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BILANCIO IN ROSSO DI OLTRE 100MILA EURO E UN'ISPEZIONE MINISTERIALE «PER VEDERE SE AVEVAMO NASCOSTO I SOLDI SOTTO IL MATERASSO» Il conto consuntivo dell'anno scolastico appena trascorso di Felice Doria, dirigente scolastico del Polo

Luca Dell'Osta

01/07/2009

Ormai, a esami di maturità quasi conclusi, è arrivato il momento, per il Polo Val Boite e per il suo dirigente scolastico Felice Doria, di tirare le somme di un anno trascorso tra grandi incertezze economiche, ma ricco di soddisfazioni sul piano umano e didattico.

Le considerazioni che emergono sono molte, e tutte interessanti.

Caro Doria, vuole spiegare anche ai non addetti ai lavori come funziona il bilancio di una scuola?

Dunque, il bilancio si divide in due grandi capitoli: il primo è il funzionamento, e cioè tutto quello che serve alla scuola per vivere (luce, acqua, carta, laboratori); il secondo è il personale.

L'unico introito per quanto riguarda quest'ultima voce è quello dello Stato, visto che noi siamo dipendenti del Ministero. L'altro capitolo, che è quello del funzionamento, vede introiti diversi.

Una piccola quota è dello Stato, anche se è andata scemando con il tempo e oggi è a zero. Zero zero però, non zero poco… Poi la Provincia contribuisce con circa 30-35 mila euro all'anno, mentre le comunità locali ci aiutano nei progetti.

E infine c'è il doloroso capitolo delle tasse scolastiche.

Proprio così, e quest'anno siamo stati costretti anche ad aumentarle considerevolmente. Vedo comunque che è stata una scelta di tutte le scuole: purtroppo non ci sono altre possibilità.

E le sponsorizzazioni da parte di privati di cui si era tanto parlato, per esempio, a proposito delle università?

Beh, finanziamenti diversi da questi che ho elencato sono isolati e difficoltosi da ottenere: non c'è un flusso regolare di denaro su cui si possa contare. Comunque, con i soldi delle famiglie e di eventuali sponsorizzazioni non possiamo pagare il personale, anche se questo in qualche modo ci viene chiesto, visto che lo Stato di soldi ne manda sempre meno.

Vogliamo dare qualche cifra?

Dunque, l'anno scorso noi abbiamo speso per il personale 121 mila euro in più di quello che ci ha dato lo Stato. Parlo del personale delle supplenze brevi (che non sono brevissime), cioè non gli insegnanti di ruolo ma i vari part time, maternità, aspettative.

Tutto questo a Cortina è anche particolarmente accentuato: c'è chi se ne va, chi segue il marito in Giappone, chi va in Inghilterra, e poi qui le malattie sono sempre più lunghe… Comunque 121 mila euro li avanziamo dallo Stato, e per pagare gli stipendi li abbiamo presi da un fondo cassa accumulato negli anni passati.

Oggi non abbiamo più un centesimo.

Questo per quanto riguarda il bilancio del 2008, che allora si è chiuso con 121 mila euro di passivo. E per il 2009? Parliamo sempre di personale supplente.

Beh, avanziamo sempre quei 121 mila euro. A bilancio c'erano ma non ci sono stati dati, e dobbiamo riportarli a bilancio quest'anno.

Poi lo Stato per il 2009 ha stanziato 12.500 euro, ma noi ne abbiamo già spesi 70 mila. E tra le altre cose di quei 12.500 ne è arrivata solo una parte.

Ma i conti non tornano… Come avete fatto a pagare 70 mila euro se ne avanzate ancora 121 mila, e se dei 12.500 promessi per il 2009 ne è arrivata solo una parte?

Ecco, è proprio qui il trucco! Quei 12.500 euro per le supplenze sono solo una parte del finanziamento che ci dà lo Stato, e ci serve a coprire anche altre spese oltre alle supplenze brevi (il fondo d'istituto, il fondo per le ore eccedenti, i soldi per gli esami di stato). Tutto quello che ci passa lo Stato si chiama «dotazione ordinaria», e quest'anno assomma a circa 170 mila euro (di cui 12.500 per le supplenze brevi, come abbiamo visto). Io per pagare gli stipendi ho dovuto attingere ad altre voci, e cioè agli esami di stato, al fondo ore eccedenti… quindi ho pagato gli stipendi, però sono completamente scoperto su tutte le altre voci.

