salotti in cui faceva le sue ultime prove la civiltà della conversazione - sia salita sul palco dello spettacolo, trasformandosi in un veicolo pubblicitario e dunque in un coefficiente economico di grande importanza. Una trasformazione che ha portato con sé il problema della sua stessa definizione, troppo spesso confondendosi la pura conoscenza con la sua elaborazione critica, con la capacità di riflessione che faccia del dato un'idea, della nozione un motivo di arricchimento interiore, di maturazione della personalità individuale: una visione del mondo, un modo giusto di esserci e di porsi in rapporto con le cose e con gli altri che ne sono parte.
In un senso per così dire "laterale", si può infine intendere il complesso delle tradizioni, dei portati storici, di costume, di lingua, di credenze, che identificano una comunità e la distinguono da ogni altra.
Ebbene, di tutto ciò tenendo conto si potrà evitare quell'abuso di una parola come "cultura", così frequentemente adoperata a riempire il vuoto di un equivoco o di una pretesa!