Un edificio di nuova concezione rispetto all'architettura ampezzana, che costerà oltre 5 milioni di euro, per la realizzazione della Senior City, il complesso di alloggi per anziani autosufficienti residenti a Cortina d'Ampezzo che dovrebbe sorgere su un terreno destinato dall'Amministrazione comunale di Cortina d'Ampezzo nei pressi dell'ex Hotel Cademai, oggi ristrutturato e destinato ad alloggi comunali per residenti.
Martedì 11 marzo è stato presentato alla cittadinanza il vincitore del Concorso Europeo voluto dalla Fondazione Anziani di Cortina, rappresentata da Stefano Zardini, e coordinato dalla Fondazione Architetti Belluno Dolomiti Onlus, presieduta dall'architetto Francesca Bogo.
Sono ben 254 i progetti pervenuti, segno del grande interesse destato «dalla sfida per gli architetti di tutta Europa di progettare un edificio con un design nuovo per Cortina, invogliante, solare, colorato, a basso impatto ambientale», come ha affermato il presidente della Fondazione, Stefano Zardini. «Cortina è priva di innovazioni architettoniche - ha spiegato Zardini - .Dopo lo Stadio, l'architettura di Gellner e di Vietti, siamo di fronte ad un vuoto culturale. A Cortina i modelli architettonici sembrano essersi fermati, si ristrutturano fienili o abitazioni già esistenti, ma non si costruisce niente di nuovo. La Senior City, vista la valenza sociale dell'edificio, può essere un'occasione per uscire dai parametri dell'architettura di montagna a cui debbono sottostare le costruzioni di Cortina. Una costruzione nuova come stile, un modo per il professionista di lasciare un segno a Cortina».
Oggetto del bando è stata la progettazione di un fabbricato per anziani autosufficienti - coppie o persone singole - costituito da 30 alloggi di circa 45-50 metri quadrati, facenti parte di una struttura dotata di servizi comuni: sale di ritrovo, ambulatorio, palestra, accessibili ai residenti della struttura e in parte usufruibili da persone esterne, quali parenti, amici, congiunti. Il complesso diventerà un centro di servizio e di riferimento per l'intera comunità di Cortina d'Ampezzo.
La Fondazione ipotizza la costruzione in due fasi: 20 alloggi da realizzarsi subito con i servizi principali; un ulteriore lotto di 10 abitazioni e la palestra potrà essere realizzato in una seconda fase.
La giuria era composta dall'architetto Alberto Cecchetto, in qualità di presidente, dall'architetto svizzero Conradin Clavuot, dalle architette Assunta D'Innocenzo e Francesca Bogo, e da Stefano Zardini, Presidente Fondazione per Anziani Cortina.
Dopo una difficile e delicata scrematura, si è giunti ai dieci progetti che si possono vedere esposti in centro a Cortina, lungo Corso Italia, e all'individuazione del primo classificato.
«I criteri di selezione - ha spiegato l'architetto Cecchetto - sono stati essenzialmente tre: la combinazione con il paesaggio, la reinterpretazione dei valori del passato, il riconoscimento dell'istituzione sociale. Nel progetto vincitore, è stata individuata da parte della giuria un'ottima sensibilità per la collocazione nel terreno, con un buon adattamento orografico; l'uso dei materiali del luogo (legno). È stato privilegiato l'uso del pian terreno; buone le visuali sul paesaggio, con l'uso di superfici vetrate. È piaciuto anche il piano di copertura, sopraelevato dal terreno con sopra piccoli orti e giardini. Da perfezionare, secondo la giuria, gli accessi con le rampe del garage, e lo spazio interno collettivo, da rendere più "umano"».
L'arch. Matteo Bandiera, di Treviso, capofila del raggruppamento temporaneo non ancora costituito tra l'arch. Gianluca Parcianello di Farra d'Alpago (BL) e l'arch. Fausta Occhipinti di Vittoria (RG), ha così presentato il progetto vincitore: due volumi semplici, con la parte basamentale nascosta, e la parte sopraelevata in legno che rimanda ai temi della tradizione; un sistema a corti: distribuzione degli alloggi con apertura sul paesaggio d'intorno; inoltre gli alloggi sono concepiti come un microcosmo rivolto al sistema di circolazione interno per agevolare la socialità tra i residenti della Senior City. Per gli spazi esterni, si è pensato di sviluppare nella copertura l'orto e il giardino, vista la poca disponibilità di verde intorno all'edificio. Ogni abitante potrà poi personalizzare il proprio alloggio e arredarselo come crede.