Accidenti, è proprio complicato… Ma se i soldi per gli esami di stato sono stati impiegati per pagare gli stipendi, adesso i commissari d'esame da chi lo prendono il compenso?

È molto semplice: se non succede niente da qui ad agosto, non sarò in grado di pagare più nessuno.

Gli insegnanti cosa dicono?

Gli insegnanti, giustamente, si lamentano. D'altra parte, se io avessi usato solamente quei 12.500 euro per pagare i supplenti non avrei saldato nemmeno tutti gli stipendi di gennaio.

I collegi dei docenti però hanno fatto delle mozioni e io ho dovuto escogitare questo metodo - come d'altra parte stanno facendo in tutta Italia - per pagare gente che non prendeva lo stipendio da tre mesi… gente che non aveva più soldi nemmeno per mangiare e pagare l'affitto.

È una situazione contingente oppure continuerà così per molto tempo?

Beh, dipende da che punto si guarda la faccenda. Se non avessimo supplenti il nostro sarebbe un bilancio, tutto sommato, in equilibrio. L'aspetto triste della cosa è che la scuola non ha più

la capacità economica di progettare cose che non siano la mera sopravvivenza quotidiana. Non parliamo più di sopravvivenza mensile, o settimanale. Sopravvivenza quotidiana.

A proposito, e la riforma che sembrava imminente a settembre, poi a gennaio, poi di nuovo a settembre? Che fine ha fatto?

Riforma, bel coraggio a chiamarla così… è una riforma pro forma! La riforma delle superiori entrerà in vigore nel 2010, questo è certo, e nel frattempo tutte le scuole dovranno dislocarsi nei nuovi indirizzi: c'è una tabella che non è stata presentata dal ministero, ma circola furtivamente fra i meandri dei sindacati e degli uffici scolastici.

Noi abbiamo in mano un documento, ma non sappiamo se è quello vero. E nella riforma non c'è niente, se non una drastica riduzione di ore.

Posto che la quantità spesso non coincide con la qualità, come si può pretendere di migliorare la scuola tagliando anche di dieci ore il curricolo delle scuole (vedi istituti professionali)?

La domanda è retorica, mentre la risposta è complessa. Personalmente sono dell'idea che il tempo scuola (attività frontali) sia giusto diminuirlo. 30 o 32 ore settimanali sono sufficienti.

Ma ovviamente il problema sta nell'efficacia del lavoro. Se uno lascia intatti i curricoli è difficile che faccia in 30 ore quello che prima faceva in 40.

Solite cose all'italiana.

E non sai ancora qual è l'idea geniale… Il ministero non vuole più fornire programmi, ma sarà ogni scuola a doversi arrangiare! Apparentemente è un'idea democratica e aperta, ma in realtà mette ancora di più in difficoltà le scuole, che dovranno affidarsi alla sensibilità e alla capacità di autoregolarsi degli insegnanti (che non prendono lo stipendio).

Il che avviene, quando va bene, nel 10% dei casi. Nel resto, avremo una scuola in balia di se stessa.

E perché non si riformano i curricoli?

Mah… è proprio qui che c'è il vero bisogno di riforma, soprattutto per quanto riguarda le materie scientifiche e le lingue straniere. Com'è possibile che ci sia gente in Italia incapace di parlare inglese pur facendo quattro ore alla settimana dalla prima elementare? È lampante che il problema sta nelle metodologie di insegnamento.

Alla fine questa è una manovra economica.

Non c'è dubbio, su questo devo proprio dire che non ho dubbi.

Onestamente, non voglio essere di parte, però non si può non prendere atto che sia così. Si parte con una dichiarazione di risparmio.

Tutta l'operazione parte da un discorso che è: Dobbiamo cercare di risparmiare, e la scuola deve fare la sua parte. Benissimo.

Il risparmio più immediato che si intravede è quello sulle risorse umane. Quindi si taglia sulle ore, sui docenti e sulle cattedre. Abbiamo problemi nelle discipline tecnologiche. Cosa facciamo? Tagliamo le ore. È ridicolo: una riforma a costo zero, anzi addirittura a guadagno, non si è mai vista. Poi quando ci si mette su quella strada non ci sono più argini.

Non hanno tagliato solo gli organici?

Si pensava che il resto rimanesse invariato. Figurarsi… si taglia sugli organici, sulle supplenze, sul funzionamento. Una ciliegia tira l'altra, ma qui a forza di tirar ciliegie sta venendo giù l'albero.