LE PERPLESSITÀ
Le perplessità sul progetto vincitore della Senior City sono emerse già in sala, con alcuni interventi del pubblico. La struttura è moderna, totalmente diversa della classiche case di montagna cui si è abituati. Al di là comunque dell'aspetto estetico, a preoccupare sono soprattutto i costi di manutenzione, che potrebbero essere molto alti.
La prima domanda ha riguardato il tetto piatto, e viste le grandi precipitazioni nevose di questo inverno, quanto potrebbe costare lo sgombero neve. «Se fino ad ora in montagna le case sono state costruite con i tetti spioventi, ci sarà pure un motivo» ha detto qualcuno. «La struttura senza il tetto non si rovinerà negli anni?». «Il nocciolo di tutto, al di là che il progetto piaccia o non piaccia, è il rapporto tra costi e ricavi: avete pensato a questo? Vale la pena fare una cosa bella e moderna e poi trovarsi in un pozzo di debito?» Un altro intervento ha riguardato la freddezza dell'edificio: «Come pensiamo di poter mettere i nostri nonni in case così fredde? Sono lontanissime dalla nostra cultura, e proprio sperimentare con gli anziani, legati alle tradizioni, non mi sembra il caso».
Alcuni interventi, in particolare di architetti presenti in sala, erano comunque a favore: «Bene la novità che non ci sia il tetto spiovente», e ancora: «Ci troviamo di fronte ad uno scontro di idee, ma dobbiamo aprirci a qualcosa di nuovo e di importante, entrare in una sfera diversa».
«La neve sul tetto non sarà un problema», assicura Zardini, «in quanto vi si potrà salire anche con una fresa a toglierla. L'architettura moderna, anche in zone alpine, porta a costruire tetti piatti. Le idee moderne, poi, si sa che suscitano sempre conflitti tra chi ama la novità e chi invece è conservatorista. Continuare a fare le case con tetti spioventi è un modo per stare fermi. La struttura sarà in legno e richiamerà molto la cultura locale».
Da quanto emerso durante la presentazione, e anche successivamente, i professionisti del settore sembrano molto soddisfatti di trovarsi davanti a qualcosa di nuovo dal punto di vista della progettazione architettonica, mentre a livello popolare la sensazione generale è che la struttura non piace, e sul progetto vincitore si discute ancora.
I COSTI
Piaccia o non piaccia il progetto, la realizzazione della Senior City costerebbe oltre 5 milioni di euro, ed è privo della copertura finanziaria. Da quanto dichiarato dal presidente della Fondazione per Anziani Stefano Zardini, a disposizione della Fondazione ci sono al momento circa 750 mila euro. Mancano 4 milioni per eseguire il primo stralcio, cioè i primi venti alloggi. Il rimanente, secondo Stefano Zardini, dovrebbe provenire dalle casse comunali: un milione di euro che il sindaco Franceschi avrebbe promesso al precedente presidente della Fondazione, Sandra Scarpa Ghedina, oltre ai proventi della vendita della "Casa del Capitano" - tra i due e i tre milioni di euro - che in origine fu donata al Comune per essere destinata agli anziani.
In un'intervista al Corriere delle Alpi del 14 marzo,il vicesindaco di Cortina Enrico Pompanin ha tuttavia negato di avere risorse a disposizione per la Senior City. Il milione di euro promesso da Andrea Franceschi, in effetti, non si riscontra nei bilanci del Comune degli ultimi anni, e i proventi della vendita della Casa del Capitano sono già destinati alle case da dare in affitto agevolato a Cadelverzo di Sopra.
Per quanto riguarda i costi di gestione, Zardini assicura che, essendo l'edificio concepito in "classe A", sarà autosufficiente; si manterrà, inoltre, con le rette, calcolate in base al reddito pensionistico.