Brunetta ha fatto la sua parte, con la scusa di licenziare i fannulloni!

Certo… e anche Sacconi: ci è arrivata un'ispezione da parte del Ministero del Lavoro! Quando, in aprile, avevo deciso di non pagare più i supplenti, ho sollecitato il Ministero dell'Istruzione dicendo che non avevo più soldi e che spettava a lui pagare gli insegnanti. E dopo pochi giorni il Ministero del Lavoro ci ha mandato un'ispezione! Gli stessi uomini che vanno nei cantieri edili per vedere se l'impalcatura è montata correttamente o se gli operai hanno l'elmo e i guanti, sono venuti qua per assicurarsi che io non avessi nascosto i soldi della scuola sotto il materasso. E non hanno trovato niente, né i soldi né il materasso…

Tragicomico…

Il ministero si accorge che non vengono pagati gli stipendi, ma non ci dà le risorse per pagarli… Qui dovevano mandare 120 mila euro, e invece mi hanno mandato gli ispettori.

Quand'è stata l'ultima riforma organica dei programmi?

Quella di Gentile, nel 1923.

E un altro momento in cui si è respirata un po' di riforma è stato alla fine degli anni '80, con Brocca. Non è un caso che quella riforma abbia fatto una brutta fine: dopo qualche anno non si è sentito più parlare né del signor Beniamino Brocca né della sua riforma. Ultimamente invece abbiamo solo tirato i remi in barca per risparmiare soldi, altro che Gentile e Brocca.

Passiamo invece alla situazione didattica.

Abbiamo finito gli scrutini, e abbiamo un uno per cento in meno di bocciati rispetto alla media nazionale.

Il risultato dei promossi è stabile, mentre aumentano i rimandati a settembre. Possiamo pensare che questo sia il risultato anche di un miglioramento nel rapporto insegnamento/apprendimento, o almeno mi illudo che sia così.

C'è anche stata un'ecatombe in prima ISA…

Esatto, ci stavo arrivando. Lì e in terza media ci sono state situazioni drammatiche, fin dall'inizio dell'anno scolastico. Problemi difficilissimi da gestire. Abbiamo cercato di intervenire con tutti i mezzi possibili (dai meno rudi a quelli più rudi!). La domanda però rimane: come mai sempre all'Istituto d'Arte? È evidente che attorno all'ISA si concentrano attenzioni sia di studenti disponibili alla formazione artistica, sia di studenti che pensano di fare una scuola «più facile». A settembre, per ovviare a questo problema, abbiamo idea di fare un lungo periodo di accoglienza, soprattutto nelle prime.

Vediamo di dire due parole per ogni istituto.

Beh, l'ISA, oltre a quello che ho già detto, credo che sia risorta, tra virgolette. Ha ripreso un ruolo e un posto nel territorio.

Quest'anno siamo stati presenti in due o tre mostre particolarmente significative nella cultura a Cortina, e non c'è attività che abbia rapporto con la cultura artistica che non ci veda partecipi.

L' Alberghiero va bene, ne sono molto soddisfatto: si fa in quattro per avere nel territorio una disponibilità al confronto e alla presenza. L'ITC è una scuola che sembra sempre sull'orlo della crisi, ma bene o male va avanti, con le sue risorse, e trova sempre sul territorio una domanda di formazione tecnico commerciale adeguata. Infine i due licei: allo Scientifico i problemi più grossi riguardano l'insegnamento della matematica e il rapporto tra scuola e sport, mentre il Classico è un'isola felice, e come in tutte le isole felici, dentro chissà cosa accade… Però i risultati ci sono, e mi pare che grandi interventi non si debbano fare.

Un'ultima battuta sulla Media annessa…

Ancora quest'anno c'è una Media annessa!, questo va detto.

Non sappiamo se con la riforma questa continuerà ad esistere, visto che in Italia ce ne sono 4 o 5. Noi però lavoriamo nella scuola media come se dovesse mantenersi. È una ricchezza. Ed è un'ottima scuola: abbiamo due corsi completi anche quest'anno.

Soffre perché lì abbiamo perso due cattedre e ben 30 ore settimanali di attività, ed è difficile dire come risponderemo a questo taglio.

Ringraziamo Felice Doria per l'interessante intervista e gli auguriamo buon lavoro.